Guasticce Dove sono i guasticciani? Può sembrare una domanda sciocca, ma è quella che ogni osservatore medio si pone. Sì, perché a parte qualche lodevole eccezione, la stragrande maggioranza dei paesani risulta “non pervenuta”. E il paese, più che artefice del proprio stesso futuro sembra spettatore passivo di influenze esterne. Un paese che appare troppo sonnolente e con pochissimi (nella migliore delle ipotesi) desideri, progetti, sogni. Occorrerebbe ritrovare orgoglio paesano, entusiasmo, voglia di crescere, di migliorarsi… Perché far diventare Guasticce un dormitorio totale non è una bella prospettiva. Che fare, dunque?
LE IDEE sulla carta non mancano. Ma c’è un passaggio preliminare: la mente dei paesani. Mettersi in testa di intraprende un cammino, che non sarà privo di ostacoli, che non sarà tutto “rose e fiori”, ma che è l’unico modo per uscire dal torpore letale che infiacchisce sempre più e non fa migliorare. Se riesce a scattare questa “molla mentale” si è già a metà dell’opera. È come per chi deve smettere di fumare, chi deve iniziare di nuovo ad andare in palestra… Tutto parte dalla mente. Detto ciò: se scatta questa “molla mentale”, che fare?!
Rivitalizzare i punti chiave del paese sarebbe un ottimo punto di partenza. Prendere in gestione o semplicemente organizzare eventi al campetto della Piazza “Don Giovanni Valeri” (la storia, lo avete letto su queste pagine, è infinita per quest’area pubblica, ma con buona volontà si può uscire dall’impasse), ma anche dare un senso, sempre organizzandovi eventi ed iniziative, al parco di Via Gori…. Quanto al “cosa”, c’è solo da sbizzarrirsi: partite, tornei (per il campetto della piazza), eventi ludici ed enogastronomici (per il parco di Via Gori) e ancora: giochi vari, esibizioni artistiche… Certamente: tutto in scala ridotta, proporzionato alla “taglia” di queste aree pubbliche, ma sarebbe già tanto.
E ancora: eventi culturali come conferenze, tavole rotonde, dibattiti… Politica, economia e sviluppo del territorio, lavoro, storia locale, ma anche: musica, arti figurative, tradizioni locali, cucina… I temi davvero non mancherebbero. Non è finita: c’è tutto il volontariato umanitario. Si potrebbero creare dei gruppi per la socializzazione e l’aiuto agli anziani. Più nello specifico: un singolarissimo car sharing con cui un gruppo o un’associazione di volontari ad una determinata ora di un determinato giorno della settimana (o più d’uno) si riunisce in un punto di ritrovo accessibile per gli anziani per caricarli in auto e portarli a far visita ai propri cari al cimitero. Ovviamente gratuitamente, ça va sans dire. Lo stesso singolarissimo car sharing potrebbe essere messo in atto, di concerto con l’Avis territoriale, per organizzare “viaggi” di gruppo per le donazioni sanguigne o di emo-componenti ai Centri Trasfusionali di Livorno e Pisa. Auto di paesani a disposizione di altri paesani che magari non hanno mezzi per poter andare a fare le donazioni o che semplicemente hanno piacere a far le cose in gruppo.
Insomma: ci sarebbe da sbizzarrirsi sul “cosa fare” per migliorare il paese, la sua “offerta” sociale, culturale, sportiva, ricreativa, di volontariato… Tutto sta in quella fantomatica “molla mentale” che ad ora non è scattata nei paesani.
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Il torpore mentale é iniziato quando una erya rappresentante in cc ha iniziato a svagellare scrivendo alla mogherini invece di occuparsi di problemi della frazione. Ed’il torpore é continuato quando il suolo (dove era prevista un area pubblica) e la salute (dei cittadini) sono stati svenduti x pochi posti di lavoro precario. Guasticce é sempre piu un dormitorio
Caro direttore, é già da tempo che segnala il torpore che regna su quasi tutti i fronti di Collesalvetti e della sue frazioni, così come rimprovera alla politica locale di essere “tiepida”, di non sapersi imporre, sia in maggioranza che in opposizione.
