iniziativa-pd-stagno-per-caserma-e-svincoloCollesalvetti «Sindaco e Giunta si assumano le loro responsabilità». Era la richiesta pervenuta nei giorni scorsi da Rifondazione Comunista all’indirizzo dei vertici dell’Amministrazione Comunale, che avevano fatto, in vista del referendum costituzionale del 4 dicembre scorso, apertamente propaganda a favore del SÌ. «Impegnati giorno e notte sui Social Network, ci pare abbiano fatto di tutto togliendo tempo all’incarico amministrativo», avevano accusato i comunisti locali, ma i loro rilievi erano ben più ampi (qui si possono leggere per intero). Ora, il partito chiamato in causa, il PD, risponde. Con pungente ironia.

 

«Dopo aver letto la nota diffusa da Collenews – si legge in un comunicato del PD – il Partito Democratico di Collesalvetti vuole manifestare la propria solidarietà ai componenti di Rifondazione Comunista locale, per il momento di grande difficoltà che chiaramente stanno vivendo. Senza entrare nel merito del referendum, per il quale tutte le forze politiche si sono abbondantemente espresse prima e dopo il voto, constatiamo che il basso livello di cui parla la nota riferendosi alla campagna referendaria sta serenamente protraendosi, arrivando ad associare l’esito dello stesso ad una valutazione dell’operato del sindaco, a cui addirittura viene chiesto un atto di “responsabilità”».

 

«Non occorre grande memoria per ricordare che il sindaco Bacci, fin dal momento della sua prima elezione a sindaco di questo Comune, si è sempre politicamente schierato in ciò in cui credeva, per qualsiasi appuntamento elettorale, senza il tipico stare alla finestra dei politici politicanti buoni per tutte le stagioni. Ma non occorre grande memoria neanche per ricordare che per le elezioni politiche o europee, ci sono state occasioni in passato in cui il sindaco e l’allora vicesindaco, oggi segretario di Rifondazione Comunista,  si sono trovati entrambi ad esporsi, in modo pubblico, su fronti diversi, pur essendo legati dal rapporto amministrativo. Strano che tutto ciò, allora, non ledesse principio il rappresentanza istituzionale, che anche per noi rimane fermo ed inviolabile».

 

Alberto Benedetti

Alberto Benedetti, ex vicesindaco e attuale segretario di Rifondazione Comunista Collesalvetti

«Dal 2009 al 2014, l’allora vicesindaco, attuale segretario comunale di Rifondazione, non limitava certo la propria esposizione in occasione di competizioni elettorali, pur ricoprendo un ruolo istituzionale: ci chiediamo perché  “le regole basilari sul rispetto e l’etica” così tanto care a Rifondazione non siano state lese anche allora. Fa sorridere il fatto che basti non avere più le percentuali per entrare in Consiglio Comunale, e quindi non avere più incarichi in maggioranza, prima per uscire dalla stessa e poi per sfruttare ogni occasione, anche la più puerile, per fare polemica, dimenticarsi del proprio percorso politico».

 

«Il Partito Democratico sa benissimo che ci sono sostenitori del NO che hanno votato per questa Amministrazione. Quotidianamente il sindaco ha ricevuto commenti, anche pubblici, ad esempio sui Social Network, di cittadini che condividendo la linea di questa Amministrazione manifestavano la propria volontà di votare NO al Referendum. Si chiama democrazia. La quale si articola in varie forme. Elezioni politiche, europee, amministrative, regionali e consultazioni referendarie. A noi piace pensare che ogni risultato sia legato alla valutazione che i cittadini fanno nel merito, anche se capiamo che esistono forze politiche che strumentalizzano le consultazioni per finalità di tutt’altro tipo, cercando peraltro quella visibilità che in elezioni politiche certamente non avrebbero».

 

«Fa sorridere aver letto dichiarazioni di esponenti locali dei partiti che si richiamano al comunismo e che sostengono che la vittoria del NO sia dovuta al contributo decisivo dell’autodefinitasi “Sinistra-Sinistra”. Evidentemente i nostri amici di Rifondazione dimenticano che un forte contributo è arrivato loro da forze politiche della Destra più becera, così come da quelle di Destra mascherata, quella per intendersi di chi oggi sostiene che parlare di fascismo e antifascismo sia come parlare di guelfi e ghibellini».

 

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