Stagno Dello “sversamento nelle acque superficiali di acque contaminate da idrocarburi, fuoriuscite dal perimetro della raffineria ENI” e “più in generale sulla situazione in raffineria a seguito del nubifragio“. Su questo ha riferito Arpat alla riunione del Centro di Coordinamento della Protezione Civile presieduto dal Prefetto di Livorno alla presenza del Presidente della Regione, a seguito dell’evento alluvionale avvenuto sabato 9 settembre. In quella sede l’Agenzia Regionale per la Protezione Ambientale della Toscana ha riferito sugli aspetti di carattere ambientale di tutta la vicenda.
“L’Agenzia – si legge in una nota – ha riferito che, in collaborazione con la Capitaneria di Porto, che per prima ha rilevato la presenza di idrocarburi nelle acque portuali, lunedì 11 ha effettuato un’ispezione presso il Fosso della Botticina in corrispondenza con l’intersezione di Via Enriques nel quale si riversavano acque contaminate da idrocarburi dal Fosso del Capannone, proveniente dal perimetro sud dello stabilimento”.
“La Capitaneria – si legge ancora nel testo – in collaborazione con l’Autorità Portuale, ha attivato le squadre di bonifica della Labromare che ha provveduto a posizionare delle panne assorbenti in corrispondenza dell’intersezione con Via Enriques e più a valle, prima della confluenza col Canale Industriale, e ad aspirare il materiale idrocarburico in superficie. Tale attività è proseguita per tutta la giornata di lunedì 11 settembre e nella giornata odierna (di ieri, ndr).
“Dal sopralluogo svolto da Arpat nella mattina di martedì 12 – prosegue il comunicato dell’agenzia – la situazione del Fosso della Botticina risultava migliorata, in quanto lo sbarramento prodotto dalle panne all’altezza di Via Enriques permetteva il contenimento dell’inquinante. La direzione dello stabilimento ENI ha dichiarato che non vi erano sorgenti attive di contaminazione (sversamenti da serbatoi e tubazioni), ma che le acque contaminate da idrocarburi fuoriuscite dalla raffineria provenivano dalla rete delle acque fognarie dello stabilimento portate in superficie dalle abbondanti precipitazioni“.
Presenza di maleodoranze diffuse di idrocarburi “Riguardo alla presenza di maleodoranze diffuse di idrocarburi, segnalate dalla cittadinanza di Livorno, dalla frazione di Stagno e di Calambrone, le verifiche effettuate da Arpat fino da domenica 10 settembre, hanno permesso di accertare che l’origine delle maleodoranze lamentate era da attribuire al ristagno delle acque contaminate da idrocarburi all’interno della raffineria. Al momento non sono stati rilevati effetti significativi sulla qualità dell’aria, attraverso le centraline della rete di monitoraggio regionale, i cui dati sono pubblicati sul sito dell’Agenzia”.
I sopralluoghi presso la Raffineria ENI “Tecnici Arpat e della Capitaneria di Porto – si legge ancora nel documento – hanno effettuato due sopralluoghi nella Raffineria ENI, il primo l’11 settembre ed il secondo 12 settembre. Lunedì 11 non è stato possibile accedere all’interno dello stabilimento per motivi di sicurezza e di viabilità interna, in considerazione della quantità ingente di acque ancora presente nei piazzali; non è stato pertanto possibile ispezionare l’impianto di trattamento acque né la zona di fuoriuscita delle acque, posizionata lungo il perimetro sud dello stabilimento fra i serbatoi 148 e 149. Martedì 12 è stato possibile accedere all’interno dello stabilimento ed effettuare un’ispezione degli impianti”
Gli elementi emersi dalla riunione del Centro di Coordinamento “Al tavolo odierno (la nota di Arpat è del 12 settembre, ndr) del CdC è stata analizzata la situazione del sito industriale, chiedendo alla direzione dello stabilimento informazioni aggiornate”. Arpat riferisce a sua volta quanto riferito dalla direzione: “la raffineria ha effettuato la fermata progressiva e completa degli impianti di produzione nella giornata di domenica 10 settembre, secondo le procedure previste, per la sicurezza degli impianti e la minimizzazione degli impatti ambientali; sono state seguite le procedure di emergenza previste dai piani di stabilimento; vista l’eccezionalità dell’evento, sono state valutate tutte le possibili azioni da mettere in campo”.
“A tal proposito – si legge in chiusura della nota di Arpat – il Prefetto ha richiesto alla direzione dello stabilimento di presentare entro mercoledì 13, un piano di dettaglio delle azioni necessarie per la gestione delle acque contaminate, la quantificazione dei volumi in gioco, della capacità di aspirazione e stoccaggio, dei tempi di trattamento e di attuazione degli interventi, fino al ripristino della funzionalità degli impianti”.
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