Diego Banti (Direzione Italia)

Guasticce Mercoledì sera si è riunito il Consiglio di Frazione di Guasticce. Presente alla seduta anche lo stagnino Diego Banti di Direzione Italia.«L’incontro era pubblico, ma vorrei ugualmente ringraziare il presidente Enrico Del Corso per la disponibilità all’apertura».

Nel merito degli argomenti trattati, per Banti «la cosa che più salta agli occhi, anche in questa circostanza, è che anche in questa frazione, esattamente come a Stagno, Vicarello e le frazioni collinari, si avverte un netto distacco tra la frazione e il Comune. Anche qui, anche per le piccole cose, non sembra esserci risposta e attenzione: è emerso in maniera evidente durante l’analisi dei vari punti dell’ordine del giorno ed esplicitamente al termine, quando c’è stata una breve discussione sull’argomento».

«La nostra posizione è che sia stato un bene aver voluto e mantenuto i CDFma se non vengono utilizzati come si deve la loro presenza diventa inutile. Questo non dovrebbe accadere, invece purtroppo è così, dunque se da un lato l’Amministrazione merita un plauso per averli tenuti, dall’altro è giusto sottolineare il pesante e grave demerito nell’averli trascurati in tutti questi anni».

«Noi pensiamo che un Comune come il nostro, con un’estensione territoriale superiore a quella di Livorno (107 km^2 contro 104 di Livorno) ma una popolazione nettamente inferiore (17.000 contro 160.000) e appunto frazionata, necessiti sicuramente di una rappresentanza localizzata nei paesi più importanti. Queste rappresentanze devono fungere da “sentinelle” per tenere d’occhio il territorio, segnalare i problemi e contribuire a risolverli, permettere e facilitare la vita e le iniziative dei paesini, sensibilizzare e informare su questioni di interesse locale o comunale, contribuire a tutelare l’ambiente. Si tratta del tramite ideale fra cittadino e Comune in questo caso».

«Un’Amministrazione che si rispetti, tra le prime cose, deve tenere d’occhio la partecipazione dei cittadini, valorizzarla in primis con la propria attenzione, tenere conto dei messaggi e delle indicazioni che arrivano dal territorio stesso e poi agire. Oggi tra l’altro esistono strumenti tecnologici per favorire e ampliare la partecipazione, è questione di volontà nell’iniziare ad usarli. Questo è ciò che secondo noi dovrebbe fare un’Amministrazione attenta, ma che invece non avviene».

«In realtà, non è solo dei CDF il problema, ma anche delle associazioni del territorio che vanno anch’esse avanti su base volontaria, senza che nessuno ci guadagni niente. Si tratta di forme di iniziativa privata che meritano attenzione e incoraggiamento, oltre ad un plauso, per ciò che danno alla comunità senza chiedere di fatto niente in cambio. Un cambiamento è ciò che sarà inevitabilmente necessario fra 2 anni, alle prossime Amministrative. Noi ci saremo».

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