Si é chiesto il perchè di questo lassismo? Non sarà per caso, che le persone abbiano ben altri pensieri in testa che non mettersi al servizio della collettività?
Si ricordi direttore, e non me ne voglia se sarò piuttosto pragmatica, che quando si hanno figli/nipoti che non trovano un’occupazione e si deve combattere ogni giorno per mettere insieme il pranzo con la cena, risulta un po’ difficile occuparsi degli altri. Perchè questo succede anche nella “ridente” frazione di Guasticce.
Bisognerebbe stendere inoltre un velo pietoso sulla politica immobile del nostro Comune, dove vige il famoso detto: “se non fai niente te, partito di maggioraza, figurati se lo faccio io, partito di opposizione”.
Gentilissima signora Anna,
sì: il torpore è generalizzato. Ho però voluto scrivere un articolo più circoscritto perché “ciò che riguarda tutti spesso non riguarda nessuno” e un articolo analogo, ma riferito a tutto il territorio comunale nel suo complesso, non avrebbe avuto probabilmente la stessa incisività. Mi sono chiesto, ovviamente, il perché di questo lassismo e mi sono dato la sua stessa risposta: le persone hanno ben altri pensieri in testa. La crisi in cui versa il nostro Paese (e in modo particolare le zone più depresse) fa sì che la gente sia sempre più “in altre faccende affaccendata”: portare a casa uno stipendio; garantire un futuro dignitoso a sé e ai propri figli; tener testa al fisco, alla malasanità… In un simile contesto, condivido sia difficile occuparsi degli altri, come giustamente rileva. Ma va anche detto che “gli altri” siamo noi, come popolazione complessivamente considerata. I rimproveri alla politica per la sua fiacchezza, in conclusione, sono più che fondati e comprensibili (io stesso non mi sono mai tirato indietro), ma oggi più che mai deve a mio giudizio essere la gente artefice in prima persona del futuro proprio e delle proprie zone, per quel che è possibile. E le proposte elencate in questo articolo sono fattibili per le persone comuni, se – come condividiamo entrambi – esse riescono a districarsi dalle difficoltà della vita contemporanea. Un cordiale saluto. Diego Vanni
Caro Direttore
se legge l’articolo chi non abita in questo paese l’impressione e’ che ci sia poca partecipazione e che sia un paese poco reattivo, apatico e invece a mio parere non è così, perchè “quelle lodevoli eccezioni” di cui parlavi, hanno organizzato anche nel 2017 degli eventi che hanno riscontrato un grande successo di pubblico e soprattutto la numerosa partecipazione di tanti bambini.
Bisogna sicuramente ringraziare le associazioni del territorio che durante la settimana organizzano incontri per le persone “diversamente giovani”, e non solo, come ad esempio la ginnastica della mattina e le tombolate, oppure le riunioni delle “Abilmente Creative” e non ultima l’Associazione il Palazzone che con impegno, investimenti e passione si prodiga costantemente ad organizzare momenti di vita comunitaria con la con grande partecipazione dei Guasticciani grandi e piccoli.
Si potrebbe fare di più? Certamente, tant’è che anche il Cdf si è reso disponibile con un paio di incontri a sollecitare e dare la possibilità per chi aveva mostrato interesse a confrontarsi e vedere se esistevano i presupposti per la nascita di una… “pro loco”.
L’impegno non è da poco e soprattutto, come dice giustamente la Sig.ra Anna tutti noi ogni giorno, chi più e chi meno, dobbiamo fare i conti con i problemi che la vita quotidiana ci presenta.
Poi va tenuto conto che comunque è un paese di circa 1700 persone e che non è pensabile che ogni fine settimana ci sia la possibilità di organizzare eventi culturali, ludici e mostre perché questo non esiste nemmeno nelle grandi città.
Enrico Del Corso
Dott.Vanni. ..per tacere delle splendide, innumerevoli e partecipate iniziative culturali organizzate dal consiglio FI Frazione!!