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Daniele Rossi (capogruppo Movimento 5 Stelle in Consiglio Comunale)

Collesalvetti È un Rossi a tutto campo quello che oggi, tramite le pagine di Collenews, parla della centrale a biomasse attualmente in costruzione fra Stagno e Guasticce. Il capogruppo del Movimento 5 Stelle in Consiglio Comunale ritiene «tardive scuse del Bacci», che  «doveva metterci la faccia e non far “massacrare” dalla cittadinanza il suo assessore nella riunione di Guasticce». Il pentastellato colligiano, nel rivolgere il proprio plauso al neonato comitato Collesalviamo l’ambiente, parla anche delle prossime azioni che intende mettere in campo in Consiglio Comunale.

 

Rossi, vogliamo riepilogare con i lettori di Collenews qual’è la posizione del Movimento 5 Stelle sulla centrale a biomasse in costruzione fra Stagno e Guasticce?

«Voglio iniziare puntualizzando un aspetto: a fine marzo 2014, con i lavori della suddetta centrale già iniziati, nessuno di noi consiglieri del Movimento 5 stelle era stato informato dell’accaduto. Dopo una rapida verifica, abbiamo appurato che perfino i consiglieri della maggioranza, e cosa ben più grave, neppure la commissione ambiente presieduta da un membro del PD, sapevano alcunchè della questione. Ci siamo immediatamente attivati, e siamo andati negli uffici preposti a richiedere le documentazioni necessarie, ed abbiamo scoperto con nostro disappunto che non un singolo atto era presente all’interno dell’ufficio ambiente relativo alla questione. La prima richiesta di documentazione da parte dell’ufficio ambiente di Collesalvetti nei confronti del privato è stata poi datata 02 aprile 2014, con un risveglio tardivo della nostra Amministrazione. Da notare l’incongruenza della documentazione richiesta in data successiva all’inizio dei lavori. Idealmente, come gruppo politico, non siamo contrari a priori ad interventi similari, ma di questa questiona abbiamo fin da subito rilevato alcune criticità che ci hanno lasciato molto perplessi: la mancanza di atti, il mancato coinvolgimento della cittadinanza e della commissione preposta, se non di tutto l’arco consiliare, gli zero benefici goduti dalla cittadinanza nei confronti dell’aumento di inquinanti nell’aria che dovranno sopportare e, forse la cosa più grave di tutte, il fatto che detto impianto non va a sopperire una fonte inquinante più elevata, ma viene fatta ex novo, in totale spregio delle condizioni ambientali critiche dei nostri territori. Nei telegiornali parliamo di Ilva, e guardiamo sdegnati. Beh, il nostro Comune è molto vicino a quei dati, in alcune sue zone. A Stagno, ad esempio, nel corso di un anno uno stagnino vede morire per malattie legate a tumori mediamente il doppio se non il triplo delle persone che mediamente muoiono per cause similari nel resto del territorio nazionale. Questo non vuole essere allarmismo, ma semplicemente riportare questa Amministrazione al suo ruolo di garante della salute dei cittadini, piuttosto che mera esecutrice delle politiche nazionali del PD, con un occhio alla scalata che il nostro sindaco sta facendo al suo interno».

 

Che mosse avete intenzione di mettere in campo in Consiglio Comunale?

«Riguardo alle mosse da portare avanti in Aula faccio un breve riepilogo: abbiamo chiesto immediatamente di visionare gli atti, abbiamo sollevato la questione tramite il CDF di Guasticce, ringraziamo molto Paolo Schiavon e Moreno Botrini per aver fin da subito collaborato per aiutarci a portare alla luce questa problematica del territorio, ed abbiamo inoltre cercato di coinvolgere l’Amministrazione nella persona del sindaco e dell’assessore all’ambiente in un confronto con la cittadinanza preoccupata, ma abbiamo trovato un muro di gomma. Infatti, a seguito del primo incontro a Guasticce, la miccia che ha acceso la proccupazione dei cittadini, per ben due volte il sindaco ha convocato riunioni private con i cdf di Stagno e Guasticce senza aprire alla cittadinanza. Il primo incontro, come tutti sanno, è stato disertato in toto dal Consiglio di Frazione di Stagno, e parzialmente da quello di Guasticce, ed ha comportato poi come reazione popolare quella della nascita del Comitato Collesalviamo l’Ambiente. Il secondo incontro, non è servito poi, come evidenziano le ormai quasi mille adesioni del comitato suddetto, a stemperare le paure della cittadinanza. Abbiamo quindi presentato in Consiglio Comunale una mozione di indirizzo, che costringesse la Giunta a modificare il regolamento esistente e rendere più sicuri e vantaggiosi per la comunità gli eventuali nuovi impianti in merito. Ne dico una, giusto per far capire: l’Emilia Romagna ha vietato le centrali nelle vicinanze di siti produttivi di Grana Padano. É possibile, seguendo sempre le direttive regionali, rendere più impervio il percorso per l’installazione di queste strutture. Questo chiediamo con questa mozione: aprire una discussione allargata a tutte le forze politiche per vedere se è possibile aumentare le tutele per la cittadinanza. In un primo momento, il gruppo di maggioranza ha chiesto tempo. Noi glielo abbiamo dato, ed abbiamo, come da streaming si può verificare, rimandato la discussione in merito per permettere loro di raccapezzarsi sul tema. Abbiamo dato la massima disponibilità ad accettare eventuali emendamenti da parte del PD e di Forza Italia, sempre nell’ottica di velocizzare il possibile l’iter di approvazione della stessa, e nonostante ciò, il gruppo di maggioranza ci ha chiesto di rinviare ancora la discussione in vista dell’incontro/seminario sulle biomasse che in questi giorni l’Amministrazione ha organizzato. Ad ora, abbiamo una conferenza dei capigruppo martedì alle 15:00, in cui nuovamente discuteremo delle loro posizioni riguardo questa mozione. Che ripeto, potrebbe essere approvata serenamente domani, in quanto vincola solo la Giunta riguardo l’apertura di un tavolo di modifica regolamentare comunale. Il vero lavoro andrà poi fatto in quella sede, per pretendere un regolamento più stringente e meno propedeutico a queste speculazioni affaristiche».

