L’editoriale Il referendum costituzionale sulle riforme renziane si avvicina. Pur trattandosi di questioni politiche di livello nazionale, i partiti anche su Collesalvetti hanno preso posizione in merito in maniera netta e determinata. Il sindaco Lorenzo Bacci si è esposto in prima persona dando il proprio endorsement a favore del SÌ e al relativo evento che si terrà alla Sala Spettacolo di Collesalvetti lunedì 26 settembre alla presenza di un costituzionalista. La conferenza è organizzata dal Comitato “Collesalvetti che dice sì” in collaborazione con il Gruppo Consiliare del Partito Democratico di Collesalvetti. Per cui, seppur sia noto fra i dem vi siano posizioni minoritarie in contrasto con la linea del SÌ, il PD colligiano ha preso posizione. Ma anche fuori casa PD ci sono state prese di posizione ben precise.
L’iniziativa a favore del NO che si è svolta la settimana scorsa, sempre alla Sala Spettacolo e anch’essa alla presenza di un costituzionalista, è stata infatti organizzata dal Gruppo Consiliare colligiano del Movimento Cinque Stelle in collaborazione con il Comitato per il NO. Ad essa hanno partecipato convintamente anche esponenti di Rifondazione Comunista e di Possibile, la formazione dei civatiani scissionista del Partito Democratico. Iniziativa a parte, pentastellati, comunisti e civatiani hanno preso comunque una posizione netta in opposizione alla riforme renziane e dunque a favore del NO.
Non si potrà far finta che non sia successo nulla La politica fatta seriamente presuppone sempre un’assunzione di responsabilità, per cui pare evidente che, stanti queste convinte prese di posizione, all’indomani dell’esito del referendum non possa che esserci una presa d’atto, non solo formale ma sostanziale di quanto gli elettori avranno decretato, visto che, tanto per rimanere in tema di Costituzione, «la sovranità appartiene al popolo». Dimissioni? Altri gesti o atti?! In cosa consisterà questa presa d’atto è difficile dirlo e sarebbe un’ingerenza inopportuna nelle dinamiche delle singole forze politiche, ma va da sé che se si è fatto campagna attiva a favore di una posizione e poi risulterà vincitrice l’altra, serietà e credibilità politica imporranno una messa in discussione importante. Non si potrà, in altre parole, far finta che non sia successo nulla.
Le variabili Molto, chiaramente, dipenderà da due fattori: l’eventuale vittoria di misura del SÌ o del NO e il dato elettorale specifico sul territorio del Comune di Collesalvetti. Va da sé che se ci sarà a livello nazionale una vittoria (per chicchessia) risicata la messa in discussione (o resa dei conti nella più significativa della ipotesi) potrà essere evitata, ma se dagli scrutini uscirà un dato netto quanto forte, allora il rimettersi in gioco, il ripensare certe posizioni, sarà fondamentale. Forse scomodo, ma fondamentale per evitare che la distanza fra cittadini e politica diventi ancor più incolmabile (il solco è già abbastanza ampio). L’elettore comune non crede più all’ “investitura divina” e il “restiamo comunque vada; non arretriamo di una virgola comunque vada” è mal digerito (a dir poco) e controproducente (perché in democrazia i voti vanno presi e si prendono dalla gente). Questo vale, chiaramente, tanto per il PD quanto per il Movimento Cinque Stelle e tutti gli altri attori politici.
Una riflessione ineludibile Se questo vale per il dato nazionale (che è quello che decreterà la vittoria del SÌ o del NO), anche il dato locale (ossia come su voterò sul territorio colligiano) avrà certamente la sua importanza. Qui ogni forza politica dovrà confrontare il dato dello scrutinio referendario con quello dei voti presi alle ultime elezioni amministrative. Il conteggio sarà un po’ più elaborato per le forze di opposizione (che dovranno fare delle somme) che per il PD (che dovrà semplicemente mettere a confronto i propri voti alle ultime comunali con quelli del SÌ). Il tutto, ovviamente, fermo restando che votano tutti gli aventi diritto, inquadrati o meno in un partito, che abbiano votato o meno alle ultime politiche o amministrative. L’analisi, semplice o complessa che sia, la dovranno comunque fare tutti, ma in modo particolare chi perderà. Ciò che ne seguirà a questa analisi è chiaramente infinitamente presto per dirlo. Ciò che si sa fin da ora è che la posta in gioco è alta. Così come l’apprensione (finché non ci sarà il risultato, per tutti).
a