Lorenzo Bacci, sindaco di Collesalvetti

Lorenzo Bacci, sindaco di Collesalvetti

Collesalvetti Di fronte a quanto sta accadendo nel mondo del lavoro, prima il caso Eni a Stagno, poi la vicenda TRW, sono intervenuti il Sindaco di Collesalvetti, Lorenzo Bacci ed il Circolo colligiano di Rifondazione Comunista. «L’emergenza occupazionale a Livorno – scrive Bacci in una nota – sta prendendo i contorni di una crisi senza fine. Ultima, la vicenda TRW, nella quale sulla falsa riga della Delphi, un’azienda multinazionale si permette di comunicare in modo irresponsabile dall’oggi al domani la propria volontà di chiudere. Di fronte a questa situazione straordinariamente negativa non basta esprimere solidarietà, occorre invece richiamare ognuno alle proprie responsabilità. A partire da noi, istituzioni locali».

 

Il piano strategico dell’area livornese Bacci ci tiene a ricordare che «sono oltre 5 anni che propongo da Collesalvetti un piano strategico d’area livornese che metta a sistema quanto i Comuni di Livorno e Collesalvetti possono offrire, a partire da un piano strutturale unico capace di disegnare una prospettiva sostenibile di sviluppo, partendo dagli asset strategici che ci accomunano, quali il porto e l’area retroportuale, guardando anche all’area pisana. Lo dicevo prima, quando i due Comuni erano amministrati dalla stesso partito, ma non vedo motivi per non dirlo anche adesso. Noi ci siamo. E ci crediamo. Consapevoli che non basta. Ma che occorre una politica industriale vera in questo paese, assente ormai da decenni».

 

Manifestazione ENI 3

Il presidio alla Raffineria di Stagno

Il banco di prova «L’appuntamento del 23 ottobre prossimo al Ministero dello Sviluppo Economico, per il futuro della Raffineria ENI di Stagno, assume oggi una veste strategica in tal senso – scrive ancora Bacci – . Un banco di prova per tutti noi. In primis, per il Governo. In quella sede chiederemo che almeno laddove lo Stato detiene ancora una partecipazione strategica, così come all’interno dell’azienda ENI, questa venga fatta valere, impedendo assurdi e insostenibili piani di dismissione o vendita. Anche solo per immaginare un rilancio dell’occupazione sul territorio livornese occorre prima di tutto sancire che il sito industriale di Stagno non si tocca. Dopodiché, intorno a questa pressoché unica certezza, Governo, Regione e istituzioni locali non potranno sottrarsi al loro ruolo di pianificazione condivisa per individuare tutto quanto in loro potere al fine di invertire una tendenza che sta portando Livorno ad essere periferia delle periferie nel panorama di crisi generale che sta soffocando il nostro paese. Senza un piano industriale nazionale serio rischia di chiudere non solo Livorno, Piombino e la nostra martoriata provincia ma, passo dopo passo, l’Italia tutta. Prima si prende consapevolezza di questo, prima sarà possibile porre un freno a questa spaventosa deriva».

 

Il vicesindaco Alberto Benedetti

Il segretario RC, Alberto Benedetti

Crisi-cancro nella totale indifferenza delle istituzioni «Preoccupazione  e rabbia per le sorti delle industrie del nostro Comune e della sua vicinissima capoluogo di provincia Livorno» vengono espresse anche da parte del circolo colligiano di Rifondazione Comunista. «Partendo dalle chiusure della BRC-MTM, che istallava impianti GPL per auto grazie ai vecchi incentivi dello Stato, passando dalle ceramiche industriali – scrive in una nota Valerio Bianconcini, Responsabile delle Politiche del Lavoro – addirittura dai tempi dalla CMF, della Delphi, arriviamo alle crisi che stanno colpendo l’ENI e la TRW. Ai dipendenti di quest’utima, era stato dichiarato, tramite il sindacato, che il sito di Livorno e tutti gli occupati, sarebbero stati riassorbiti dalla ZF Friedrischshofen, in quanto acquisitore del marchio TRW. Ma sempre dal sindacato c’e’ stata una smentita dopo aver fatto un incursione alla sede della Confindustria dove si teneva un incontro degli alti vertici TRW. Anzi, è stata confermata la chiusura del sito mettendo 450 famiglie nel dramma totale. Rifondazione Comunista Collesalvetti esprime la totale solidarietà ai lavoratori colpiti da questo dramma, rendendosi disponibile per qualsiasi necessità».

 

«La soluzione non è l’abolizione dell’articolo 18» «Questa crisi “cancro” sta colpendo ogni sito di ogni settore, portando Livorno con le propria provincia alla morte sicura nella totale indifferenza da parte dei livelli istituzionali. Ma sia ben chiaro che se non fermato il “cancro” è una malattia che porta solo ad un punto, alla morte. Per cui si deve lottare per far si’ che ci sia una inversione drastica di pensiero politico e industriale. Se si vuol far riprendere il lavoro e quindi l’economia, non è con l’abolizione dell’articolo 18 che si aiutano le industrie e chi vuol investire in Italia».