L’editoriale Della crisi nei Consigli di Frazione si è scritto più volte su queste pagine. Clamoroso fu il caso del CDF di Stagno, che nel marzo 2016 entrò in conflitto aperto col Comune. Il suo presidente con Collenews non usò mezze parole: «Al sindaco non va bene il nostro operato?! Venga, ci sciolga e spieghi alla cittadinanza il perché». Sul caso era intervenuto anche Benedetti (Rifondazione Comunista): «c’è un’Amministrazione che non crede nella partecipazione», aveva detto dando una sua lettura dello scontro col CDF di Stagno. Un altro segnale forte fu dato quando il CDF stagnino disertò l’incontro organizzato dal PD.
Ma quello di Stagno-Biscottino non fu un caso isolato. Abbastanza sopra la righe fu anche la reazione del Consiglio di Frazione di Vicarello, che aveva lamentato ignoranza e mancanza di considerazione e coinvolgimento. «Serviamo solo per l’utilizzo della sala?!» si erano chiesti, avviliti e retorici, i consiglieri. Stesso avvilimento e stessa crisi esistenziale che si respirò anche nel CDF delle Colline che, nel rivendicare il diritto ad avere più rispetto da parte dell’Amministrazione, si chiese: «Abbiamo ancora senso di esistere?!».
Continuano ad essere un valore aggiunto i CDF per il territorio colligiano? In tanti la pensano ancora così, ma una cosa è certa: va invertita la rotta. Vanno ripensati e valorizzati; occorre fornir loro nuovi strumenti e migliorare il loro modus operandi; vanno ascoltati e coinvolti. Altrimenti, quelle persone volenterose del territorio che vi si candidano, nei 5 anni di mandato si logorano, perdono entusiasmo e si finisce così per bruciare delle persone che potrebbero dar molto al territorio ma che, non messe in condizione di farlo, si demotivano e si perdono.