Stagno Diego Banti, 31enne stagnino, è il referente comunale colligiano di Direzione Italia, il neonato partito di centrodestra che si appresta a giocare una partita politica anche nel Comune di Collesalvetti. Collenews lo ha intervistato. Dalla collocazione politica ai programmi, passando per la corsa elettorale alle prossime amministrative, il giudizio sull’Amministrazione Bacci e le alleanze. Il referente locale a tutto campo.
Banti, lei è il referente colligiano di “Direzione Italia”, un partito di freschissima fondazione che gravita nell’orbita del Centro Destra. Parto subito da qui: nel territorio del Comune di Collesalvetti i partiti di questo orientamento hanno sempre vissuto una sorta di subalternità culturale alla Sinistra, visto che questa è una zona storicamente “rossa”, anche se di rosso c’è rimasto ben poco. Ma comunque non di Centro Destra. Come vive lei tutto questo? E, di conseguenza, che possibilità ha “Direzione Italia” di sfondare in zona colligiana?
«Innanzitutto un grazie a te Diego e a Collenews per la possibilità di rivolgermi per la prima volta al pubblico di Collesalvetti tramite il vostro giornale. Devo dire che più che una subalternità culturale ho sempre avuto l’impressione che si trattasse di mancanza di idee, di progetti e di volontà di essere presenti sul territorio. Poi in democrazia vince la maggioranza e come noto questa non è una zona “fertile” per chi ha idee di centro-destra, anche se a me piace più parlare di liberalismo, atlantismo, occidente per meglio identificare l’idea che portiamo avanti. A mio modesto parere a Collesalvetti si rispecchia, anche se in piccolo, la situazione degli ultimi 25 anni del Centro-Destra tradizionale, ovvero un’aggregazione di partiti che alla fine non ha saputo combinare niente di valido per questo paese. Naturalmente vale lo stesso, anche se per motivi diversi, dello schieramento opposto. La chiave per fare un passo avanti è saper fare una profonda e fredda autocritica e saper rinnovare completamente la formula da presentare. Non le idee però, perché crediamo che l’idea di una società libera, politicamente ed economicamente, sia estremamente attuale ed è imperativo seguirla. Quest’idea è stata usata a fini elettorali per 25 anni senza realizzarne un solo pezzo, col risultato che adesso il Paese versa in una crisi profondissima, molto più di quanto possa sembrare. Lo scopo di Direzione Italia è proprio questo: dare all’Italia quella rivoluzione di libertà, la rivoluzione liberale che in tutta la sua storia non ha mai avuto. Nel mio piccolo, mi propongo di creare a Collesalvetti la sezione locale di questo nuovo partito e di costruire innanzitutto uno spazio, un luogo per pensare, progettare, immaginare. Questo spazio sarà anche la fucina dove forgeremo anche l’idea di Comune che vogliamo, in modo progettuale, dal 2019 in poi e credo che basandoci su questi presupposti saremo sicuramente in grado di stabilire una presenza forte anche nel nostro Comune»
Ci può riassumere, sinteticamente, posizioni e programmi del vostro partito?
«Come dicevo poco fa, siamo nati per dare una svolta di libertà a questo paese. Noi crediamo nello Stato inteso come garante della libertà e dei diritti individuali, cui spettano la sicurezza interna (forze dell’ordine), esterna (forze armate) e l’amministrazione di una giustizia equa ed efficiente. Tolti questi compiti la società, intesa non come entità unica ma come insieme di individui, può provvedere da sola ai propri bisogni grazie all’iniziativa privata. Dunque ciò che vogliamo, in fin dei conti è semplice: meno tasse, meno spesa pubblica, meno debito pubblico, meno Stato.
