Alessandro Sottile, allenatore del Collevica

Alessandro Sottile, allenatore del Collevica

Collesalvetti Al termine di una stagione emozionante culminata con la vittoria del campionato di Terza Categoria, Alessandro Sottile, allenatore del Collevica, parla dei fattori che hanno portato la sua squadra al successo finale.

 

Avete rispettato il pronostico di inizio stagione vincendo il campionato?

«Noi siamo partiti con l’ambizione di vincere il torneo, poi farlo sul campo è tutta un’altra storia. La stagione è andata molto bene, non volevamo solo partecipare. Oltretutto, ci siamo riusciti senza dover ricorrere ai play-off».

 

Qual è stata la partita chiave del campionato?

«Quella che è servita di più è stata la vittoria a San Vincenzo per 0-1 lo scorso 16 febbraio. A gennaio loro avevano sei punti di vantaggio su di noi. Malgrado questo, siamo andati a giocarcela in casa loro e siamo riusciti ad aggiudicarci i tre punti. Nonostante tante altre belle gare, questa è stata quella più emozionante perché ha dato la svolta alla nostra stagione».

 

Quale idea di gioco ha cercato di portare avanti con il Collevica?

«In generale, ritengo che il calcio sia fatto per i giovani: quindi, più giovani giocano e meglio è. Inoltre, questo è fondamentale per una società come il Collevica che punta molto sul settore giovanile. Io penso sempre che le vittorie le faccia il gruppo. Io e il mio secondo Quaretta siamo riusciti a gestire un bel gruppo e questo, assieme alla qualità della rosa e di alcuni singoli, ci ha permesso di vincere il campionato».

 

Dopo la vittoria della Coppa Provinciale siete usciti nella semifinale della Coppa Toscana.

«La rosa era ridotta all’osso a causa dei numerosi infortuni e, perciò, non avevamo cambi. Peccato perché avevamo le qualità adatte per battere il Valdibure. Purtroppo, nel girone di ritorno della Terza Categoria, abbiamo speso molte energie fisiche e questo si è fatto sentire».

 

 

Tornando al tema campionato, è rimasto impressionato da qualche suo giocatore in particolare?

«Per me il calcio è un gioco di squadra, pertanto parlare di un singolo calciatore è riduttivo. Tutti e 18 i giocatori della rosa sono stati fondamentali nel corso della stagione. L’obiettivo era quello di coinvolgere tutti i ragazzi e credo che ci siamo riusciti visto che, a parte di due portieri, tutti quanti sono riusciti a realizzare almeno una rete».