Guasticce Un’analisi dei rischi derivanti dall’utilizzo di botti e fuochi d’artificio e una dispensa di consigli utili per preservare l’integrità e la tranquillità dei nostri amici animali. È quanto fa Melissa Meyer, nota animalista del territorio, attraverso le pagine di Collenews, lanciando un appello a poche ore dai tradizionali festeggiamenti per la notte dell’ultimo dell’anno che notoriamente vedono un utilizzo di massa di fuochi d’artificio e petardi.
«PER NOI FESTA, PER I NOSTRI AMICI ANIMALI UN INCUBO» «Per gli uomini, la notte di passaggio tra il 31 dicembre ed il 1° gennaio è una notte di festa – così la Meyer – mentre per tutti gli altri animali si trasforma in un vero e proprio incubo notturno infestato da luci scoppiettanti, rumori improvvisi e ripetuti a intervalli irregolari, da colpi che improvvisamente esplodono nel buio e nel vuoto sempre più ravvicinati e di intensità elevata. Botti e fuochi artificiali macchiano di allegri colori il cielo notturno, ma causano la morte di cinquemila animali l’anno. Questa tradizione accomuna quasi tutti i Paesi del mondo: sparare i fuochi artificiali e i botti di capodanno (spesso anche nei giorni antecedenti e successivi al 31 dicembre). Purtroppo, come già detto in precedenza, i botti tanto amati da grandi e piccini, causano la morte di migliaia di animali domestici e selvatici. Essi sono dotati di organi sensoriali più sviluppati dei nostri; il loro udito, ad esempio, è più fine del nostro, a tal punto da riuscire ad udire suoni che noi non riusciamo a percepire. Non c’è da stupirsi quindi se il frastuono provocato dai botti, che noi troviamo divertente, provochi negli animali una reazione di segno opposto costringendoli a fuggire a gambe levate per cercare un riparo sicuro. Il boato emesso dai botti o dai fuochi artificiali scatena sensazioni di paura e panico negli animali che si manifesteranno sotto forma di reazioni inconsce, irrazionali e involontarie».
«UN INFERNO PER ANIMALI DOMESTICI E SELVATICI» «Cani e gatti – ha continuato l’animalista guasticciana – ad esempio tenderanno a dimenarsi se li teniamo tra le braccia, a gettarsi nel vuoto se si trovano su balconi o a scavalcare reciti cancelli o siepi per fuggire dal rumore. Molte volte inoltre perdono l’orientamento e diventano facili bersagli per automobilisti che sfrecciano ad alte velocità o si perdono per poi essere ritrovati dai volontari che, in attesa di ritrovare i proprietari, sono costretti a portarli in canili molto affollati. Anche per gli animali selvatici la notte di capodanno è un inferno. Soprattutto per i volatili che vivono nei pressi delle aree urbanizzate e che per sfuggire al rumore si lanciano in voli improvvisati che spesso portano alla morte dovuta allo schianto con lampioni o muri».
ALCUNI CONSIGLI PRATICI «Stanti queste premesse – continua la Meyer – si consigliano alcuni semplici accorgimenti per proteggere gli animali domestici dai botti e dai fuochi artificiali: comportarsi naturalmente evitando di accarezzare, rassicurare o avere un tono diverso da quello abituale nei confronti di cani e gatti visibilmente spaventati e tremanti. Il nostro atteggiamento, non li tranquillizza, ma rafforza in loro la paura. La nostra apparente indifferenza dovrà trasmettere sicurezza e se il nostro amico a quattro zampe sceglierà di nascondersi in un luogo appartato della casa bisognerà evitare di stanarlo perché questo atteggiamento provocherà nell’animale un accrescimento del proprio terrore. Gli animali infatti quando scelgono un determinato luogo è perché lo reputano sicuro. È consigliabile inoltre cercare di “ovattare” l’ambiente tirando le tende, chiudendo le serrande e le finestre, affinché i rumori delle esplosioni siano attutiti e i bagliori non giungano all’interno della casa o cercare di minimizzare l’effetto sonoro dei botti accendendo tv o radio».
«È bene inoltre – prosegue l’animalista nei suoi consigli – spostare gli oggetti all’interno della casa che potrebbero procurargli delle ferite durante la fuga. Se abbiamo un cane o un gatto abituato a dormire in giardino, ospitiamolo in casa in queste notti, non deve assolutamente stare fuori all’aperto perché la paura lo spingerebbe a fuggire e allo stesso tempo sarebbe opportuno evitare di legare cani per evitare che fuggano, poiché potrebbero strangolarsi. Bisogna anche evitare di lasciarli soli soprattutto su balconi perché per la paura potrebbero gettarsi nel vuoto. Se il nostro cane è anziano o cardiopatico, è opportuno inoltre chiedere consigli al veterinario. È inoltre opportuno mettere al collare del cane una medaglietta con il nome dell’animale e i contatti telefonici (che non deve sostituire il microchip obbligatorio per legge entro il sessantesimo giorno di vita). In caso di smarrimento di animale è opportuno sporgere denuncia, fare volantini con foto e numeri di telefono e affiggerli ovunque (gli avvistamenti delle persone sono fondamentali per poter ritrovare il nostro animale) e rivolgersi a volontari del luogo per farsi aiutare e chiedere consigli, postare sui social l’appello dello smarrimento con foto e recapito dei proprietari, le persone lo condivideranno in fretta».
«Sarebbe comunque auspicabile – conclude la Meyer – che i Comuni emanassero ordinanze mirate contro l’utilizzo di botti e fuochi di artificio (molti già lo fanno per fortuna). Ad essere in pericolo infatti non sono solo gli animali, ma anche gli esseri umani, grandi e piccini. Questa usanza provoca infatti ogni anno centinaia di feriti, talvolta anche gravi arrecando un grande rischio per la salute delle fasce più deboli della popolazione (bambini e anziani): il 1° dell’anno infatti in diverse città si supera il limite di pm 10 fissato per legge sui 50 microgrammi al metro cubo. In seguito ai festeggiamenti di capodanno questo valore raggiunge, a seconda delle città prese in considerazione, il doppio o il triplo rispetto alla media considerata nel periodo. Quindi, a causa dell’aumento delle polveri sottili in questo giorno, i soggetti maggiormente in pericolo come asmatici, allergici o soggetti che soffrono di patologie respiratorie corrono inconsapevolmente un notevole rischio».
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