Sono ben cosciente che queste parole sono già state usate in passato e vengono tutt’oggi usate a sproposito: molti hanno quindi difficoltà a credervi. Ma se avessimo voluto usarle anche noi a sproposito non avremmo fondato un partito completamente nuovo, ci saremmo tutti limitati a rimanere dove eravamo o ad iscriverci ad uno dei vecchi partiti. La garanzia che facciamo sul serio sta nel fatto che siamo l’ala italiana dei Liberal-Conservatori Europei, l’AECR (Alliance of European Conservatives and Reformists) che si concretizza nel gruppo ECR al Parlamento Europeo (il 3° dopo PPE e PSE) e all’interno del quale sono presenti anche i Conservatori Britannici. Quest’ultimo annovera tra i suoi esponenti storici Winston Churchill e Margharet Thatcher, la quale è garanzia certa della formula meno tasse, meno spesa pubblica e meno debito pubblico di cui parlavamo prima. Siamo quindi all’opposizione di PPE e PSE e in Italia dei loro sciagurati equivalenti, ovvero i partiti del Nazareno e tutte le microsigle nate per poter rimanere aggrappati alla poltrona, comprese quelle della Sinistra classica che a parole condannano Renzi ma che gira e rigira ci governano insieme. Dato che crediamo nella libertà siamo per forza di cose alternativi anche al Movimento 5 Stelle che da anni dimostra di essere un partito illiberale e liberticida su moltissime questioni, che non ha una politica economica sostenibile, una politica estera credibile e che ha già dimostrato di non saper governare neanche le città, figuriamoci il Paese. Noi in definitiva, pensiamo che la storia abbia già dimostrato quale sia la strada vincente, ovvero il liberalismo, attuato da Reagan e dalla Thatcher negli anni ’80 e grazie al quale hanno saputo risollevare le proprie nazioni da un declino che non conosceva fine. Non era troppo tardi per USA e UK, non è troppo tardi neanche per l’Italia!»
Presenterete un candidato sindaco e una lista per il Consiglio Comunale?
«Sicuramente sì. Saremo presenti e giocheremo per vincere. La scelta del candidato andrà di pari passo alla costruzione del progetto per Collesalvetti, la mia speranza è che si possa trovare un candidato del territorio che abbia una conoscenza profonda del Comune e che sia ovviamente propenso a fare lavoro di squadra. Non vogliamo spedire al Municipio qualcuno che il giorno dopo non risponde neanche più al telefono ma qualcuno che sia aperto al confronto e al dialogo prima durante e dopo le elezioni».
Alleanze?
«Per quanto mi riguarda non ho preclusioni, ma non sono disposto a rinunciare ai principi di base su cui nasce Direzione Italia. Siamo un partito nato per costruire qualcosa, per ragionare, riflettere, progettare, non per urlare e fare caciara. Quella la lasciamo agli altri, la sanno fare benissimo. Un alleanza con forze affini alla nostra è auspicabile a patto che le intenzioni siano genuine e che si lavori insieme per un progetto comune. Diversamente meglio che ognuno vada per se».
Come giudica il panorama del Centro Destra in zona colligiana?
«Come dicevo prima la situazione locale rispecchia quella nazionale. Manca totalmente il contatto col territorio e la gente non si sente rappresentata dagli attuali partiti, sia tra chi vota, sia tra chi non vota: non c’è possibilità di mettersi in contatto con nessuno, di poter parlare, dire la propria e magari impegnarsi. Penso che questo sia un problema ormai trasversale a tutto l’arco politico ma che nel campo del Centro-Destra la situazione sia molto più grave che altrove. Dunque il primo passo dev’essere proprio questo; permettere alle persone di esserci e di dire la propria, fare il punto della situazione e poi ripartire. Io farò da aggregatore e mi occuperò per prima cosa di creare lo spazio per la discussione e il confronto: invito chi legge a contattarmi, se interessato, a questo indirizzo di posta: info@diegobanti.it»
Quali le priorità d’intervento, secondo lei, sul territorio?
«Ci sono sicuramente alcune questioni prioritarie: il centro Macchia Verde a Stagno, in rovina da troppi anni, la SP555 che percorro ogni giorno per andare a lavoro e che versa in condizioni preoccupanti: aggiungerei anche un’attenzione al verde non sufficiente e naturalmente l’annosa questione delle piscine. Sicuramente c’è poi molto altro di cui occuparsi perché se è vero che Collesalvetti annovera solo 17000 abitanti è altrettanto vero che la sua posizione è strategica, tant’è vero che è presente l’Interporto Vespucci e che da qui passano anche la FiPiLi e la Rosignano-Genova. Per capire i problemi e trovare delle soluzioni è fondamentale la partecipazione, il confronto e la progettualità, ecco perché occorre permettere a chi nel territorio ci vive e lavora di parlare, discutere e portare le proprie idee. A volte le soluzioni sono anche semplici, basta dare ascolto al prossimo».
