Alla guida del Governo c’è un toscano, e alcuni ministri sono toscani, ma per la Toscana non si percepisce nessun trattamento di privilegio, che certo non vogliamo, come neppure vogliamo una completa insensibilità verso le esigenze del territorio come invece sta accadendo. E tutto ciò è un indizio, un gradiente, che Matteo Renzi
sia in realtà un mero passacarte di decisioni prese altrove, ben lontano dagli interessi della Toscana. Nel decreto sblocca-Italia, cosiddetto, sono previste solo le briciole per la Toscana. Inoltre il nome altisonante non è giustificato da un investimento così modesto (circa 10 miliardi di euro) che invece, per risollevare una economia in stato terminale, richiederebbe una cifra ben più elevata di investimenti pubblici, come da manuale di economia politica.

 

Sostanzialmente è un altro proclama privo di contenuti, o quasi, fatto da questo Governo. Arrivano i soldi, o almeno dovrebbero, per due opere inutili, perlomeno non strategiche : il potenziamento della ferrovia Lucca-Pistoia e il famigerato ampliamento di Peretola. Per quanto riguarda la ferrovia Lucca-Pistoia, è sicuramente una cosa
buona, ma è un di più superfluo rispetto a quello che serve veramente alla Toscana occidentale.


All’economia della Toscana occidentale, non ci stancheremo mai di ripeterlo, serve l’autostrada e la ferrovia Lucca-Modena, per collegare l’area vasta e il porto di Livorno alle economie polarizzanti della pianura padana e al Brennero. Serve che al Porto di Livorno, strategico per tutta la Toscana, siano finalmente sbloccati i lavori per la Darsena Europa. Serve il potenziamento della pontremolese e dell’autostrada della Cisa, che allo stato attuale è
quasi indegno chiamare autostrada. Serve il potenziamento dell’aereoporto di Pisa e non quello di Peretola : Firenze deve essere collegata meglio al capoluogo pisano potenziando la ferrovia, e quindi recando sollievo ai pendolari che
tutti i giorni viaggiano su quel tratto, e trasformare quella mulattiera che è la Firenze-Pisa-Livorno in una superstrada degna di questo nome (ma guai a mettere il pedaggio) . Togliere Grosseto dalla marginalità del contesto toscano e potenziare i collegamenti da e per Firenze.

 

Nel male però c’è un bene: sembra che ci sia un ripensamento circa l’autostrada tirrenica di cui abbiamo sempre avuto il dubbio che servisse solo a portare più velocemente qualche (ex) ministro nostrano a Roma . Alla Toscana non serve collegarsi a Roma, o almeno non è la priorità, alla Toscana serve collegarsi con le economie produttive e potenziare gli scambi commerciali incentrati sul porto labronico. Ma di tutto questo non avviene nulla e resta la rabbia e il rancore constatare che la Toscana perda dai 4 ai 7 miliardi di euro del proprio gettito fiscale (fonte CGIA Mestre), senza che venga dotata delle infrastrutture necessarie alla propria ripartenza economica.

 

Emiliano Baggiani

Ufficio Stampa
TOSCANA STATO

per l’Indipendenza della Toscana