L’editoriale La seconda volta è sempre una strada in discesa?! Sarà! Ma per il giovane sindaco di Collesalvetti, Lorenzo Bacci, non sembra affatto così. Il suo secondo mandato, infatti, nonostante la gioia iniziale per la riconferma elettorale (che fra gli stessi vertici del PD locale in molti non davano affatto per scontata: si pensava al ballottaggio, come minimo), presenta per il 34enne di Guasticce tutta una serie di seccature, che al confronto i primi 5 anni possono essere considerati alla stregua del giardino dell’Eden di biblica memoria.
A partire dalla stessa Aula consiliare in cui siede anche la maggioranza che tiene in piedi la sua Giunta. Se nel primo mandato, infatti, Bacci ha avuto a che fare con un Centrodestra che per ammissione di alcuni dei suoi stessi esponenti gli ha, se non “retto corda”, quantomeno non dato troppo fastidio (e proprio per questo molto verosimilmente è stato punito dal proprio elettorato), in questi 5 anni in Aula c’è e ci sarà anche il Movimento 5 Stelle, che seppur molto contenuto nel fare opposizione rispetto al tenore di quella che i colleghi del nazionale fanno in Parlamento, sicuramente la fa molto di più del Centrodestra, specie di scorsa legislatura. Ma anche nel suo stesso partito le acque non sono sempre calme, fra dimissioni di esponenti storici come Carlo Santucci e moniti come quello di Giuliano Lupi sugli ultimi allagamenti a Guasticce («io a questo gioco non ci sto più»).
Sempre rimanendo nel panorama partitico, l’altra clamorosa grana per Bacci è il divorzio da Rifondazione Comunista che con le proprie prese di posizione sul bilancio di previsione (l’atto politico per antonomasia) prima e con la battaglia giocata in prima linea sulla questione del servizio scuolabus poi, ha sancito la propria uscita dalla compagine di maggioranza. Una maggioranza a guida renziana, le cui politiche piacciono sempre meno alla Sinistra cosiddetta più radicale. Colui che era suo braccio destro, l’ex vicesindaco Alberto Benedetti, ora accanto a Bacci non c’è più. E se la cosa è irrilevante sul piano numerico (Rifondazione non è riuscita ad entrare in Consiglio Comunale e dunque non può far pesare i propri voti in Aula), così non è sul piano delle dinamiche strettamente politiche, analizzando le quali non si può che parlare di fatto clamoroso.
C’è poi la novità rappresentata dal Comitato Collesalviamo l’Ambiente che giocoforza ha trascinato l’Amministrazione Bacci nella partita ambientale, che lo stesso comitato appare assolutamente intento a giocarsi fino in fondo. Soprattutto con la strada, che appare ormai praticamente spianata, del ricorso al TAR. Qui non è solamente Bacci, a onor del vero, a giocarsi una posta molto alta, ma lo stesso comitato. Chi dei due perderà, dovrà fare i conti con una sonora sconfitta, che magari non rappresenterà la fine di un percorso, ma certamente una sonora sconfitta sì.
Altre grane, lo si accennava prima, sono rappresentate dalla situazione idrogeologica, soprattutto nelle frazioni di Stagno e Guasticce e dalla questione degli scuolabus, per il caso di una bambina di Biscottino che può usufruire del servizio per andare all’asilo solamente all’andata. Oltre alla questione dello spostamento di Lonzi nella stessa Biscottino, su cui Collesalviamo l’Ambiente non manca di tenere il fiato sul collo dell’Amministrazione. Scuolabus e Lonzi sono questioni recenti, non così la situazione idrogeologica a Stagno e Guasticce che rappresenta un problema più che annoso e proprio per questo una questione per la quale la gente si sta arrabbiando parecchio.
Come può dunque Bacci far fronte a tutti questi problemi e vivere questo suo secondo mandato in maniera più serena, garantendo a sé stesso e al suo partito consenso e fiducia? Una ricetta c’è, ma vale tanto per Bacci come per tutte le altre forze politiche del territorio. Sì, perché chi vive a stretto contatto con la gente comune, stremata dalla crisi economica, spesso vessata da una burocrazia assurda e disumana, disorientata da cambiamenti epocali, capisce bene quanto viviamo sempre più in una società post-ideologica, bene o male che sia. Una società per la quale conta sempre di più il politico che fa, a prescindere dall’etichetta partitica. Per questo la ricetta vale tanto per Bacci quanto per tutte le altre forze politiche.
Un uomo di governo (più o meno locale che sia), un partito – questa la ricetta vincente – che faccia della concretezza il paradigma del proprio agire politico, un uomo di governo che sia in grado di ascoltare i cittadini con umiltà, che si prodighi – al netto della difficoltà dell’amministrare, della finitezza e scarsità delle risorse di cui solo gli utopisti possono non rendersi conto – per risolvere i problemi, avrà successo e sarà amato dalla propria comunità. Nel piccolo della realtà colligiana, questo significa occuparsi operosamente ed efficacemente di tutti i problemi sopra elencati e risolverli. E dunque: sistemi fognari, depuratori, strade, strutture, opere pubbliche e manutenzione. Occuparsi di tutto questo, consapevoli che il tempo è scaduto da un po’ e la gente è sempre più stufa di problemi che vanno avanti, irrisolti, da decenni e che sono la vera fonte dell’antipolitica.
Con l’ascolto umile ed attento delle persone, con una presenza costante, sistematica ed amichevole, su tutto il territorio comunale, con il tema della concretezza assurto a paradigma dell’azione politica, Bacci, come ogni altro politico colligiano (la ricetta è la stessa per tutti), potrà assicurare a sé e al proprio partito consenso, amicizia e riconoscenza da parte dei cittadini.
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