E la situazione politica generale? Che giudizio dà dell’Amministrazione Bacci, ormai al suo secondo mandato?
«La situazione generale è pessima, c’è ormai un divario profondo tra società e classe politica che è molto difficile da richiudere. Occorreranno anni di impegno per farlo, ammesso di partire adesso e lavorando per bene. La situazione economica e sociale del paese è altrettanto critica e serve un cambio di rotta radicale: proprio per questo è nata Direzione Italia. Torno a ripeterlo: l’unica via è liberare il paese da tasse, burocrazia e un debito pubblico a livelli allarmanti. La crisi politico-economica del ‘92 somiglia molto a quella di oggi. Per quanto riguarda il Comune, direi che sicuramente si può fare meglio, a partire dalle questioni di cui scrivevo sopra. Come dicevo prima però, il nostro approccio ai problemi è diverso da quello seguito finora dagli altri partiti. Noi ci proponiamo innanzitutto di essere alternativi nel merito e nel metodo, oltre che nelle persone, dunque difficilmente ci vedrete incolpare questo o quell’altro perché la colpa è sì dei singoli, ma il vero errore sta nell’approccio al problema. Prendiamo ad esempio le piscine: l’errore di fondo di quella vicenda fu un intervento diretto del Comune in un affare privato, cosa che non sarebbe dovuta appunto avvenire. Ecco la differenza fondamentale: allo Stato, il Comune in questo caso, non spetta il ruolo di investitore, finanziatore, garante, ma quella di controllore, al più, dell’attività del privato, il quale deve assumersi tutti i rischi del caso quando decide di fare un investimento come quello. Se va male ci rimetterà lui, ma non il resto della comunità».
Che futuro pensa si prospetti per questo Comune? Al di là, del suo auspicio, chi crede verosimilmente vincerà le prossime elezioni amministrative?
«Come dicevo, Collesalvetti è in una posizione strategica e ha sul suo territorio le possibilità per essere un Comune prospero e con un’alta qualità della vita. L’ottimismo è parte del nostro DNA di liberali perché crediamo nelle persone e nelle possibilità che hanno di fare bene. Questo tratto mi rispecchia anche personalmente e dunque penso che si possano nutrire fondate speranze di un miglioramento della situazione generale del Paese e naturalmente anche locale. Questo però a patto di abbracciare un cambiamento, tanto positivo quanto necessario, verso un approccio nuovo e diverso dal passato, già testato con successo nel mondo anglosassone, ovvero il liberalismo. Per quanto riguarda le elezioni del 2019 posso sicuramente dirti che giocheremo la partita per vincere, con o senza alleati. Chiaramente il PD parte favorito, sia perché negli anni ha sempre vinto, sia perché è presente e organizzato, anche se non come una volta, sul territorio. La fase che stiamo vivendo però, ci dice che l’elettorato è assai fluido ormai e non esistono quasi più gli zoccoli granitici di una volta nell’elettorato. Dunque tutto è possibile e non ci sentiamo affatto sconfitti in partenza. Voglio infine sottolineare una cosa: noi partiamo dal nulla in termini elettorali, siamo molto giovani, anche anagraficamente, specie in questa provincia. Io ho 30 anni, Riccardo Nocchi, referente provinciale ne ha 26, altri amici sempre della provincia sono tutti sotto ai 30 e solo pochi sono tra i 40 e i 60. Un aspetto che vorrei fosse tenuto in conto da chi legge è che nessuno di noi ha la presunzione di sapere tutto o di poter spaccare il mondo; sappiamo che il lavoro da fare è molto e che la base della saggezza è saper dire “Non lo so”. Diffidiamo quindi di gente come Renzi, Trudeau, Macron e altri che si vi si ispirano. Da noi quindi potranno aspettarsi disponibilità ad ascoltare e a dialogare. Conto e contiamo su questo per la riuscita del nostro progetto».