Colleasalvetti “Entro un anno gli addetti ai Centri per l’impiego della Toscana passeranno dagli attuali quattrocento a circa mille. É quanto prevede il protocollo d’intesa firmato questa mattina presso la sede della Regione, dal presidente Eugenio Giani e dall’assessore regionale al lavoro e alla formazione, Alessandra Nardini e dai sindacati Cgil, Cisl e Uil“. A renderlo noto la stessa Regione Toscana.
“Già oggi i 53 Centri per l’impiego attivi in ogni area della Toscana – si spiega in una nota della Regione – prendono in carico ogni anno circa 300.000 utenti e si occupano delle richieste che giungono loro da 20.000 imprese presenti sul territorio“.
“Il protocollo – spiegano dalla Regione – prevede anche l’istituzione di una nuova figura di addetto all’accoglienza. Tale operazione permetterà di rafforzare i servizi di prima informazione nei Cpi. Si tratta di un intervento quanto mai necessario in una situazione difficile come quella attuale, che ha evidenziato la necessità di intervenire in maniera differenziata per garantire il superamento delle disuguaglianze nell’accesso ai servizi con particolare riferimento al superamento del divario digitale, assicurando il mantenimento di un alto standard di efficacia degli interventi. Entro fine anno sarà indetta una nuova gara con la quale saranno garantite prestazioni aggiuntive erogate dai Cpi. Sarà così possibile offrire a tutti coloro che cercano lavoro e alle imprese che necessitano di manodopera, nuove metodologie e personale altamente qualificato, utili sia a favorire l’incontro tra domanda e offerta di lavoro, sia a supportare l’erogazione dei servizi, oltre a strumenti e dispositivi per la formazione continua degli operatori. Obiettivo è la drastica riduzione del disallineamento tra domanda e offerta di lavoro“.
“Con il protocollo si pone infine l’obiettivo di valorizzare il modello organizzativo dei Centri per l’impiego, anche tramite l’investimento nelle infrastrutture tecnologiche e sulle sedi, al fine di avere strutture moderne, funzionali ed integrate per rispondere ai bisogni emergenti sempre più legati a problematiche di carattere lavorativo e sociale, con l’obiettivo di mantenere l’originalità del modello toscano fortemente incentrato sulla governance pubblica, rafforzata da una proficua integrazione tra pubblico e privato. Il modello toscano mostra come nelle indagini di soddisfazione siamo la prima Regione nella valutazione dei servizi data dai cittadini (secondo l’indagine di soddisfazione promossa dall’Anpal, con punte di gradimento degli utenti che superano il 90%). Nella fase di lockdown la Toscana è stata tra le prime Regioni ad avere offerto servizi tecnologici avanzati, grazie anche alla figura innovativa del facilitatore digitale, di supporto ai cittadini e alle imprese, e ad avere riaperto i servizi al pubblico“.
«Si tratta – spiega Giani – di più che un raddoppio del numero degli addetti. È la modalità che abbiamo scelto per rendere più facile ed efficace l’incontro tra domanda e offerta di lavoro e che ha contribuito a rendere la Toscana una regione all’avanguardia in questo strategico settore. Il nostro obiettivo è duplice: da un lato mantenere i livelli occupazionali, dall’altro rafforzare e qualificare i percorsi di transizione e di inserimento nel mondo del lavoro, tramite il potenziamento delle politiche attive del lavoro. Vogliamo anche potenziare la nostra capacità di risposta nei confronti del sistema delle imprese, con la consapevolezza che un maggior collegamento con il sistema produttivo è condizione imprescindibile per favorire la connessione tra i servizi di orientamento e quelli di intermediazione, per far acquisire ai Centri per l’impiego un ruolo operativo più incisivo».
«Il perseguimento degli obiettivi che ci siamo dati – così l’assessore regionale al lavoro e alla formazione, Alessandra Nardini – passa anche attraverso il completamento del processo di riorganizzazione della rete regionale dei servizi all’impiego, teso ad erogare in forma integrata misure di politica attiva del lavoro nei confronti di disoccupate e disoccupati, lavoratrici e lavoratori destinatari di ammortizzatori sociali e a rischio di disoccupazione, ed offrire percorsi più adeguati ed efficaci di inserimento o reinserimento nel mercato del lavoro. In questo modo pensiamo di riuscire ad aumentare la quantità e la qualità dei servizi offerti a coloro che si rivolgeranno ai Centri per l’impiego (Cpi). Ci tengo, infatti, a sottolineare come oggi più che mai, nel difficile momento che stiamo attraversando, questa scelta di potenziare il principale strumento per l’incontro tra domanda e offerta di lavoro, sia ancora piú determinante per l’occupazione e quindi per la ripartenza della Toscana. Alle lavoratrici e ai lavoratori dell’Agenzia regionale toscana per l’impiego chiedo uno sforzo e un ulteriore impegno all’altezza della difficile situazione socio-economica che stiamo vivendo anche in Toscana. Siamo contenti di essere giunti alla firma di questo Protocollo con il pieno coinvolgimento e il sostegno delle organizzazioni sindacali».
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