Paolo SchiavonGuasticce  Paolo Schiavon,guasticciano, è uno dei candidati alle elezioni per il rinnovo dei Consigli di Frazione. Ex assessore, ha fatto anche parte della deputazione del Consorzio Fiumi e Fossi. Diverse, per Schiavon, le questioni da affrontare: «C’è la questione del traffico pesante, quella della scuola che rischia di chiudere… Su questo il paese deve essere assolutamente coinvolto». La polemica sui vingoli del regolamento: «il CDF non potrà più utilizzare una carta intestata propria se non per i rapporti con l’Amministrazione Comunale. Così, per esempio, se un Consiglio di Frazione vorrà inviare un comunicato stampa ad un giornale o invitare un personaggio importante, dovrà farlo in carta bianca. Immaginiamoci con quale credibilità».

 

 

Perché votare Paolo Schiavon?

«Perché credo che ci sia bisogno di esperienza e in me ce n’è. Il mio curriculum è di tutto rispetto: ho amministrato per 20 anni questo territorio e sono stato nella deputazione del Consorzio Fiumi e Fossi; so di cosa parlo. Inoltre ho esperienza di cooperazione nazionale ed internazionale; credo di poter portare un contributo importante, sia di valori che di iniziative. Questo percorso fa sì io abbia una conoscenza puntuale delle questioni ambientali ed infrastrutturali. Essendo stato assessore, poi, conosco bene il funzionamento della macchina amministrativa. Credo nella partecipazione e mi piace mettermi in gioco».

 

Cosa vorrebbe portare in Consiglio di Frazione? Quali questioni e problematiche andranno affrontate primariamente?

«Importantissima è la questione culturale; la storia del nostro territorio.Il Consiglio di Frazione dovrebbe essere un promotore della cultura locale. Servirà poi una discussione approfondita su temi industriali e ambientali. Sul nostro territorio si insedierà Terna (leggi qui, ndr); sarà bene coinvolgere anche altri interlocutori. Occorre mettere a disposizione dei cittadini gli strumenti adatti a valutare le questioni locali. Il Consiglio di Frazione non può ridursi ad un organo che faccia da megafono all’Amministrazione Comunale o altri enti. C’è da coinvolgere i cittadini andando al cuore dei problemi. Fin ora, non mi sembra sia stato fatto, a giudicare dalla partecipazione. C’è poi la questione del diritto di tribuna. Proporrò, se eletto, che in Consiglio ci sia il diritto di tribuna, pur senza diritto di voto per coloro che non sono stati eletti. Anche questo è partecipazione».

 

Alcuni suoi cavalli di battaglia, alcune proposte, di metodo e merito, che porterà in Consiglio?

«C’è la questione del traffico pesante, quella della scuola che rischia di chiudere… Su questo il paese deve essere assolutamente coinvolto».

 

Si è discusso, all’Assemblea di presentazione dei candidati, del ruolo dei Consigli di Frazione. Di cosa deve occuparsi, secondo lei?

«Il CDF dev’essere il primo elemento della partecipazione, dev’essere un ruolo di discussione aperta e senza preconcetti; un luogo, infine, nel quale si formano i futuri amministratori. Non spetta al Consiglio di Frazione risolvere i problemi, esso deve essere semplicemente il primo punto di ascolto. E’ importante, il Consiglio di Frazione. Ma il nuovo regolamento non sembra affatto valorizzarlo; pone dei vincoli molto rigidi che non consento a quest’organo di svilupparsi come dovrebbe. Faccio solo un esempio: il CDF non potrà più utilizzare una carta intestata propria se non per i rapporti con l’Amministrazione Comunale. Così, per esempio, se un Consiglio di Frazione vorrà inviare un comunicato stampa ad un giornale o invitare un personaggio importante, dovrà farlo in carta bianca. Immaginiamoci con quale credibilità».

 

Pensa di essere eletto?

«Campagna elettorale non l’ho fatta, ma penso di sì».