Stagno non trova pace ed è ancora vittima di atti di vandalismo. A subire il danno ancora una volta la scuola primaria della frazione. Scritte sul muro, scarabocchi sui banchi e sui vetri delle finestre, materiale didattico gettato per terra e ancora colori a tempera sempre sui muri e sui banchi.
Condanna per il gesto è stata espressa dell’Amministrazione Comunale che parla di “gravi comportamenti che colpiscono un patrimonio della collettività tutta”. Dal Municipio fanno sapere che l’Amministrazione ritiene sia necessario che venga messo in campo un presidio maggiore da parte delle Forze dell’Ordine soprattutto nei confronti di scuole ed edifici pubblici, recentemente al centro di veri e propri raid vandalici all’interno della frazione di Stagno, al fine di scoraggiare il ripetersi di questi spiacevoli eventi.
A tal proposito il sindaco ha immediatamente scritto al prefetto e al questore, informandoli dell’accaduto affinché possa essere posto in essere il massimo sforzo sinergico da parte delle Istituzioni. Dal Comune anche un invito a tutti i cittadini che avessero informazioni relative a questo ennesimo reato contro i beni pubblici, a segnalarle prontamente alle autorità competenti.
I precedenti Nel gennaio scorso la frazione era stata vittima di vandalismo quando furono imbrattate avvolgibili e scalini della scuola. Già lì la frazione e l’Amministrazione Comunale tentarono di reagire con un progetto didattico che facesse sì che si passasse dal vandalismo all’arte. Non solo la scuola, tuttavia, nel paese è stata vittima di atti vandalici. I danni alla Pista “Ivo Mancini” del maggio scorso quando “comparve” una scritta in spray nero per terra lungo il percorso, fu rotto un lucchetto e, per non farsi mancare nulla, furono portate via alcune sedie sono un altro esempio si come la frazione sia presa di mira. A inizio 2015 poi, sempre alla Pista “Mancini” altri danni: fu tranciato il tubo del gas dell’area di somministrazione, portato via una bombola e tranciato, in evidente atto di spregio, anche il palco pubblico.
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