La squadra "Mamma Mia"

La squadra “Mamma Mia”

Guasticce – “MammaMia”. è questo il nome della neonata squadra di pallavolo femminile che annovera tra le sue fila elementi che vanno dai 21 ai 64 anni di età. In realtà, il gruppo era nato già da tempo con un altro allenatore ma senza troppi risultati, poiché questo non dava alle donne abbastanza fiducia. Ecco quindi che esse decidono successivamente di distaccarsi e formare un nuovo gruppo che fa capo all’allenatrice Tamara Antonelli, si appoggia attualmente alla società A.S.D. Palazzone di Guasticce e si allena presso la palestra dell’Istituto Nautico “Cappellini” di Livorno. Da quest’anno queste donne hanno deciso di gettarsi nell’avventura di un torneo UISP che le vede in competizione con CGN Gabbro e UISP Livorno. Abbiamo intervistato l’allenatrice

 

Come nasce l’idea della squadra?

«La squadra in sé nasce già da molto tempo, ma sotto la guida di un altro allenatore, il quale non ci faceva mai giocare se non partite occasionali disastrose contro UNDER 16-18, poiché affermava che non eravamo capaci. Da circa due anni abbiamo deciso di costituire un gruppo autonomo con alcuni elementi della vecchia squadra ma il gruppo ufficiale sotto il nome di “Mamma Mia” nasce un anno fa. Molte di noi hanno da sempre praticato questo sport, altre si sono approcciate con l’arrivo nella squadra. Soprattutto dobbiamo ringraziare la società A.S.D Palazzone di Guasticce la quale ci ha prese sotto la propria ala, risparmiandoci innumerevoli spese e iter burocratici per la formazione di una nuova società. Adesso siamo regolarmente tesserate e abbiamo l’obbligo della visita sportiva annuale».

 

Perché la scelta del nome «Mamma Mia»?

«Abbiamo scelto questo nome in primo luogo per il fatto che gran parte delle giocatrici sono mamme, se non addirittura nonne, vista la grande varietà di generazioni (da 21 a 64 anni), e in secondo luogo proprio come esclamazione, poiché da una squadra particolare come la nostra non si sa mai cosa aspettarci».

 

Qual è la filosofia della squadra?

«Nel nostro piccolo siamo rivoluzionarie. Siamo un gruppo abbastanza unico a Livorno vista la varietà generazionale dei componenti. La nostra filosofia è essere portatrici di sport, la possibilità di fare qualsiasi cosa a qualsiasi età. Ci capita sempre di dover giocare contro avversari più giovani di noi e percepiamo una certa discriminazione da parte di questi, perché può tornare strano che delle persone che potrebbero essere le loro nonne giochino a quest’età. Noi vogliamo dare il giusto esempio e la parola chiave è “continuità”. Dare la possibilità di giocare anche a tutte quelle persone che hanno sempre fatto sport, ma a cui l’età o il mancato talento impongono di fare i conti con il duro mondo dello sport».

 

Qual è l’andamento generale della squadra?

«Abbiamo deciso di accettare la sfida più grande, quella di un torneo UISP che ci è stato proposto per la prima volta da circa un anno. La scelta è stata presa all’unanimità e adesso siamo in gioco. Non abbiamo grandi aspettative ma la cosa ci stimola molto. Abbiamo risultati molto altalenanti, una volta possiamo vincere 3-0, la volta dopo possiamo perdere. Ma l’importante è la passione, perché lo facciamo per divertirci, anche solo l’esserci è gratificante».

 

Qual è il rapporto dei più giovani con i più grandi?

«I giovani danno input, stimolano. Per esempio una delle new entry della squadra ha giocato anche nella nazionale francese, questo per noi è un grande stimolo per poterci migliorare. Cerchiamo sempre di mantenere lo stesso livello della squadra, senza che nessuno sfori e se c’è qualche problema siamo aperte al dialogo, risolviamo sempre i problemi di squadra. Abbiamo deciso di evitare gli allenamenti il fine settimana proprio per permettere ai più giovani di riposarsi. Quando giochiamo tutte dimostriamo molto meno, non c’è un età in campo».