 

Ma… le mosse da mettere in campo da ora in poi?

«Stiamo preparando un’interrogazione per capire come mai una mozione approvata dalla maggioranza nel settembre 2010, (spedita alla redazione di questo giornale) che vincolava la Giunta ad adeguati percorsi informativi nei confronti della cittadinanza, sia stata totalmente disattesa. Oltre ovviamente alla convocazione di una Commissione di Controllo e Garanzia, ove si richiedesse necessario. Abbiamo inoltre dato la nostra più completa disponibilità nei confronti dei cittadini che si sono auto-organizzati nel comitato, in quanto i legami con la società civile ed i comitati di cittadini sono estremamente importanti per il nostro modo di intendere e fare politica».

 

Il 2 luglio, il seminario organizzato dal Comune sull’energia da biomasse legnose, che ha visto come relatori alcuni esperti del centro di ricerca Cribe della Scuola Superiore Sant’Anna dell’Università di Pisa e dell’osservatorio Ibionet, moderati dal presidente di EALP. Che impressione le ha fatto questa conferenza?

«Onestamente sono rimasto deluso. L’Amministrazione ha portato persone che ingenuamente descrivevano i vantaggi di impianti similari, tipo il basso inquinamento rispetto ad altre fonti, la re-immissione della corrente elettrica nel circuito comunale volti ad abbassare le spese per la cittadinanza e cose di questo genere, argomenti che stanno alla base della nostra perplessità sul tema. La nostra centrale, oggetto del contendere, non reimmette elettricità nel Comune, riempie le tasche del privato, non sostituisce alcunché. Se voleva essere un tentativo di smarcarsi dalle responsabilità, temo sia necessario ben altro per rassicurare una cittadinanza giustamente preoccupata per il pressapochismo mostrato. Inoltre, chiamare gli istituti promotori di una data tecnologia, e non gli eventuali detrattori, risulta a mio avviso un esercizio intellettualmente disonesto. Organizzare poi tale evento di giorno, di luglio, con un caldo immane in una sala senza condizionamento climatico, non credo neppure sia un buon biglietto da visita del nostro Comune nei confronti delle personalità che sono intervenute. Non credo siano andati via dicendo “Oh, come siamo stati bene a Collesalvetti”, insomma. Tant’è, che molte persone hanno abbandonato la sala prima della fine del seminario».

 

Ma in qualcosa è rimasto soddisfatto?

