L'intervento del consigliere Bosco sulla violenza sulle donne

L’intervento del consigliere Bosco sulla violenza sulle donne

Collesalvetti «Tenuto conto che lunedì 25 novembre è stata celebrata la giornata mondiale contro la violenza sulle donne e considerato che la violenza contro le donne ha assunto i contorni di una tragedia nazionale sia per i numeri che per l’estensione (comprende tutto il territorio italiano e coinvolge il nord e il sud, tutti gli ambienti sociale ricchi e poveri, intellettuali e no), nessuno è escluso da questa vera e propria guerra che sparge dolori e lutti ogni giorno e travolge oltre ai soggetti principali, altre persone. Pensiamo alle famiglie di origine, ai figli, a tutti coloro che interagivano e che si trovano ad interagire sia con la vittima che con il carnefice». Si apre così l’intervento del consigliere comunale Pier Luigi Bosco (Pd) durante il Consiglio Comunale del 28 settembre, trasformato, per volere del presidente Monica Barsacchi e dell’Assemblea, in Ordine del Giorno.

 

Inequivocabili i dati sulla violenza sulle donne: «Quest’anno – afferma Bosco – sono già state uccise numerose donne. Troppe, ed è un numero che in questi anni è cresciuto e di cui abbiamo più conoscenza in considerazione del fatto che più donne hanno trovato il coraggio e l’opportunità di denunciare e venire allo scoperto. Un dato Istat allarmante: nel 2012 6,743 milioni di donne tra i 16 e i 70 anni almeno una volta sono state vittime di violenze; più di un terzo delle donne di quella fascia di età vivono in Italia. Un altro dato sconcertante – prosegue –  è fornito dal fatto che in Italia, dove la famiglia ha nelle parole e nell’immaginario una funzione essenziale, il 93 per cento delle violenze sono opera del coniuge o di un familiare; e solo il 6,2 per cento è opera di sconosciuti».

 

Una cultura e un modo di fare inaccettabili, da debellare con ogni mezzo: «Questo è un segno che in Italia è diffusa l’idea della donna come soggetto inferiore da sottomettere, pronta a sopportare. Questo concetto scavalca il confine delle case, delle singole persone, diventa un tratto della nostra cultura e rappresenta un segno di arretratezza culturale. Dobbiamo – sottolinea Bosco – pensare al dolore, all’inferno di migliaia di donne, alla vigliaccheria e alla crudeltà di uomini che non sopportano la ferita narcisistica di essere lasciati o messi in discussione e che intendono i rapporti come possesso e sottomissione. Se leggiamo questo come un tratto culturale dobbiamo affermare che gli omicidi, le botte, i soprusi non sono cose che succedono fuori di noi e per questo non ci riguardano, sono dentro di noi ed è questo il cambiamento che siamo chiamati a fare e che una società civile deve attuare. Il Consiglio Comunale – continua – afferma con forza la necessità del contributo di tutti affinché questo cambiamento avvenga».

 

Le istituzioni e la classe dirigente italiana devono lottare in maniera attiva contro la violenza sulle donne: «I partiti, il Parlamento, il Governo, mettendo tra le priorità la lotta alla violenza di genere e la gente comune perché non chiuda occhi e orecchie davanti a fenomeni che le accadono intorno, infine la Magistratura e le forze dell’ordine perché velocemente tutelino la parte più debole e la scuola perché l’educazione al rispetto – sostiene il Consigliere – divenga materia di insegnamento e di formazione dei ragazzi e delle ragazze». Nondimeno, «gli enti locali perché siano parte attiva nell’attuazione di questa evoluzione culturale».

 

E conclude: «La lotta contro la violenza sulle donne deve diventare sempre più una questione nazionale come la lotta contro la criminalità. La lotta alla violenza, anche quella apparentemente più innocua deve essere eliminata; per stare meglio tutti, uomini, donne e i nostri figli. Il Consiglio Comunale – sollecita Bosco – chieda che questo odg sia inviato ai mezzi di informazione e ai gruppi di Camera e Senato».