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Alessandro Ottaviani, 38 anni, di Colognole, lavora come addetto alla reception di un campeggio; nel tempo libero studia le lingue e suona il pianoforte e la fisarmonica. Alla sua prima esperienza politica, ma con alle spalle una storia di Sinistra radicale, Ottaviani è il capolista della lista civica che fa capo a Stefano Biagi, Uniti per Cambiare.

 

 

 

 

 

 

Ottaviani, lei è il capolista di Uniti per cambiare. E’ alla sua prima esperienza politica? Di quale area è espressione?

«Sì, sono alla mia prima esperienza politica, nel senso che non sono mai stato candidato con liste o partiti prima d’ora. La mia area politica non è un mistero: vengo dalla Sinistra radicale, ma non ho mai ricoperto incarichi politici o elettivi».

 

Uniti per cambiare è una delle novità nell’offerta politica colligiana. Secondo lei che entità di consenso potrà ricevere? Quanti consiglieri potrà far eleggere?

«Non amo sbilanciarmi. Noi cerchiamo di far avere a tutti la consapevolezza che c’è un’alternativa; una lista civica vera e propria, non una lista civetta come Collesalvetti Solidale. La nostra lista civica è indipendente da condizionamenti esterni ed è la vera alternativa a Bacci. Noi non abbiamo referenti nazionali. A chi ce li ha, è dettata una linea da seguire, delle direttive. Ma a Collesalvetti, per far bene, occorre fare scelte che non siano imposte dall’alto. I cittadini sono il nostro unico referente. Il risultato… si vedrà. Comunque sia, abbiamo già vinto perché centinaia di persone hanno deciso di mettere la firma per costituire una lista civica. Stiamo raccogliendo parecchio consenso da parte degli esponenti del PD, anche esponenti di peso».

 

Quale, invece, la previsione generale? Bacci sarà eletto al primo turno oppure ci sarà un ballottaggio con i pentastellati?

«Sarebbe bello andare ad  un ballottaggio che però, poi, porti a qualcosa. Ma la vedo dura stante l’indisponibilità dei pentastellati a fare alleanze. Loro hanno posizioni rigide, mentre invece ci vuole – non per fare propaganda ad altri, ma… – libertà di movimento».

 

A proposito del Movimento 5 Stelle, l’altra novità nell’offerta politica colligiana, teme che possiate contendervi la stessa fetta di elettorato e dunque pescare entrambi nel medesimo bacino elettorale?

«Sicuramente! Il Movimento 5 Stelle attrae i consensi di chi non sa più costruirsi un’alternativa, ma un’alternativa c’è e siamo noi. I pentastellati sono un partito, un brand, non un movimento. Noi vogliamo persone che si creino l’alternativa da sole; il nostro è un progetto politico, non uno sfogatoio di istinti di protesta. A noi nessuno deve dare alcun timbro, a differenza dei pentastellati che se non avessero avuto la certificazione dallo staff di Grillo non si sarebbero potuti nemmeno presentare».

 

Lei vive a Colognole. Quali sono i problemi di questa frazione, a suo giudizio? Se eletto, che atti pensa di portare in Consiglio Comunale relativamente a questa frazione?

«Io farei un discorso allargato anche alle altre frazioni “minori”. Ci sono disfunzioni nella fornitura dell’acqua, nell’illuminazione e, per quanto riguarda Colognole nello specifico, ci sono black out abbastanza frequenti. Dovrebbe essere migliorato il servizio pubblico, anche se non è così scadente visto il livello di popolazione di queste frazioni. Occorrerebbe poi valorizzare il parco delle colline livornsesi, vera risorsa turistico-ambientale. Feci presente a Bacci che il Comune di Castellina Marittima sulla pulizia dei sentieri, sulla valorizzazione del patrimonio naturalistico. Noi abbiamo potenzialità maggiori; beni culturali dal valore enorme come, per esempio l’Eremo della Sambuca, che non riceve più nemmeno la visita della Camminata della Pace, che era e rimane un evento positivo. Non credo tutto questo necessiterebbe di chissà quali manovre economiche. Nel programma di Bacci del 2009 si parlava di dare accesso a visite turistiche per la Mansio Romana di Torretta. Ora se ne parla di nuovo nel programma 2014. Dunque, in questi cinque anni…?».