CINTIOStagno Giuseppe Cintio, 65 anni, è uno dei candidati al Consiglio di Frazione di Stagno, le cui elezioni si terranno domani. Già Presidente del Consiglio di Frazione e consigliere comunale, adesso è stato candidato per la Pro Loco “Vivere insieme”.

 

Cintio, lei è candidato alle elezioni per il Consiglio di Frazione di Stagno che si terranno domani. Quali sono a suo giudizio le questioni, le problematiche più impellenti della sua frazione, di Stagno, di cui il nuovo Consiglio si dovrebbe occupare sin da subito? 

«Le problematiche di Stagno sono molteplici ed abbracciano tutti i campi che riguardano una frazione così grande e di “frontiera” come la definisco io, infatti è sia in periferia di Collesalvetti, ma anche di Livorno e quindi di una grande città, e così si passa dal problema inquinamento per l’Aurelia che la attraversa, ma anche dalla Variante. La presenza dell’ENI, seppur abbia investito tanto per la salvaguardia della salute, rappresenta sempre un potenziale di incidente grave e le vie di fuga quali sarebbero? L’unica via è l’Aurelia che la costeggia. C’è poi il problema idrogeologico; i pericoli di alluvione in caso di forti piogge non sono scongiurati e vi è ancora molto da fare (una delle prime cose da fare un incontro pubblico con Fiumi e Fossi ed Amministrazione sullo stato delle cose ed i progetti). Ci sono poi le problematiche di Stagno vecchio e qui ne potrei parlare a ore, ma faccio solo due esempi: ingesso/uscita di Via dei canali-variante e fogna nera. Per non parlare di quella parte di Via Aiaccia dimenticata da sempre. E poi il verde, Piazza di Vittorio, l’arredo urbano, il Macchia Verde,l’allungamento della pista legato alla durata del bando, il rinnovo del bando dei campi di calcio, la viabilità, la possibilità che i carabinieri ci lascino perdendo anche quel baluardo di sicurezza che abbiamo, i mezzi pesanti che non dovrebbero più passare da via Berlinguer e che invece scorrazzano anche indisturbati in ogni nostra via, la rotatoria verso la variante Aurelia al cimitero. Come vede, direttore, i problemi sono non tanti, ma troppi e non c’è che l’imbarazzo della scelta. Non esiste il problema dei problemi ed a me piacerebbe affrontarne uno per volta per ottenere il massimo risultato, e deciderlo con i cittadini».

 

Perché votare Giuseppe Cintio?

«Votare Giuseppe Cintio, perché da quando si è trasferito in questa frazione nel 1986 si è occupato di volontariato in tutti i campi, sociale, sanitario politico e poi da non trascurare perché già ha occupato un posto nel consiglio di frazione dal 2009 al 2011 come presidente fino a che fu cooptato in consiglio comunale. Votare Cintio perché conosce i meccanismi dell’Amministrazione, perché non è legato a nessuna logica politica ed è animato solo dalla voglia di portare Stagno al livello che merita».

 

Che “battaglie” e proposte pensa di portare, se eletto, in Consiglio?

«Da come le ho risposto alla prima domanda capisce che non c’è che l’imbarazzo della scelta, comunque se le vogliamo chiamare “battaglie”, mi vengono di getto due cose e cioè la fognatura nera di Stagno Vecchio con quella bianca di via Barontini e la variante al Cimitero che sembrava pronta a partire e poi non ne ho saputo più niente, capisce che risolverebbe il problema del traffico e dell’inquinamento specialmente di Corso Italia, ma mi solletica anche il pensiero di poter portare, come lo hanno fatto i nostri figli e nipoti, anche quelli delle coppie odierne a giocare in ludoteca cioè al “Macchia Verde”. Qui le battalie come le chiama lei non ci mancano di certo».

 

Riuscirà ad essere eletto?

«Questo lo deve chiedere ai cittadini che voteranno, comunque sono un ottimista nato e amo vedere sempre il bicchiere mezzo pieno, lo spero come mio stile di vita mi getterò nella “pugna”, parlando di “battaglie” a corpo morto senza risparmio».

 

A quali elettori si rivolge e perché?

«Non esiste un tipo di elettore a cui mi rivolgo, mi rivolgo a tutti coloro che hanno voglia di cambiare le cose e con loro sono certo che raggiungeremo ottimi risultati, come è successo in passato. Come ho detto non sono legato a nessuna logica di partito e sono volontario della Pro Loco, anzi direi socio fondatore. L’idea della Pro Loco nacque un giorno quando con i nonni ortolani tornavamo da Sessa Aurunca in visita alle coop di Don Ciotti e Libera… Ma questa è un’altra storia».

 

In che modo pensa debba lavorare il nuovo CDF?

«Il nuovo CDF dovrà lavorare collegialmente senza stancarsi delle molte volte in cui si sentirà di scarsa forza risolutiva, ma occorrerà insistere senza perdere pezzi. Penso che dovrà organizzarsi in commissioni, con un referente per ognuna che abbia sufficiente autonomia, ma composte tutte da tutti i consiglieri, per essere sempre informati ed aggiornati, e tornare ad essere punto di riferimento di tutti i cittadini qualsiasi problema abbiano anche se sembri superfluo, quando uno ha un problema per lui, se lo propone significa che è degno di attenzione».