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La riunione della discordia

L’editoriale «La comunità locale sta diventando, suo malgrado e forse non del tutto consapevolmente, oggetto di diatribe che con l’interesse generale hanno poco a che spartire e che sembrano invece molto più orientate a creare inutili e falsi allarmismi e a fomentare disagi e scontento per obiettivi maldestri di destabilizzazione».  «Forse, se invece di dedicare tempo a invitare la stampa, si fosse alzato il telefono per concordare con il sempre disponibilissimo assessore Menicagli una data, oggi saremmo qui a parlare di un incontro utile e costruttivo». Sono due frasi del sindaco Bacci a margine della riunione indetta congiuntamente dai Consigli di Frazione di Stagno e Guasticce. Con chi ce l’abbia il primo cittadino colligiano non è un mistero.

 

Se infatti all’inizio della sua replica alla riunione di Stagno (leggi qui) Bacci si tiene sul generico, un’altra sua frase, successiva, chiarisce meglio chi sia l’oggetto delle sue critiche. La frase è questa: «Lo stesso presidente del Consiglio di Frazione di Guasticce, coinvolto per dare il senso che ci fosse una condivisione nell’impostazione dell’iniziativa, era certo che la data fosse stata concordata con l’assessore». Va da sé che la disapprovazione del sindaco è tutta per l’atteggiamento del Consiglio di Frazione di Stagno. Il quale, peraltro, non è nuovo a questa linea e a polemiche, anche aspre, con l’Amministrazione Comunale. E fin qui è tutto normale. Viviamo in un contesto di pluralismo democratico e come il sindaco, espressione del partito che ha vinto le elezioni, ha tutto il diritto (e il dovere) di attuare la propria linea politica, riscontri o meno la condivisione di questo o quel Consiglio di Frazione, quest’ultimo ha tutto il diritto di vederla diversamente e di riunirsi per discutere di una determinata questione.

 

Ciò che sorprende, invece, è un altro dato. Quello comunicativo. Da un lato infatti secondo Bacci «lo stesso presidente del Consiglio di Frazione di Guasticce» è stato «coinvolto per dare il senso che ci fosse una condivisione nell’impostazione dell’iniziativa», dall’altro il presidente del Consiglio di Frazione di Stagno Cintio parla di un Del Corso «che ha fortemente aderito all’iniziativa». Da un lato il CDF stagnino può aver sbagliato a non concordare la data della riunione con l’assessore, dall’altro è pur vero che, giunta con ampio anticipo la convocazione in Municipio, si poteva alzare la cornetta del telefono e proporre una data frutto di concertazione. Non è questione di Destra o di Sinistra, ma di buon senso. Da ambo i lati ci dovrebbe essere sempre l’umiltà di fare la prima mossa, costi anche il sembrare ripetitivi. Se si pensa sempre “devono essere loro a fare la prima mossa”, non si va da nessuna parte. I rappresentanti del Municipio restano in Municipio, quelli dei CDF nelle sedi dei CDF e via dicendo. E se c’è una cosa che in una comunità piccola come quella colligiana è davvero inconcepibile per i cittadini, quella cosa è proprio questa. L’incomunicabilità. Che il sindaco si prenda con un presidente di Consiglio di Frazione o viceversa, non scandalizza. Che un rappresentante di associazione battibecchi con un assessore, allo stesso modo non dà scandalo. Il rimanere barricati nelle proprie sedi ad aspettare che l’altro faccia il primo passo; l’assenza di occasioni di incontro-scontro; una dialettica politica quasi insussistente; l’incomunicabilità…. questo sì che è incomprensibile per la gente.

 

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