Logo CollenewsL’editoriale Il caso aveva destato scalpore: il Consiglio di Frazione di Stagno che rifiuta un invito ufficiale dell’Amministrazione Comunale per riunirsi autonomamente (leggi qui). La cosa, unica nel suo genere, molto probabilmente nemmeno messa in conto dagli stessi amministratori, ha riaperto il dibattito: cosa sono i Consigli di Frazione? Organi che, in quanto previsti dallo statuto comunale, debbono intendersi come in un rapporto di dipendenza tale per cui ci sarebbe una sorta di vincolo politico in virtù del quale non possono andar contro la stessa Amministrazione Comunale oppure organismi dotati di una propria autonomia?

 

Andando oltre a quelle che sono le disposizioni in materia previste dallo statuto comunale e dal regolamento per il funzionamento dei Consigli di Frazione, va da sé che, pur non essendo organismi con una propria personalità giuridica, organi deliberativi, anche i Consigli di Frazione si inseriscono nell’ambito di quelli che sono i principi fondamentali che sovraintendono all’ordinamento democratico del nostro Paese. In questo quadro, dunque, la libertà di manifestazione del dissenso, nelle forme legittime e non violente ovviamente, non può non riguardare anche i Consigli di Frazione.

 

Anche questi organismi della partecipazione, dunque, possono dissentire legittimamente dal modus operandi dell’Amministrazione Comunale. Quello che è importante è che la diversità di vedute su una piuttosto che un’altra questione; la non condivisione di un certo modus operandi; la diversa percezione di quale possa essere la soluzione a questo o quel problema non si trasformi una guerra.

 

E’ dunque nella natura delle cose che in un ordinamento democratico e pluralista, persone, associazioni, organismi della partecipazione, organi deliberativi la vedano diversamente gli uni rispetto agli altri. Ciò che fa la differenza è se da questa diversità di vedute scaturisce una guerra mirata a distruggere l’altro oppure una concertazione costruttiva mirata a convincere l’altro della bontà delle proprie opinioni o della propria ricetta. La prima strada, ovviamente, non porta da nessuna parte, non risulta essere assolutamente edificante, la seconda, al contrario, pur nell’asprezza fisiologica di un dibattito acceso e di gesti forti, muove dalla consapevolezza del fatto che siamo tutti parte della stessa comunità.

 

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