Collesalvetti “Trova le differenze”. Il Partito Democratico colligiano con un post fotografico sulla propria pagina Facebook polemizza col Comune di Livorno a guida Cinque Stelle. In alto a sinistra è immortalato il municipio labronico a porte chiuse (con tanto di logo Movimento Cinque Stelle), mentre in basso a destra quello colligiano (con tanto di logo PD).
“Trova le differenze”, appunto. E la gente si “scatena” nei commenti. Alcuni non la prendono troppo sul serio: «le scale»; «le piante»; «le bandiere»; «il portone», mentre altri rinfocolano la polemica politica. Il post fotografico è stato pubblicato a seguito di un articolo de Il Tirreno nel quale si riferiva che “in Municipio non si entra più se non col pass appeso al taschino e un appuntamento fissato”. “Nogarin ha deciso: i cittadini da lunedì prossimo resteranno fuori”, si leggeva ancora nell’articolo che criticava anche le conseguenze per i cronisti e dunque per la libertà di stampa. E voi cosa ne pensate?
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Dico che mentre a Collesalvetti la porta del municipio è aperta, a stagno e guasticce si muore di cancro e nonostante questo si continua a incrementare le emissioni nocive. Comunque a Livorno vi sono altre entrate oltre a quella mostrata, e tutte aperte.
E io dico che lei non ha il coraggio di usare il proprio nome e cognome per scrivere queste bestialità e che si dovrebbe vergognare. Fornisca il proprio nome e cognome e abbia anche il coraggio di dire chi sono i colpevoli del fatto che “a stagno e a guasticce si muore di cancro” come dice lei. Terrorista e demagogo che non è altro, oltre che vigliacco, visto che sono sicuro che il suo sia un nome fittizio.
Che pena, ormai le differenze sono solo le apparenze…. Tweets, selfies, facebook ed annunci. Ha ragione il signore che si firma Carlo Caorilli. Nel caso di Collesalvetti, il comune si è notevolmente indebolito sui servizi offerti ai cittadini a cominciare dalle prestazioni della sanità alla sicurezza e decoro delle strade comunali e provinciali ai danni fatti ai cittadini (che stanno tuttora pagando) per la storia delle Piscine.
Un qualunque sindaco, quando si presenta ai cittadini per farsi eleggere.deve garantire quello che promette.
Se non riesce a farlo :
1- Se è colpa sua dovrebbe provvedere e, se fallisce dimettersi.
2- Se non è colpa sua ma delle istituzioni superiori, dovrebbe battere mani e piedi per essere posto in condizione di fornire ai cittadini i servizi giusti che si è impegnato a dare (indipendentemente dal guidatore del treno – A proposito, prima c’era il mostro Berlusconi origine di tutti i mali ed ora ? ). In alternativa dovrebbe consegnare le chiavi al prefetto e rimettere il mandato ad un commissario.
Vedo però con tristezza che tutti sono avvinghiati alla poltrona che hanno e qualcuno addirittura se n’è prese due (Renzi docet).
Evidentemente i cittadini, una volta che hanno votato, sono niente.
Senza rancore, un saluto
Un altro cuor di leone che si firma in modo anonimo. Interessante questo modo di commentare. Potrebbe anche essere sempre lo stesso che si firma in modo diversi.
Cosa ne penso? Penso che le polemiche politiche fatte per slogan e “simboli”, senza entrare nel merito degli argomenti ed approfondirli, servono solo a serrare le fila dei propri “tifosi”, ma non aiutano a capire la realtà.
Per gli accessi alle sedi comunali: lavoro da oltre quarant’anni nel Comune di Livorno e da almeno venti dico che negli orari di chiusura degli uffici avrebbero potuto parcheggiare un tir davanti al palazzo, entrare con tute e carrelli e portar via indisturbati quadri, arredi, pc… (il che si è tra l’altro davvero verificato, sia pure senza l’esagerazione del tir e delle tute).
Della limitazione con pass degli accessi (peraltro vigente in moltissimi altri palazzi pubblici in tutt’Italia) si era già parlato anche durante l’era Lamberti e Cosimi, finendo per non farne di nulla, forse proprio per non ricevere accuse come quelle ora registrate.
