Fabio Bernardini (Possibile)Collesalvetti Dopo Rifondazione Comunista, anche Possibile interviene per fare la sua analisi del voto referendario del 4 dicembre scorso. Nei contenuti non è molto diversa da quella dei comunisti, ma i civatiani colligiani si spingono un po’ oltre: «non abbiamo l’autorità, la carica, il peso per chiedere le sue (del sindaco, ndr) e di altri dimissioni. Ma sicuramente tutto ciò (l’esito del referendum, ndr) peserà (e lo faremo pesare), in occasione del naturale avvicendamento politico nel nostro territorio. Siamo convinti – ormai è chiaro – che la popolazione sia con noi».

 

«Il recente appello referendario avente come tema la riforma della Costituzione a firma Renzi-Boschi – si legge in un comunicato di Possibile – ha visto prevalere nettamente la scelta del NO al quesito proposto. Il nostro territorio colligiano con l’esito del NO coerente col risultato nazionale, è andato contro tendenza rispetto alla contro tendenza di alcune province toscane ed emiliane e della provincia di Bolzano: Collesalvetti, e più in generale la provincia di Livorno, hanno votato a maggioranza NO».

 

«Constatato questo orientamento popolare non è possibile, né corretto, dimenticare che nelle lunghe settimane che hanno preceduto la solenne chiamata alle urne, resa tale dallo stesso premier Renzi, figure istituzionali locali che avrebbero dovuto mantenere equanime distanza dall’elettorato, sia da quello favorevole che da quello contrario alla riforma, a imitazione di quel personaggio si sono spese con insistenza e facendo valere la propria posizione di rappresentanza a sostegno dell’opzione risultata minoritaria».

 

«Se oggi le parole, così spesso tradite – vedi il riciclo di figure che avevano promesso l’abbandono della politica – hanno ancora un senso, uno spessore, un peso, noi denunciamo la scorrettezza di tale comportamento e il silenzio assordante (come si usa dire) di coloro che, a fronte di un episodico fallimento politico, non hanno sentito il dovere di fare ammenda in seguito all’esplicita esclamazione prevalente dell’elettorato: “NO!”. No a quel tradimento della Costituzione nata col sangue di tanti nostri concittadini durante la Resistenza al nazi-fascismo».

 

«Vogliamo inoltre sottolineare con forza e convinzione che l’assommarsi di cariche politiche ed istituzionali all’interno del nostro Comune dovrebbe suggerire molta prudenza di fronte ad una popolazione che, avendo assistito al prevalere del primo ruolo, quello politico, potrebbe – a ragione-  considerare sfiduciati tali personaggi dal secondo ruolo, quello istituzionale. In particolare segnaliamo rispettosamente il completo smacco, seppure caparbiamente non dichiarato pubblicamente, del nostro sindaco Lorenzo Bacci il quale, oltre che primo cittadino (e avrebbe dovuto mostrarsi super partes) ricopre la carica di segretario politico provinciale nel suo partito, mentre in entrambi gli ambiti territoriali si è visto il prevalere del “NO”. In altri tempi tutto ciò avrebbe portato ad altre conseguenze, ad altre decisioni ma, evidentemente, la politica locale e la sua etica è direttamente ispirata da quel “centro” che ha miseramente fallito nelle sue mire e nei suoi programmi. Non abbiamo l’autorità, la carica, il peso per chiedere le sue (e di altri) dimissioni. Ma sicuramente tutto ciò peserà (e lo faremo pesare), in occasione del naturale avvicendamento politico nel nostro territorio. Siamo convinti – ormai è chiaro – che la popolazione sia con noi».

 

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