Ettore Fiaschi (M5S)

Collesalvetti Non solo il sindaco Bacci e gli esponenti PD. Alla manifestazione organizzata dalla Provincia e dai Comuni di Livorno e Collesalvetti per la commemorazione delle vittime di Parigi c’era anche Ettore Fiaschi, consigliere comunale del Movimento 5 Stelle. «Credo – così Fiaschi – sia stato un atto dovuto, ma credo anche che sia atto dovuto fare le mie considerazioni. Era giusto piangere le 129 vittime di un atto “disumano” come definito da Papa Francesco. 129 vite spezzate nella loro quotidianità, strappate all’affetto dei loro cari. Un atto di guerra accaduto in casa nostra. E ci siamo indignati di questo, così come ci indignammo quell’11 settembre quando la guerra si spostò negli Stati Uniti. E, come allora, la risposta è stata unanime, andare a bombardare questi assassini a casa loro. E così la Francia ha cominciato a bombardare».

 

«Ci sono anche altri milioni di morti» «Purtroppo ci saranno i cosiddetti “effetti collaterali”, moriranno uomini, donne e bambini che niente hanno a che vedere con questi tagliagole, ma questo fa parte del gioco! Rombi di guerre, si odono in Europa, intorno a noi. Sono i motori degli aerei pronti a partecipare a nuovi bombardamenti. Sono i rombi delle guerre nel Mediterraneo. É il rumore dei conflitti che è legato alla fame, alle povertà, alla distribuzione delle risorse. Vorrei però che non solo oggi ma ogni giorno, si piangessero anche quei milioni di morti vivi che popolano la faccia di questa terra. Milioni di persone che non hanno accesso al cibo, all’acqua, alla salute, al lavoro, alla libertà. E questo per il volere di pochi. Per quel mondo dove l’1% di popolazione mondiale detiene il 48% delle risorse mondiali».

 

La riflessione sul sistema economico «Papa Francesco a Re di Puglia parlò di terza guerra mondiale, di una guerra diversa dove sono presenti tante piccole guerre più o meno convenzionali dove si fa uso di armi  dislocate in diverse zone del mondo e di una unica grande guerra a livello globale: “Il sistema economico”. Un’economia che non ha al centro il bene dell’umanità, ma solo ed esclusivamente il bene del singolo, l’arricchimento di quelle multinazionali a cui oramai abbiamo dato le chiavi del mondo e a cui i governanti di tutte le Nazioni si inchinano».

 

“Libertè, egalitè, fraternitè” Ieri qualcuno ha menzionato quelle bellissime parole “libertà, legalità, fraternità” simbolo di quella Rivoluzione Francese che doveva cambiare il futuro non solo della Francia ma di tutta l’Europa e del mondo. Una rivoluzione il cui intento è stato quello di cancellare le caste, una rivoluzione che parlava di uguaglianza! Oggi, non solo i francesi, ma tutti noi ci siamo dimenticati del significato di quelle parole. Aver sposato il sistema capitalistico americano ha cancellato tutti i sogni che ci erano stati consegnati da quella rivoluzione. Libertà: oggi, se vuoi fare parte del sistema è difficile rimanere libero negli stili di vita ed intellettualmente. La libertà di informazione è diventata utopia, il possedere è sinonimo di benessere. La legalità oggi accetta l’illegalità. Vedi anche in Italia l’inserimento dei proventi presunti dalla prostituzione nel calcolo del PIL ed il recente aumento sull’uso del contante o gli incentivi sulla nascita di nuove sale per le scommesse. Fraternità. Difficile essere fratelli quando ci viene chiesto di essere “un vincente” a tutti i costi. Quando le diversità sono viste come pericolo».

 

«Un nuovo mondo è possibile, ma non fermiamoci ai proclami» «Io continuo a credere che un nuovo mondo sia possibile. Un mondo fondato sulla giustizia, sull’uguaglianza, sulla distribuzione equa delle ricchezza e delle risorse. Non fermiamoci ai proclami, a quelle azioni da filantropi di turno che effettuano donazioni con carte di credito di banche coinvolte nel mercato delle armi, contribuiamo alla nascita di una società in movimento che chieda e provochi il cambiamento e si riappropri dei propri diritti e del proprio bene comune. É per questo che sul mio comodino, da ieri, ho l’ultimo libro di Don Ciotti il cui titolo è “Io non tacerò”».

 

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