L’editoriale Smettere di fumare, perdere qualche chilo di troppo, riprendere l’Università, bere meno, far decollare la propria impresa sul mercato… L’inizio del nuovo anno, da tempo immemorabile, è occasione di buoni propositi, soprattutto – va detto – per i più giovani, ma non solo. Ognuno di noi ha delle cose in cui migliorarsi, degli aspetti del carattere da limare, delle cose da completare e quant’altro. E se è vero che ogni lunedì è buono per questo scopo, quanto più il “reset” del calendario con l’inizio del nuovo anno. Una questione tutta psicologica, ovviamente, in quanto ogni giorno è buono a tal fine, ma tant’è.
IN CASA COLLIGIANA, sul nostro territorio, pure non mancano le cose da fare. Sul fronte politico non si può non notare come il dibattito sia smorto, fiacco sarebbe già dire troppo. Le occasioni di confronto inter forza politica sono sostanzialmente inesistenti, tranne qualche languido episodio in Consiglio Comunale. Con i cittadini, poi, ancor meno le occasioni di confronto. Eppure in un Comune non grande come il nostro dovrebbe essere più semplice e allo stesso tempo doveroso il confronto pubblico sulle varie tematiche di pubblico interesse. Per migliorarsi (tutti), per migliorare il territorio.
Dal punto di vista dell’aggregazione sociale, pure: il da farsi è tanto. Ci sono le Pro Loco (ma alcune frazioni non le hanno), ci sono associazioni che svolgono comunque un ruolo analogo a quello delle Pro Loco all’insegna della coesione sociale e della valorizzazione del territorio, ma le persone che vi gravitano attorno sono sempre le stesse: non c’è ricambio (né generazionale, né di altro tipo). E invece proprio di più persone ci sarebbe bisogno: di nuova gente che si affianchi a chi oggi sta lavorando valorizzare la propria frazione e creare aggregazione, lavori assieme a chi già c’è e un domani abbia le “carte in regola” per proseguire il lavoro iniziato da altri. A questo splendido volontariato che si dà da fare (per definizione) senza ricevere nulla in cambio deve essere tributato tutto il riconoscimento possibile, ma gli eventi sono ancora pochi sul territorio. Certo: è volontariato, non si può pretendere che la gente si dia da fare come fosse un impiego, ma le nostre frazioni sono ancora troppo “paesi dormitorio” e, nei limiti del possibile, un buon proposito per questo 2018 sarebbe proprio quello di, non solo consolidare ciò che già c’è, ma aumentare l’offerta: gli eventi aggregativi, ricreativi, culturali, eno-gastronomici e quant’altro.
Da rilanciare con forza è invece l’attività dei Consigli di Frazione. Urge una riforma, ben ragionata, che eviti che questi organismi della partecipazione si trasformino sempre più in “contesti scalda-sedia”, la cui attività non porta a niente: a nessun risultato concreto. Così come da rilanciare è il dialogo. Nella politica, fra politica e associazionismo, fra le varie realtà del territorio ci sono ancora troppi veti al dialogo. Questo, in un territorio come il nostro, è inconcepibile: pur nella diversità dei ruoli (maggioranza e opposizione / politica e associazionismo / imprenditoria e istituzioni) è fondamentale “fare squadra”, altrimenti il territorio non cresce. E invece ha tanto bisogno di sollevarsi dalla situazione di stallo in cui si trova.
Tanti i buoni propositi che si possono formulare sulla carta. Da vedere se ci sarà la volontà di attuarli: di tradurre i pensieri in fatti.