«Un punto a parte meritano le affermazioni sentite anche in sede del seminario, cioè che dati impianti sono assoggettabili a semplice via per via della bassa potenza (<1MW). La giurisprudenza dà però contro a tale interpretazione, e di tale avviso è il TAR delle Marche, che in sentenza della Sez. I, 10 ottobre 2013, n. 659, basandosi sulla sentenza Corte costituzionale n. 93/2013 (che ha ritenuto incostituzionale la legge regionale Marche n. 3/2012 in violazione della disciplina europea sulla V.I.A.) ha ricordato che “la Corte ha affermato in maniera decisa ed inequivocabile che la corretta applicazione della direttiva 2011/92/UE. la quale, in parte qua, ribadisce quanto già stabilito dall’art. 4 della direttiva 85/337/CEE. impone al legislatore nazionale e regionale di tenere conto, in sede di definizione dei progetti che vanno sottoposti o, al contrario, esonerati dalla VIA, dei criteri di cui all’allegato III alla direttiva 92/2011” e non di semplici soglie dimensionali o ubicazioni degli impianti in progetto. La giurisprudenza costituzionale ha, infatti, ribadito che “la VIA non può essere esclusa sulla semplice base della soglia di potenza, …. una norma del genere, che esclude del tutto un livello procedimentale di tutela ambientale in precedenza previsto e di origine comunitaria”, dev’essere “applicata, proprio in base al principio di precauzione proprio del diritto Comunitario, con particolare prudenza. Come è noto, il principio di cui all’art. 191 del Trattato sul Funzionamento dell’Unione Europea prevede che ‘la politica della Comunità in materia ambientale mira a un elevato livello di tutela, tenendo conto della diversità delle situazioni nelle varie regioni della Comunità. Essa è fondata sui principi della precauzione e dell’azione preventiva, sul principio della correzione, in via prioritaria alla fonte, dei danni causati all’ambiente, nonché sul principio chi inquina paga’.” (Corte cost. n. 93/2013). In pratica è stato enucleato il principio giuridico secondo cui le centrali a biomasse sono da sottoporre al preventivo e vincolante procedimento di verifica di assoggettabilità anche qualora abbiano una potenza inferiore a 1 MW. Ovviamente risultante non presente a Collesalvetti nel caso indicato. Riteniamo inoltre necessariE ulteriori documentazioni che abbiamo già indicato al direttivo del nuovo comitato colligiano».

 

Giustappunto il comitato “Collesalviamo l’Ambiente” che è nato proprio sull’onda dell’autorizzazione da parte del Comune alla costruzione di questa centrale, pur manifestando sin dall’inizio la propria volontà di occuparsi di ambiente nel territorio del Comune di Collesalvetti a 360 gradi. Qual’è il suo giudizio su questa aggregazione di cittadini ad oggi?

«Un plauso particolare va a queste persone: sono il motivo per cui la gente come me fa politica. Vedere in un comune di 17.000 abitanti, formarsi un comitato di cittadini e raggiungere tali numeri, quasi mille, dà sconforto per le motivazioni che ne causano la nascita (la totale mancanza di fiducia nelle istituzioni, di qualsiasi colore politico), ma al tempo stesso mi fa credere che i cittadini italiani possano ancora riprendere in mano la gestione della Res Publicae, ove questa non faccia i loro interessi ma pensi solo alle proprie scalate di potere. Quindi rinnovo il mio personale supporto, della mia famiglia, e del nostro gruppo consiliare nella loro battaglia per un ambiente più salubre per tutti».

 

Nella sua lettera aperta ai cittadini colligiani, il sindaco Bacci, parlando anche a nome di tutta la Giunta, aveva detto: «siamo consci di aver sottovalutato le ripercussioni» della gestione di questa vicenda, pur precisando: «non possiamo essere promotori di una cultura del “No a prescindere”». Come giudica questa presa di posizione di Bacci?

«Le tardive scuse del Bacci in merito, diffuse a mezzo stampa…  a mio avviso, doveva metterci la faccia, e non far “massacrare” dalla cittadinanza il suo assessore nella riunione di Guasticce, e così i consiglieri di maggioranza interessati, penso ai residenti di Stagno e Guasticce. Fare gli incontri a porte chiuse, con chi ti dà solo ragione, è facile. Non commento neppure le velate accuse che ci muove, ponendoci come strumentalizzatori delle proteste e fautori del no a prescindere: sarebbe offensivo per i quasi mille cittadini che hanno aderito al comitato, vista la situazione ambientale del nostro Comune, e le sfide ed i pericoli a cui questa Amministrazione sta sottoponendo la cittadinanza. Solo un appunto: abbiamo già dimostrato, in questo Consiglio Comunale ed in altri, che come Movimento 5 Stelle siamo assolutamente collaborativi nei confronti della maggioranza ove essa agisce in modo congruo al rispetto che merita la cittadinanza. Ricordo al Bacci che “i fautori del no a prescindere” hanno spesso collaborato con successo con i membri del suo gruppo consiliare di maggioranza, e molti atti, compresa la presenza del sindaco di Collesalvetti in rappresentanza del paese per l’Autorità Portuale, sono stati votati all’unisono senza tema di appartenenza politica. Abbiamo invece l’impressione che sia vero il contrario, cioè che le mozioni, gli atti presentati dal M5S, debbano a suo avviso essere stoppati prima dell’approvazione, a prescindere del beneficio per i cittadini. Ovviamente, spero già mertedì di essere smentito in merito, e di poter avviare già dal Consiglio Comunale di luglio un percorso comune per rafforzare le regolamentazioni vigenti nel comune di Collesalvetti».

 

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