La locandina de "La vedova scaltra"

La locandina de “La vedova scaltra”

Collesalvetti – Il 13 e 14 dicembre, alla Sala Spettacolo di Collesalvetti, è andata in scena la prima nazionale de  “La vedova scaltra”, celebre commedia scritta da Carlo Goldoni nel 1748, prodotta dalla “Fondazione Teatro Goldoni” e dalla “Compagnia degli Onesti” , rielaborata e diretta per l’occasione da Emanuele Barresi. La scenografia è di Emidio Bosco, i costumi sono stati progettati da Adelia Apostolico e realizzati dalla Costumeria Capricci, mentre il direttore organizzativo è Sandro Paolucci. Lo spettacolo si inserisce nella stagione teatrale 2013/14 del Teatro di Collesalvetti intitolata “Ridi, Piangi, Ama”, ideata dal direttore artistico Mario Menicagli.

 

Dopo “La donna di garbo”, “La vedova scaltra” è la seconda commedia di carattere scritta dal commediografo veneziano e suddivisa in tre atti. Essa è a metà tra la commedia dell’arte, che fino al Settecento costituiva il canone classico nella rappresentazione teatrale, e la commedia sociale, in cui Goldoni, influenzato dall’Illuminismo, toglie le maschere agli attori e abolisce la loro libera interpretazione. Il testo della commedia si fa così razionale, fedele riproduttore della società, delle sue classi, dei suoi personaggi-individui. Realtà che possiamo vedere già rappresentata in parte ne “La vedova scaltra”, con i quattro forestieri che rappresentano appieno il mondo borghese dell’epoca. Per non parlare della protagonista Rosaura, in cui si intravedono alcuni aspetti caratteriali di Mirandolina, futura protagonista della “Locandiera”.

 

Entrando nel vivo della trama, il primo atto si apre con Rosaura (Debora Caprioglio), ricca vedova, che, in un monologo rivolto al pubblico, manifesta l’intenzione di rifarsi una vita dopo la scomparsa dell’anziano marito. Durante una festa danzante, la donna ha conosciuto quattro uomini decisi a farle la corte: l’inglese Milord Runebif (Riccardo De Francesca), il francese Monsieur Le Blau (Emanuele Barresi), lo spagnolo Don Alvaro de Castiglia (Fabrizio Brandi) e l’italiano Conte di Monte Nero (Michele Crestacci). Al fianco della giovane ereditiera troviamo la serva Marionette (Daniela Morozzi), francese d’origine, che cerca di spingere la padrona verso il suo connazionale.

 

I quattro personaggi incarnano lo stereotipo delle quattro nazioni di provenienza: l’inglese è pragmatico, ma poco estroverso; il francese è galante, ma poco fedele; lo spagnolo è rispettabile, ma troppo grave; l’italiano è passionale, ma troppo geloso. Nel primo atto, all’indomani del ballo, i primi tre si presentano con un dono ciascuno a casa di Rosaura, la quale accetta i regali nonostante le continue scenate di gelosia da parte del Conte.

 

Nel secondo atto, Rosaura, dopo aver chiesto il parere di Marionette, inscena un tranello. Complice il periodo di carnevale, la donna decide di travestirsi e di presentarsi ai quattro uomini simulando l’accento e il modo di fare delle loro nazioni d’origini: si dimostra integerrima con l’inglese, scherzosa con il francese, severa con lo spagnolo e amorosa con l’italiano. L’unico che resiste al tentativo di seduzione è il Conte di Monte Nero, che si dimostra così fedele all’amore dichiarato a Rosaura durante il primo atto.

 

Il terzo ed ultimo atto si apre con i quattro forestieri invitati a casa della vedova. Alla presenza di Marionette e della sorella Eleonora (Eleonora Zacchi), Rosaura comunica di aver scelto il Conte di Monte Nero, che le ha dimostrato fedeltà rispetto agli altri tre. Don Alvaro de Castiglia reagisce in malo modo e se ne va infuriato. Milord Runebif accetta con serenità la decisione, così come Monsieur Le Blau, il quale decide di ripiegare sulla sorella Eleonora, già conosciuta e corteggiata nel corso del secondo atto.

 

Il saluto finale degli attori

Il saluto finale degli attori

Il riadattamento dell’attore e regista Emanuele Barresi ha reso l’opera ancora più godibile. La vedova, bene interpretata da Debora Caprioglio, attraverso la sua razionalità “goldoniana”, si rivela scaltra nella scelta dell’uomo da avere accanto a se. Piena di ritmo anche l’intepretazione che Daniela Morozzi ha dato alla sua Marionette: pur essendo la serva di Rosaura, assume il ruolo di coprotagonista. È lei la principale confidente della sua padrona, è lei che, nonostante la differente classe sociale, si rivela scaltra quanto la padrona. E ottime sono state le intepretazioni di Riccardo De Francesca, Emanuele Barresi, Fabrizio Brandi e Michele Crestacci, che ci hanno restituito il giusto stereotipo delle nazioni d’origine dei loro personaggi. Così come Eleonora Zacchi, brava a risaltare il carattere tutt’altro che scaltro di Eleonora.