Vicarello «Il barrocciaio era colui che trasportava materiale da costruzione con il barroccio e i cavalli sulla via Emilia, che metteva in comunicazione la bassa Toscana con il nord. Essendo l’unica strada che a quel tempo passava da Vicarello, i nostri antenati praticavano quasi tutti questo mestiere. Sono un po’ come i camionisti di oggi. Per i costumi di fine ‘800 e inizio ‘900 abbiamo attinto da un archivio storico di Pisa», affermano Nicola Cerretini ed Enrico Massei, fondatori del gruppo folkloristico “Ir Barroccio Fiorito”. Un’associazione nata per gioco nel 1999 in occasione della festa del patrono del 25 luglio, ma che poi ha assunto sempre più un carattere di ritualità.
«La cosa si è fatta più seria – spiega Nicola – nell’estate del 2000, quando io ed Enrico siamo andati in vacanza a Predazzo, in Val di Fiemme. Lì abbiamo conosciuto il presidente del gruppo folkloristico locale e abbiamo invitato il suo gruppo a sfilare a Vicarello. Il 21 ottobre successivo sono venuti da noi a sfilare, appunto, in occasione della Festa d’Autunno. Da quell’occasione il nostro movimento è cresciuto e ci siamo esibiti con ben 48 associazioni di altre località. Solitamente facciamo sfilate con musiche e balli da aprile ad ottobre».
Fino al 2011 il Barroccio ha ospitato, in occasione della Festa del Fieno, diversi gruppi delle Dolomiti e si è fatto conoscere non solo in tutta la Toscana, ma anche in molte località del Nord Italia ed europee. Nel Comune di Collesalvetti i suo membri hanno preso parte ad eventi come la Notte Clara o la Festa dell’Olio, mentre a Livorno hanno si sono esibiti durante la Coppa Barontini. E nel 2009, a dieci anni dalla fondazione, l’associazione ha pubblicato un libro celebrativo che raccoglieva le fotografie e testimonianze scritte dei protagonisti e ha organizzato una festa a cui hanno partecipato 14 gruppi folkloristici provenienti da tutta la penisola.
Cerretini racconta poi la storia della statua raffigurante un barrocciaio, installata a Vicarello nel novembre 2013: «Io andavo sempre in vacanza sulle Dolomiti fino a quattro anni fa. Da quelle parti conobbi Alberto Gasperina e scherzando gli dissi di farmi una statua di un barrocciaio di Vicarello, dato che lui era uno scultore. Poi – continua – passò qualche anno, fino a quando, la scorsa estate, gli dissi che al nostro paese sarebbe piaciuta per davvero una statua. Il 10 novembre 2013 lui, assieme ad alcuni suoi compaesani, ce l’hanno portata in dono. Questa statua è di legno di cirmolo, albero autoctono delle Dolomiti, resistente alle intemperie. L’inaugurazione – afferma – è avvenuta sotto il diluvio, ma tra la curiosità generale dei vicarellesi. Dopodiché, ho fatto mettere una targa celebrativa dall’oreficeria Meucci».
Ad aprile 2013, infine, c’è stato un cambio al vertice dell’associazione con la nomina del nuovo presidente Filippa La Punta al posto di Nicola Cerretini e del nuovo direttore artistico: Eros Florio. Quest’anno il Barroccio conta ben 56 iscritti:
Abate Giusy
Abdelrazeq Othman
Antonini Adriano
Bacci Sebastian
Bari Oronzo
Bechetti Adele
Biccone Michele
Bonelli Alessandra
Cambria Giusy
Carmassi Barbara
Casarosa Elena
Ceccotti Carolina
Cerretini Nicola
Cilia Cristina
Citi Cinzia
Cuzzupè Antonio
Cuzzupè Davide
Cuzzupè Giulia
Del Punta Federica
Denitri Francesco
Di Piazza Rosina
Diara Marisa
Dolcimascolo Martina
Evola Santa
Falaschi Graziana
Filidei Rebecca
Florio Eros
Gasperini Romano
Giudi Emiliano
La Punta Filippa
Liut Giorgio
Lotti Francesco
Lugli Alice
Marazzato Ottilia
Massei Enrico
Maurizi Arianna
Mazzolini Lavinia
Novi Maria Paola
Occhione Giuseppina
Orazzini Gloria
Parola Marco
Pesce Monica
Pierangeli Annamaria
Pierangeli Gabriela
Puccini Bianca
Puccini Daniela
Roncari Luigi
Sabatini Giulia
Tardella Giuseppe
Terreni Anna
Tessari Maria
Tocchini Dino
Vannozzi Alessandro
Vannozzi Leonardo
Vannozzi Lorenzo
Venturini Annamaria