L’editoriale Eletti, rinnovati nella loro composizione (leggi qui), i Consigli di Frazione si avviano dunque ad iniziare un lavoro che durerà 5 anni, la stessa durata del mandato del Consiglio Comunale e della Giunta. Fra le varie partite che questi organismi della partecipazione si troveranno a giocare, in primis vi è quella dell’elezione del proprio presidente. Ciascun Consiglio, infatti, come tutti gli organi elettivi, eleggerà colui che lo presiederà.
Una partita, questa, indubbiamente importante perché l’elezione di uno piuttosto che di un altro candidato, le modalità (e forme di pubblicità) di espressione di queste candidature, le riunioni politiche (con e senza virgolette) che avranno luogo saranno la cartina al tornasole per capire quale sarà la vita interna a questi organi nei prossimi 5 anni.
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Vi sono infatti maggioranze in un certo qual modo già identificabili e, parimenti, non vere e proprie opposizioni, magari, ma minoranze, per dirla eufemisticamente, non esattamente in linea con la relativa maggioranza. Cosa farà quest’ultima?! Individuerà e farà convergere i voti su di un candidato che possa trovare d’accordo anche di chi non è espressione di quella maggioranza o imporrà il proprio candidato d’area? E come avverrà tutto questo? In riunioni pubbliche o in segrete stanze? Ci sarà una dialettica anche temporalmente ampia o si deciderà tutto il giorno delle elezioni? Va da sé, in quest’ultimo caso, che riunioni preliminari ce ne saranno già state e i candidati d’area sapranno già come votare.
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Una cosa è certa: dalle dinamiche e dai retroscena dell’elezione del presidente si capiranno le future dinamiche; i futuri equilibri interni al Consiglio. A meno che non si voglia depoliticizzare il tutto, ma è un’ipotesi al quanto inverosimile. Benché gli interessi in gioco siano, in questo caso, veramente pochi, benché le stanze dei bottoni siano ben altre, a ciascuna area fa evidentemente comodo che il Consiglio di Frazione prenda una piega piuttosto che un’altra. A chi è pro Amministrazione Comunale in carica fa comodo che i Consigli siano uno strumento che rafforzi il lavoro dell’Amministrazione, appunto, mentre a chi è di area, diciamo così, di opposizione, fa comodo che questi organi palesino criticità e sappiano muoversi in autonomia rispetto alla maggioranza del Municipio.
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Una partita tutta politica, dunque, anche nel caso (ipotesi remota, repetita iuvant) in cui si decida di depoliticizzarla. Sarebbe un dato politico di non poco conto. Una cosa è certa: dall’elezione del presidente, dal coinvolgimento o meno delle altre aree di pensiero, dipenderanno i futuri equilibri. L’elezione di una figura di garanzia – per usare un’espressione tipica di quando si parla di ben altre istituzioni – e fuori dagli schemi così come la massima trasparenza e pubblicità nelle candidature e decisioni d’appoggio sarebbero certamente segnali importanti nell’ottica di una pacifica convivenza e sereno lavoro nell’arco del quinquennio che sta per iniziare.
direttore@collenews.it
i consigli di frazione sono nati con l’intento di dare partecipazione ai cittadini (e non col consenso facile dei partiti compreso il Pd) essi non dovrebbero essere come si legge nell’articolo che condivido, pro amministrazione o contro, ma dovrebbero essere CRITICAMENTE PROPOSITIVI , i consiglieri dovrebbero essere capaci di togliersi le tessere di tasca e di giudicare secondo necessità soprattutto in nome del bene collettivo , se questo ancora non si riesce a farlo allora sono inutili .
Caro Direttore, hai colto perfettamente nel segno, vedremo quanto sia data la possibilita’ di “parteciazione”….se viceversa si trattera’ solo di omologazione avremmo perso, per l’ ennesima volta, solo tempo……
Non sono d’accordo con questo editoriale Direttore.
Condivido in pieno , invece , il commento di Luca , precedente al mio.
