Collesalvetti Il gruppo consiliare di Cittadini in Comune per Collesalvetti ha depositato oggi la sua prima mozione con oggetto “Adesione del Comune di Collesalvetti al percorso 10 passi verso Rifiuti Zero”. A renderlo noto la stessa lista civica, che in una nota parla di “un salto di qualità sul tema ambientale e la gestione dei rifiuti; era uno dei primi punti di programma per questa nuova lista civica che ha corso in modo indipendente alle ultime elezioni e siede oggi nei banchi della minoranza con due consiglieri”.
«Con questo atto tutt’altro che formale o scontato – spiega Emanuele Marcis – chiediamo al Consiglio Comunale di dare un indirizzo politico preciso alla Giunta, per raggiungere l’obiettivo regionale di raccolta differenziata al 70% previsto per il 2020 e superare la soglia minima di legge del 65% che costringe da anni i colligiani a pagare penali».
«Siamo circondati da esempi virtuosi, Comuni con caratteristiche simili a quello di Collesalvetti che hanno raggiunto risultati incredibili, come ad esempio Calcinaia che ha una popolazione paragonabile a Collesalvetti che nel 2012 ha raggiunto il 72% quando nel 2011 era allo stesso livello che ha Collesalvetti ancora nel 2017 (un imbarazzante 42%, sotto la media provinciale del 44%, regionale del 54% e nazionale del 56% ). Le tariffe? A Calcinaia nel 2017 sono inferiori del 13% rispetto a Collesalvetti a fronte di una raccolta differenziata dell’81% contro il 42% di Collesalvetti. I rifiuti se separati bene diventano una preziosa risorsa, per Collesalvetti invece oggi sono soltanto un costo».
«Oppure come ad esempio Riparbella – prosegue Diego Dal Canto, un attivista che ha partecipato alla stesura del documento – che ha un nucleo urbano simile a quello di molte nostre frazioni, ed è gestita da REA come Collesalvetti: in pochi mesi, nel 2019, è stato raggiunto l’80% di raccolta differenziata partendo da meno del 30%, tutto questo grazie all’utilizzo della raccolta domiciliare e l’utilizzo dei compostori di comunità che tolgono la parte organica, circa la metà in peso dei rifiuti urbani, dal ciclo dei rifiuti permettendone un immediato riuso all’interno della comunità».
Conclude Enrico Frontini: «chiediamo che il sindaco e la Giunta si impegnino in questo percorso, necessario non solo per il rispetto dell’ambiente e di obblighi di legge, ma anche per dare stimolo ad un’economia di tipo circolare, che deve rappresentare sempre di più un nuovo paradigma per il nostro territorio. Il Centro Ricerca Rifiuti Zero di Capannori, il Coordinamento Rifiuti Zero, ma anche il Conai o le altre realtà pubbliche e private di successo come quelle citate possono aiutarci indicando le scelte giuste da fare che sono ormai note ben collaudate, serve il giusto tempo per organizzare tutto nei dettagli, ma con una precisa volontà e unità di forze tra il mondo politico, associativo e produttivo si possono ottenere i grandi risultati di cui molti altri Comuni hanno già dato prova, sono infatti 290 i Comuni Rifiuti Zero in Italia per più di 6 milioni e mezzo di cittadini coinvolti».
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