Il vicesindaco Alberto Benedetti

Alberto Benedetti (segretario RC Collesalvetti)

Stagno Alberto Benedetti a tutto campo. Il segretario di Rifondazione Comunista Collesalvetti, dopo un periodo di silenzio, torna nuovamente a far sentire la propria voce, la voce del suo partito. I rapporti, ormai logori, con l’Amministrazione Bacci (di cui nel precedente mandato è stato braccio destro come vicesindaco), riguardo alla quale parla di «un anno e mezzo di immobilità, di inattività pressoché totale». Ma anche un giudizio sui gruppi consiliari del PD e del Movimento 5 Stelle (che premia). Ma soprattutto, il capitolo alleanze con Benedetti che descrive una Rifondazione in fase di osservazione per scovare cosa c’è, a Collesalvetti, a sinistra del Partito Democratico. Infine, la fosca profezia sulle sorti di questa consiliatura.

 

Benedetti, dopo la vostra bocciatura del bilancio di previsione del Comune di Collesalvetti, e le prese di posizione sulla questione dello scuolabus per la bambina di Biscottino, come sono adesso i vostri rapporti con l’Amministrazione Comunale?

«I rapporti son diventati freddi. L’uscita dalla maggioranza era un passaggio preventivato; è da dopo le ultime Amministrative che sapevamo che le cose sarebbero andate in quella direzione, poi ora siamo anche fuori dalla Giunta e dal Consiglio Comunale. Anche a livello regionale e nazionale le cose non vanno meglio, per cui il nostro direttivo aveva già espresso una volontà chiara di chiudere questa parentesi».

 

Se foste stati in Consiglio Comunale…

«Non sarebbe cambiato niente».

 

Ci sarebbe stata una crisi di maggioranza, dunque?

«Sì, avremmo perso un assessore e saremmo passati con il nostro consigliere all’opposizione perché questo bilancio è per noi (ma non solo per noi) improponibile. Qualcuno ci fa notare che probabilmente aspettavano che Rifondazione non fosse più in maggioranza per attuare tutta una serie di politiche: privatizzazione della Schumann e delle mense… Guardacaso, il primo bilancio che è stato approvato senza di noi in Comune non ha niente di Sinistra. Politicamente hanno avuto mano libera per attuare cose che per loro sono normali, a tutti i livelli, dal nazionale in giù. Prima, fin quando noi c’eravamo, la barra era spostata a Sinistra, mentre ora…».

 

Quali scenari di alleanze per voi? È possibile una coalizione con il Movimento 5 Stelle? Che impressione le hanno fatto i pentastellati in questa loro prima esperienza in Consiglio Comunale?

«Adesso non so rispondere a questa domanda. Da qui a 3 anni e mezzo, quando ci saranno le prossime Amministrative, credo ci sia tutto il tempo per capire a Sinistra a Collesalvetti che cosa c’è. Da qui a breve prenderanno il via delle iniziative pubbliche e meno pubbliche per capire che cosa c’è nel nostro territorio a Sinistra del PD».

 

É nata Possibile, la formazione dei civatiani, anche su Collesalvetti. C’è poi SEL…

«É un segnale importante. Possibile è la dimostrazione che alla Sinistra del PD c’è qualcosa, così come la neonata Sinistra Italiana, anche se per ora a Collesalvetti non ce n’è traccia, anche se presumo che nei prossimi mesi qualcosa uscirà anche nel nostro territorio, come a Livorno. Rifondazione c’è; siamo disponibili al confronto e al dialogo, seppur a fronte di caratteristiche ben precise che sono l’antifascismo e la democrazia, la difesa dei lavoratori e dei più disagiati, cose su cui non si transige».

 

Citavo prima il Movimento 5 Stelle. Che impressione le ha fatto in questo primo anno di consiliatura?

«Indubbiamente hanno fatto il lavoro dell’opposizione; hanno posto problematiche, presentato emendamenti…. Fanno quel che possono; i numeri sono quello che sono. Il nostro modo di fare politica è diverso dal loro, come diverse sono le visioni su alcune questioni, mentre su altre c’è convergenza. Da parte nostra, nessun tipo di preclusione, fermi restando quei “paletti” di cui parlavo prima».

 

Un giudizio sull’operato di Bacci in questo primo anno e mezzo di secondo mandato?

