Collesalvetti Riapertura in grande stile giovedì 24 agosto (ore 16.00-19.00), per la Pinacoteca Comunale Carlo Servolini di Collesalvetti, con il focus Marino Marini e l’exploit a Bottega d’Arte, previsto alle 17:30, a conclusione del Calendario Estate 2017 in Pinacoteca, dal titolo “Tra caffè, gallerie e salotti: la Livorno di Bruno Miniati”, ideato in occasione della mostra 48 opere in anteprima dalla collezione Miniati. Dal Caffè Bardi al Gruppo Labronico: i maestri della grafica, promossa dal Comune di Collesalvetti, a cura di Francesca Cagianelli, conservatrice della Pinacoteca colligiana.
In attesa della mostra Marino Marini. Passioni visive, in programma a Palazzo Tau per il settembre 2017, Francesca Cagianelli apre un osservatorio inedito su una stagione ancora poco nota di Marino Marini, quella dell’exploit del pistoiese presso “Bottega d’Arte”, proprio all’epoca del sistema culturale e promozionale indetto a Livorno da imprenditori lungimiranti quali Gino Belforte e artisti-mecenati quali Bruno Miniati.
Marino Marini Iscrittosi nel 1917 al Regio Istituto di Belle Arti di Firenze, insieme alla sorella Egle, Marini verrà ammesso solo nel 1921 al corso per l’incisione all’acquaforte tenuto da Celestino Celestini, realizzando le sue prime prove acquafortistiche, coincidenti con un corpus di 12 incisioni, a partire dal 1920, secondo una ripartizione – stando alle deduzioni di Mario De Micheli – che vede l’alternanza tra un primo nucleo più subordinato alla persistenza macchiaiola e un indirizzo successivo di vocazione secessionista.
Ma ecco che una gemma quale il Medioevo mariniano, pubblicato solo nel 1990 quale recentissima acquisizione, addirittura in corso d’opera, nel Catalogo ragionato dell’Opera grafica (incisioni e litografie) 1919-1980, edito da Graphis Arte, con titolo non filologicamente attestato, ovvero come Paesaggio immaginario, dischiude a Livorno, al momento dell’exploit dell’artista a “Bottega d’Arte” nell’agosto del 1923, una prospettiva culturale assolutamente inedita, laddove la poetica primitivista in essa vibrante reclama parentele illustri con il geniale Duilio Cambellotti, pervaso quest’ultimo di dottrina morrisiana e di medioevalismo alla Ruskin, di cui l’omonima xilografia, apparsa su “Novissima” del 1905, costituisce senza dubbio una prefazione non banale dell’opera mariniana.
Senza contare la condivisione di aneliti simbolisti con il fiorentino Raoul Dal Molin Ferenzona, tra gli adepti più motivati della dottrina rosacrociana e costantemente ispirato dal brivido del gotico, destinato a condividere con Marino Marini il palcoscenico labronico, laddove, nel gennaio dello stesso 1923, nel corso di una personale a Livorno, sempre presso “Bottega d’Arte”, l’artista, autore di una Casa del pittore, di analoga impostazione rispetto al Medioevo mariniano, assurgerà, a giudizio di Gino Carlo Ciappei, al ruolo di dandy-alchimista, forse anche con riferimento al substrato esoterico coltivato durante il soggiorno a Praga, dove tra il 1910 e il 1912 furoreggiava Sursum, sorta di confraternita artistica pervasa di occultismo.
Ma è soprattutto rispetto a Francesco Chiappelli che occorre stabilire una liaison dominante, con riferimento alla comune derivazione dalla Scuola d’Incisione di Firenze diretta da Celestino Celestini, promotrice quest’ultima della mostra allestita all’Accademia fiorentina tra il 1912 e il 1913, alla quale seguirà nel 1913 l’Esposizione di Bianco e Nero, partecipata oltre che dai capiscuola Adolfo De Carolis, Celestini Celestini e Giovanni Costetti, da personalità di eccezione quali Ottone Rosai, specializzatosi in vedute architettoniche connotate da un verticalismo visionario alla Gordon Craig.
Ed è proprio in quell’allucinato goticismo vibrante in castelli stregati e corsaresche, che Chiappelli, distintosi con l’acquaforte Certosa, altro probabile incunabolo per il Medioevo mariniano, nell’ambito della sezione “Bianco e nero” della Biennale di Venezia del 1914, e impostosi con Caravelle alla Mostra Nazionale dell’Incisione del 1915, riuscirà a motivare Marino Marini all’alba della sua produzione incisoria.
Il finissage della mostra “48 opere in anteprima dalla collezione Miniati. Dal Caffè Bardi al Gruppo Labronico: i maestri della grafica” si svolgerà giovedì 31 agosto 2017, con apertura dalle ore 16.00 alle 19.00 e con visite guidate gratuite a cura di Francesca Cagianelli.
Grande appuntamento, infine, martedì 5 settembre 2017, alle ore 17.00, per l’inaugurazione della mostra Renzo Izzi 1929-1995: Livorno-Milano 1960. Storia di uno ‘scapigliato’ espressionista verso il naturalismo astratto. Dal Premio Modigliani alla Galleria delle Ore, promossa dal Comune di Collesalvetti e curata da Francesca Cagianelli, in occasione di Fiera Paesana 2017 (fino al 30 novembre, tutti i giovedì, ore 15:30-18:30).
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