La “trasparenza” è tutt’altra cosa e non ha nulla a che vedere a mio avviso con la richiesta di un documento di identità per accedere al palazzo: il nostro Comune di Collesalvetti che ha di parecchio incrementato il costo per l’accesso agli atti e per le copie (con due deliberazioni a dicembre 2014 e gennaio 2015, diventando uno tra i Comuni più esosi d’Italia) ha sì introdotto una forte limitazione, di dubbia legittimità, alla trasparenza. Questo è quanto penso in proposito.
Per assistere alle sedute del Consiglio Comunale è poi ormai da tempo attivo lo streaming video, chi vuole essere presente fisicamente nella sala potrà ancora farlo, nei limiti di capienza della sala e di decenza (assistere alla seduta, non impedirne con caciare organizzate il normale svolgimento).
Il resto, a mio avviso, è retorica.
Cosa vuoi pensare…. Non è che i 5 stelle hanno chiuso appena eletti… I “civilissimi e democratici ” oppositori del PD, non sopportando di aver perso il potere dopo tanti anni, prima hanno reso impossibile fare un cc per lunghissimo tempo (guardare i filmati fa pensare a una banda di pazzi) e ora hanno devastato il palazzo. Cosa farebbero a Colle se ad ogni cc arrivassaro 50 oppositori che con urla, offese, lanci di oggetti rendessero impossibile parlare e decidere? Forse bisognerebbe farlo davvero!!!….
E se domattina arrivando in comune trovassero danni per migliaia di euro finirebbe tutto con un sorriso (come fanno per situazioni analoghe tipo i vandali di Stagno) o prenderebbero provvedimenti? A incivili comportamenti adeguate risposte.
Mai e poi MAi dal dopoguerra in poi, tutti i Consigli Comunali anche aspri per i problemi che erano in dibattito, hanno provocato danni fisici o materiali, se questa amministrazione ha paura, cerchi di governare meglio. E mi spiego meglio per chi non vuol capire: caso AAMPS, hanno portato i libri in tribunale per chiedere il concordato, hanno speso altri soldi per le pratiche, ed alla fine a pagare saranno sempre i cittadini livornesi per pagare i vecchi debiti non esigibili. Ma in questi due anni il Sindaco è riuscito nell’impresa di riscuotere i soldi della spazzatura da chi non la pagava prima?
Caso Caprilli, il Sindaco aveva sbandierato che il Caprilli era salvo, provate ad andare ad entrare ma troverete chiuso ed i dipenddenti a casa.
Potrei continuare ma lascio a voi le repliche
PD RIDICOLI!!!!!!
Io mi chiamo veramente Castruccio e ho dato la mia mail come tutti e sono facilmente rintracciabile.
Il sig Carlo Bini (se davvero si chiama così – come vedete qualsiasi nome può essere farlocco) è più preoccupato a scovare l’artefice dell’articolo che disquisire nella sostanza dell’argomento. Evidentemente non ha altri argomenti……
Saluti
Con tutte le dovute differenze è singolare che molti tra i difensori della “trasparenza” che gridano allo scandalo e alla limitazione della libertà personale (quando non addirittura alla “schedatura”) per la richiesta di un documento identificativo per l’accesso ad una sede comunale (la “casa di tutti”) e per assistere ad una seduta di consiglio, siano spesso gli stessi che attaccano il diritto all’anonimato.
Ora, premesso che personalmente firmo sempre con nome e cognome reali ciò che scrivo, vorrei ricordare che l’anonimato, specie nell’ambito della manifestazione del pensiero, è un diritto tutelato (con pesi e contrappesi) dalla stessa normativa vigente. Si tratta anche qui di trovare un giusto (e difficile) bilanciamento tra il diritto all’anonimato e la necesiità di identificare gli autori di eventuali reati.
Il mio approccio nella lettura dei commenti in rete è soprattutto quello di concentrare l’attenzione sul contenuto (come giustamente richiama il Sig. Castruccio). Il “valore” di ciò che viene scritto prescinde dalla immediata rintracciabilità dell’autore che, in caso di reati (tipico quello della diffamazione), potrà comunque essere affidata a chi di dovere.
Si giudica troppo comodo l’anonimato, ma è altrettanto troppo comodo non rispondere spostando su quello l’attenzione. Alle critiche argomentate meglio rispondere con argomenti.