«Quello che registriamo è che questa Amministrazione ha avuto un anno e mezzo di immobilità, di inattività pressoché totale. Si è gestita solo la normale amministrazione. Sono stati firmati accordi, fatti viaggi al Ministero, ma il riscontro concreto deve ancora vedersi, ad oggi ancora nessun beneficio al territorio da queste firme e viaggi. Ancora oggi chiudono le aziende. Stamattina stessa (ieri per chi legge, ndr) un gruppo di lavoratori del Faldo mi ha cercato per dirmi che sono in difficoltà. C’è un’emblematica sofferenza della grande distribuzione; l’Unicoop Tirreno coi suoi licenziamenti… Per ora tante chiacchiere, ma a beneficio del territorio ancora niente. Solo battibecchi fra il sindaco di Livorno e quello di Collesalvetti. Insomma, da quando c’ero io non è cambiato niente, anzi… se qualcosa è cambiato, lo è in peggio. Notiamo uno spostamento a Destra di questa Amministrazione».

 

E del Gruppo Consiliare del Partito Democratico? Chi si è distinto di più, secondo lei?

«Se c’è qualcuno in questo anno e mezzo che si è meritato un premio, quello è sicuramente l’opposizione del Movimento 5 Stelle, anche se abbiamo visioni diverse. Quanto al gruppo del PD, mi sembra abbia prodotto ben poco, anche se non sono stato lì giorno per giorno a controllare. Il suo giornale ha ben rappresentato le cose da un anno e mezzo a questa parte. A parte qualche articolo, qualche uscita personalistica di consiglieri e consigliere… Mi sembra che il premio produttività vada al Movimento 5 Stelle. Il gruppo del PD mi sembra appiattito sulla Giunta. Ero abituato a vedere un Consiglio Comunale più attivo, come massima espressione politica del territorio lo vorrei vedere più attivo anche su questioni nazionali ed internazionali».

 

Sono fondate  le voci secondo cui avete intenzione di chiedere le dimissioni di qualche assessore?

«(ride) No, assolutamente. Noi facciamo la nostra politica. Abbiamo intrapreso un percorso sulla questione scuolabus, credendo di aver ragione. Abbiamo trovato porte chiuse, ma vogliamo andare fino in fondo. Vorremmo un soggetto terzo che stabilisse se Rifondazione ha ragione o meno, ma non chiediamo le dimissioni di nessuno». 

 

Cosa prevede, politicamente, da qui alla scadenza naturale della consiliatura?

«Continuo ad essere dell’opinione che questa Amministrazione abbia un po’ il fiato corto. Le troppe attività svolte dal sindaco; la veste politica e quella istituzionale… Manca il contatto con i cittadini. Non sono state più fatte Assemblee Pubbliche per il bilancio, forum… Non sono stati creati momenti di confronto con i cittadini e quando vengono creati da altri ci si rifiuta di partecipare. Questo credo sia emblematico della fatica che sta facendo questa Amministrazione. Credo siano segnali di stanchezza. Se non succede qualcosa, probabilmente questa Amministrazione Comunale non arriverà alla fine naturale della consiliatura». 

 

Accennava alla questione delle Assemblee Pubbliche e al rifiuto rispetto ad inviti altrui. Lei, che peraltro è stato assessore ai CDF, ha seguito la querelle fra il Consiglio di Frazione di Stagno e l’Amministrazione Comunale?

«Il Consiglio di Frazione forse si è arrogato un ruolo che non ha. Da sempre il CDF è un organismo che stimola, che chiede di organizzare eventi, iniziative. Ma sulla questione idrogeologica, da sempre a Stagno molto sentita da parte della popolazione, ha sbagliato ad invitare quelle autorità. Da parte dell’Amministrazione, invece, probabilmente è mancata un po’ di disponibilità. Se gli inviti fossero partiti da parte dell’Amministrazione, probabilmente avremmo partecipato ad un’Assemblea interessante che avrebbe affrontato in profondità e concretezza le questioni idrogeologiche. Forse c’è stata, da parte del Consiglio di Frazione, un’eccessiva volontà di far vedere che lavora, cosa di cui comunque gliene rendo merito perché è attivo e ha anche trovato uno spirito di gruppo eccezionale».

 

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