Egr. Direttore,
come Ella certamente sapra’,durante gli ultimi eventi bellici l’esercito nazifascista in ritirata si rese protagonista di un efferato eccidio nei confronti di tre nostri concittadini, brutalmente passati per le armi perche’ accusati di un furto di parti di un aereo tedesco abbattuto.L’Amministrazione Comunale aveva provveduto a rendere omaggio ai suoi Cittadini caduti attraverso un cippo marmoreo posto in piazza 1 maggio a Guasticce; detto cippo è stato rimosso nel mese di marzo – il Suo giornale se ne è giustamente occupato – e portato “ufficialmente” in restauro. Caro Direttore, trascorsi così tanti mesi e supponendo che un tale monolite non sia stato inviato al Laboratorio delle Pietre Dure di Firenze, mi domando e con me se lo domandano i cittadini, che fine abbia fatto il monumento non senza, amaramente, segnalare che colui che distrugge o occulta la Storia non rende un buon servizio alla Comunità. Cordialmente
Paolo Schiavon

C’è un errore. Il cippo non era stato posto per ricordare i ragazzi trucidati dai nazifascisti, ma la famiglia Levi. Passata da Guasticce, poi trasferita a Fossoli, infine ad Auschwitz. Unico sopravvissuto: il padre, Mario Levi. ( Diego Vanni, te ne dovresti ricordare: facemmo dei disegni, a scuola, sul tema). Mi associo comunque all’appello di Paolo Schiavon affinché il monumentino venga sistemato e riportato al suo posto (io c’ero, con tutta la scuola, il giorno della “posa”).
Cara Patrizia, a me pare che il cippo rivordasse i Mammarella….anzi, ne sarei sicuro!
Una comunità che non è gelosa della sua storia non è una comunità…. chi non ha passato non ha futuro.