Consiglio ComunaleL’editoriale Un rapporto indefinito, né bianco né nero, spesso grigio, ma talvolta molto bianco e altre volte alquanto nero. Si potrebbe definire così quello fra il Partito Democratico ed il Movimento 5 Stelle, a Collesalvetti. La nuova Amministrazione, così come i pentastellati, si è insediata da non molti mesi, al netto di quelli estivi veramente poco tempo. Ed è forse per questa ragione che i due, PD e M5S, debbono ancora testarsi, sperimentarsi a vicenda; capire reciprocamente le tattiche l’uno dell’altro. Ed è per questo che il rapporto fra i due, costretti – si fa per dire – a convivere nella stessa dimensione istituzionale è ancora decisamente indefinito. E che sia così, lo dimostrano, a giudizio di chi scrive, due episodi: le votazioni sui Consigli di Frazione e l’elezione o, per meglio dire, la reiterata mancata elezione del Vicepresidente del Consiglio Comunale.

 

Quanto ai Consigli di Frazione, due i provvedimenti approvati durante l’ultima seduta del Consiglio Comunale. Modifiche al regolamento per il funzionamento di questi organi ed elezione di 2 membri della commissione elettorale dei medesimi. Due punti dell’odg, votati uno di seguito all’altro. Ma se sul primo, il ritiro dei quasi 300 emendamenti a firma pentastellata, l’abbandono della tattica ostruzionistica, aveva creato un clima più disteso, tanto che il tutto si era concluso in risate (leggi qui), non così immediatamente dopo, quando l’Aula ha votato per i due membri di nomina consiliare nella Commissione Elettorale per i Consigli di Frazione. Il putiferio. «Questo è il PD a Collesalvetti. Piuttosto che collaborare con noi, votano un assente di Forza Italia. Tutto pur di tagliarci fuori. E, la cosa più bella, a seguito del nostro ritiro di 295 emendamenti, in segno di fiducia nei loro confronti. Vergogna», aveva sentenziato quello stesso Daniele Rossi (M5S) che poco prima aveva annunciato il ritiro da parte del suo collega della valanga di emendamenti perché «abbiamo appurato che ci sono i margini per ampliare successivamente la discussione sul numero dei consiglieri per le frazioni più popolate. Ad oggi, questo ci basta». (leggi qui) Non è piaciuta, evidentemente, al Movimento 5 Stelle la risposta del PD (il votare un assente di Forza Italia, anziché uno di loro) a quella che loro consideravano una manifestazione di dialogo e buona volontà (l’abbandono della tattica ostruzionistica, attraverso il ritiro dei 295 emendamenti).

 

Un altro voto che fa da specchio alle dinamiche politiche colligiane è quello sull’elezione del Vicepresidente del Consiglio Comunale. Sempre durante l’ultima seduta, l’ennesimo nulla di fatto: 13 schede bianche; 1 voto a De Luca (FI) e uno a Pantaleone (M5S). Una situazione che si protrae da tempo e che ha spinto la Presidente Visone ad annunciare all’Aula che, a meno che non vi sia una volontà manifesta da parte dei consiglieri di sbloccare l’impasse, lei non metterà più questo punto all’ordine del giorno dell’Assemblea. Sia chiaro; non è un dramma. Questo non creerà certo una paralisi istituzionale perché la mole di lavoro e la frequenza della convocazioni delle sedute non è certo quella di Palazzo Madama o Montecitorio. Può sempre presiedere, in caso di assenza del Presidente – caso assai raro per le già menzionate diversa mole di lavoro e frequenza della convocazioni – il consigliere più anziano. Nessun problema, dunque, dal punto di vista amministrativo. Ma è un altro caso emblematico della natura particolare del rapporto fra democratici e pentastellati, a Collesalvetti. Un rapporto, all’interno delle sedi istituzionali colligiane, ancora allo stato embrionale. E che dopo le votazioni di giugno (leggi qui), luglio (leggi qui) e due mesi di riflessione e possibile dialogo, agosto e settembre, ancora a vincere siano le schede bianche, oltre a quanto scritto sopra sugli atti inerenti i Consigli di Frazione, la dice lunga sulla particolarità di questa fase politica e del rapporto fra i suoi principali attori: PD e M5S.

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