Piazza di Vittorio StagnoStagno La crisi si sente ma i commercianti tirano avanti. Si può sintetizzare così lo stato del commercio nella frazione più grande del Comune di Collesalvetti. Il volume d’affari è ovviamente calato all’interno del paese, ma chi è sopravvissuto alla crisi ha trovato il modo di compensare. Ciò che è saltato agli occhi durante le interviste ai commercianti locali sull’andamento delle loro attività è che, pur notando un calo di consumi, essi resistono alla crisi. Con ciò, ci sono anche alcuni cartelli di “affittasi” o “vendesi” affissi sui fondi commerciali. E questa è l’altra faccia della medaglia.

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Tirare la cinghia. E’ questa la parola – o, per meglio dire, la frase – d’ordine fra i commercianti, ovviamente non entusiasti del giro d’affari che hanno di questi ultimi tempi. Stringere i denti e andare avanti anche nella consapevolezza, come afferma un di loro, che «gli altri che lavoravano nel nostro stesso settore in paese sono chiusi, quindi siamo rimasti gli unici».  La crisi, sì. Ma c’è anche chi ha notato che la diminuzione di lavoro è dovuta anche a un mancato ricambio generazionale; finiti i tempi della clientela storica ed affezionata, non c’è stato un ricambio ad opera dalle nuove generazioni. Ricambio generazionale che è la base dell’economia di paese; se viene a mancare, gli affari della frazione muoiono. Poche sono le eccezioni all’andamento generale, come se fossero un punto rosso in un quadro completamente nero. C’è chi, avendo aperto da relativamente poco, rispetto a molti negozi che si trovano all’interno della frazione – per la maggior parte a conduzione familiare – è riuscito a conquistare una propria clientela e a consolidare la propria attività.

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Coloro ai quali gli affari vanno peggio, alla domanda sull’andamento della propria attività in questo momento di crisi, hanno preferito non rispondere, non addentrarsi in ragionamenti commerciali. Alcuni di loro hanno semplicemente risposto: «guardati intorno», per far comprendere la situazione generale del commercio al primo colpo d’occhio, senza dover aggiungere altre parole. In generale, gli esercenti hanno notato che la spesa è diventata più accurata, i compratori fanno più attenzione al prezzo e alla qualità del prodotto. Da tenere presente anche che i compratori passano più di rado nei negozi. Affermano alcuni degli intervistati a questi due riguardi: «prima non ti chiedevano nemmeno il prezzo, compravano e via, ora te lo chiedono subito. Inoltre, se la qualità non è buona, l’articolo rimane sullo scaffale» e ancora: «prima i clienti passavano più spesso, ora quando passano fanno incetta e poi passa del tempo prima che tu li riveda». I pochi che si possono permettere di far pubblicità al negozio hanno interrotto poiché «è inutile far passare messaggi promozionali, far girare i volantini o tentare di fare offerte se mancano i soldi nelle tasche delle famiglie».

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