Lo posso dire con tutta la mia esperienza , dieci anni, all’interno dei cdf , che non hanno assolutamente alcun potere esecutivo ma sono semplicemente , serenamente , degli organi di partecipazione.
La partecipazione prevede NON solo la possibilità di dare il proprio contributo , ma anche e soprattutto di rappresentare i paesani ( e non solo coloro che hanno segnalato la propria preferenza .
Diffido altamente di chi “getta” all’interno dell’organo sopra citato , tifi partitici , frustrazioni, ripicche personali .
Vero è, che esiste la possibilità di candidarsi attraverso un partito , un’associazione etc..ma si presuppone che non sia “la spinta ” a partecipare o “la guida ” a contribuire.
I consigli di frazione sono preziosi , la possibilità di fare cose belle incontrando paesani che confidano i propri disagi dei veri e propri privilegi.
Quindi, intanto posso dirvi che è possibile .
Poi, che la figura del Presidente è importante per alcune cose ma assolutamente NON essenziale per altre : il presidente funge da mediatore, da soggetto partecipante e rappresentante ad alcuni eventi qualora non potesse farlo il consiglio tutto. Ma non è ..NON E’ ..assolutamente la figura che guiderebbe una certa linea politica .Non DEVE esserlo e se dovesse esserlo perderebbe di intelligenza , libertà , indipendenza . Tutti requisiti che fanno speciale un semplicissimo organo con la funzione propositrice come priorità.
Se così la pensate, non partecipate nemmeno . Perchè perderete solo tempo e anche bellissime esperienze di confronto .
Buon lavoro a tutti gli “entrati ” .
Davvero curiosa l’idea che i consiglieri di frazione incontrino i paesani e che questi confidino loro i propri disagi…….
Carissimo Direttore,
sono rimasto perplesso e anche un po basito nel leggere il suo articolo…ma come proprio Lei di cui apprezzai la sera dell’annuncio della nascita del suo editoriale la frase…”sarà un giornale che non scenderà a compromessi con nessun schieramento politico” ed invece a distanza di poco tempo si evince che le sue buone intenzioni si rifanno a una celebre poesia Leopardiana…”e il naufragar mi è dolce in questo mare”???
Orsù Direttore spero sia stato un momento di sconforto e che magari certe affermazioni gli siano state dettate dai soliti ormai noti disperati.
La casacca di appartenenza in questo frangente non conta, conta chi sono gli UOMINI che avranno il coraggio di mettersi in gioco con onesta intellettuale, lealtà, buona volontà e con il solo scopo di portare benefici in favore della comunità.
Grazie Delia e grazie Luca per il vostro intervento che naturalmente condivido, ed invece al “vigliacchetto” che si nasconde dietro il solito nikname mi sento di rispondere che il tempo lo perdiamo sicuramente se continuiamo ad ascoltare le menate delle solite MUMMIE.
Enrico Del Corso
Che sulla base di ciò che accadrà nella seduta di elezione del Presidente si giochino gli equilibri interni ai Consigli di Frazione, credo sia un dato di fatto. Non capisco francamente che ci sia da rimanere basiti e perplessi.
Diego Vanni
Gentile Direttore, lei ha centrato in pieno il bersaglio, bravo!
E’ un’analisi perfetta quella che lei ha compiuto sui CDF.
Anche se le “stanze dei bottoni” sono più in alto, è verissimo che le Presidenze e affini di questi cosiddetti organismi di partecipazione dovranno rispecchiare alla lettera il moto ondoso politico da settant’anni alla guida del Comune, e divenire “appendice” dello stesso.
Tutte le sviolinate atte a far credere il contrario possono far presa solo su alcune persone ingenue, che, per fortuna, sono sempre meno.
E’ inutile aggiungere “qui la politica non c’entra, si cerca di usare il buon senso per il bene della frazione”, quando all’atto pratico non ho mai sentito un parere discordante sulle decisioni prese dall’amministrazione.
….E menomale che persone ingenue ce ne sono sempre meno!!!!!