20150320_103739Vicarello Ieri, venerdì 20 marzo, alle 10:30 si è tenuta la commemorazione della giornalista Ilaria Alpi nell’omonima via di Vicarello. La cerimonia, organizzata dal Consiglio di Frazione, ha visto presenti il presidente Burgalassi e alcuni membri dell’Assemblea, nonché il vicesindaco Camici, il maresciallo Relli e il governatore della Misericordia Landi. Nel corso della cerimonia si è esibita l’Orchestra Rum Bell, diretta dalla maestra Bellotti, che ha eseguito in apertura l’Inno di Mameli, poi “Il silenzio” di Nini Rosso e “La romanza in fa maggiore” di Beethoven.

 

Nel corso della commemorazione, il presidente Burgalassi ha ricordato la vicenda legata reporter italiana: «20 marzo 1994: un comando somalo uccide a Mogadiscio la giornalista Ilaria Alpi, inviata speciale del Tg3 in Somalia, e l’operatore Miran Hrovatinla. Erano nel Corno d’Africa per seguire la guerra civile che da anni insanguinava quella terra. La perizia della polizia scientifica ricostruì la dinamica dell’azione criminale stabilendo che i colpi sparati erano indirizzati alle vittime poiché l’autista e la guardia del corpo rimasero illesi. I primi a correre sulla scena del delitto – continua – furono due colleghi giornalisti i quali filmarono tutto e furono testimoni delle azioni successive, convulse e non sempre comprensibili. Le autorità locali e quelle italiane arrivano molto tempo dopo».

 

Le indagini non hanno mai chiarito la vicenda: «A Roma arrivarono due taccuini vuoti e i bagagli con i sigilli violati. All’inizio si parlò di una rapina e di un tentativo di sequestro di persona conclusosi con la morte delle vittime. A confermare questa tesi un somalo detto Gelle accusò un altro somalo, Hassan, di questa impresa. Hassan fu condannato a 26 anni di prigione». Ma «nello scorso mese si è riscontrata la sua innocenza, proclamata anche dalla famiglia Alpi».

 

«Da sempre Luciana Alpi – prosegue Burgalassi -, madre di Ilaria, non ha creduto alla colpevolezza di Hassan definendolo capro espiatorio necessario per nascondere la verità su fatti e persone artefici del delitto». Attraverso l’Associazione Ilaria Alpi, la madre Luciana porta avanti da anni questa battaglia «con determinazione, ma anche con estrema compostezza. È una battaglia per la figlia e Miran, ma anche per la libertà di stampa, per il Terzo Mondo usato e abusato dall’Occidente. Oggi (ieri per chi legge, ndr) – afferma il Presidente del Consiglio di Frazione di Vicarello – noi che siamo qui presenti diciamo no al silenzio e all’omertà e chiediamo alle forze politiche, alla società civile, a tutte le istituzioni di non far morire due volte due voci di libertà».

 

20150320_103855Sulla stessa lunghezza d’onda, il vicesindaco Camici ha ricordato che, anche se la vicenda risale al 1994 quando era ancora una bambina, «ho ancora scolpito nella memoria il sacrificio di una donna morta per il suo mestiere e per fare conoscere a tutti noi la verità».

 

«Nel 2013 il Comune decise di intitolare la via dove siamo riuniti oggi (ieri per chi legge, ndr) ad Ilaria Alpi, come messaggio importante per la cittadinanza». E, rivolgendosi ai bambini della Rum Bell, ha auspicato che il ricordo di Ilaria Alpi «venga valorizzato dalle generazioni future. Ricordare, in questo caso, è indispensabile affinché si arrivi ai veri responsabili della morte dei due reporter. Nel 2013 il Comune decise di intitolare la via dove siamo riuniti oggi (ieri per chi legge, ndr) ad Ilaria Alpi, come messaggio importante per la cittadinanza», conclude.

 

Al termine della commemorazione, il Consiglio di Frazione di Vicarello ha annunciato che invierà la documentazione della cerimonia all’Associazione Ilaria Alpi. Mentre la maestra Bellotti ha deposto una corona di fiori presso il cippo dedicato alla memoria della giornalista Rai scomparsa nel 1994.