Collesalvetti La Pinacoteca Comunale “Carlo Servolini sceglie di partecipare alle Notti dell’Archeologia 2020 con la Conferenza / Mostra dal titolo “Le rovine del Simbolo: frammenti della classicità al tempo della Belle Èpoque, promossa dal Comune di Collesalvetti, ideata e curata da Francesca Cagianelli, che si terrà giovedì 16 luglio 2020, alle 17:00, in occasione dell’esposizione straordinaria de L’île heureuse (Le jardin de Diane), 1902, acquaforte e acquatinta a colori di Alfredo Müller, presentata nell’ambito della mostra “L’incisione al tempo della Belle Epoque. Lionello Balestrieri verso Montmartre con l’obiettivo di dilatare il panorama sull’incisione a colori attraverso il paragone tra i due “Toscani di Parigi”.

L’inedita riflessione – si spiega in una nota della stessa Pinacoteca – corre sul filo di alcune miliari testimonianze incisorie che attestano l’iconografia diffusa di quei lacerti della classicità disseminati in scenari lussureggianti di parchi e boschi, peraltro ampiamente ristrutturati, che al tempo della Belle Èpoque costituiscono palcoscenici privilegiati per passeggiate mondane e idilli galanti, a partire da alcune acqueforti e acquetinte a colori di Alfredo Müller per finire con i celebri monotipi di Umberto Brunelleschi e George Barbier“.

“Dal Parc Monceau, costruito nel 1773 da Louis Carrogis Carmontelle mediante il ricorso all’architettura dei pays d’illusions, secondo la moda esotica del giardino anglo-cinese, fino al Parc de Saint Cloud, ideato dall’architetto e paesaggista André Le Nôtre, già progettista del giardino della Reggia di Versailles, le rovine classiche inserite in scenari arborei di gusto settecentesco, diventano topoi iconografici per composizioni di gusto simbolista, come nel caso di Alfredo Müller, fino a divenire, tra gli anni Venti e Trenta, nell’epoca cioè della diffusione del pochoir, vere e proprie icone decorative tra Liberty e Déco“, spiega ancora la nota della Pinacoteca.

“E se all’origine delle divagazioni classiche ordite da Alfredo Müller sul filo dell’emulazione tra nudità femminile e idealità classica nel suo magnifico repertorio incisorio la critica ha intravisto la lezione di Puvis de Chavannes e del suo Bosco sacro, procedendo verso i pochoir di Umberto Brunelleschi si entra addirittura – si legge ancora nella nota – nel mondo della fiaba, tra il settecentismo delle Fêtes galantes e la turquerie delle Mille e una notte, non stupisce dunque che dal capolavoro della Comédie Italienne del 1912, dove architetture di ispirazione palladiana commentano scene galanti di arlecchini e colombineBrunelleschi giunga nel 1914 al capolavoro librario Contes du Temp Jadis, dove tempietti e colonnati riemergono tra il neo-settecentismo di ispirazione veneziana e l’orientalismo varato da Poiret e dai Balletti Russi“.

“Si tratta sempre e comunque di rovine e frammenti di una classicità ormai definitivamente eclettica, ridotta progressivamente a preziosismo decorativo, di volta in volta abbinata vezzosamente ad affusolate eroine Belle Èpoque come nella Vie parisienne di George Barbier o addirittura a maliose odalische come nel caso de Le Jardin des caresses di Franz Toussaint, ‘livre de luxe’ illustrato au pochoir nel 1914 su disegni di Léon Carré a guisa di ‘un prezioso manoscritto orientale’”.

 

Info:0586/980255 – 

pinacoteca@comune.collesalvetti.li.it/www.comune.collesalvetti.li.it

Facebook: Pinacoteca Comunale Carlo Servolini 

Segui Collenews su Facebook, clicca “mi piace” qui

Seguici su Twitterclicca qui
Segui le notizie su Instagramclicca qu