Collesalvetti A Collesalvetti per parlare di una questione che va ben oltre i confini colligiani. Il tema è quello del TTIP, il trattato transatlantico sul commercio e gli investimenti (Transatlantic Trade and Investment Partnership). La serata, decisamente di alto profilo, si è tenuta nei giorni scorsi presso la Limoniaia di Villa Carmignani.
Moderata da Beniamino Franceschini di Caffè Geopolitico, la conferenza ha visto come relatori l’europarlamentare del PD Nicola Danti (che ha sostenuto la tesi a favore del TTIP) e Alberto Zoratti (Fairwatch), che ha dato luogo ad un contraddittorio con Danti, sostenendo tesi opposte rispetto a quelle dell’esponente dem, ma sempre in un clima di confronto molto rispettoso, cordiale, elegante, di alto profilo. Ad introdurre la serata, la presidente del Consiglio Comunale, Irene Visone ed il sindaco Lorenzo Bacci che ha ricordato come l’idea di questa conferenza-dibattito sia nata all’interno del Consiglio Comunale «per dar modo ai cittadini di farsi un’idea su questo tema così importante che riguarda ciascuno di noi».
Nicola Danti ha esordito ricordando come al Parlamento Europeo vi siano tutti i giorni dei convegni sul TTIP (di segno opposto), riguardo al quale ha parlato di due fasi: una di stallo sulle negoziazione e una successiva ripresa. «Le questioni relativamente al partenariato sono tantissime», ha sottolineato l’europarlamentare, per il quale «è importante trattare con gli Stati Uniti, avendo però ben presenti i nostri obiettivi». Che per Danti sono diversi, anzitutto l’abbattimento dei dazi e della barriere doganali. «Esportiamo più noi negli Stati Uniti che viceversa – ha ricordato l’esponente del PD – in vari comparti: l’agroalimentare, la tecnologia, per non parlare del settore della moda… Un bell’attivo commerciale ma sul quale paghiamo dazi che vanno dall’8-9% fino addirittura al 26%. Per un’economia come la nostra che ha una forte vocazione di esportazione, il TTIP rappresenta un passo molto importante». Danti si è poi soffermato sulla questione delle barriere tariffarie, sul tema delle diverse regole commerciali e su quello degli appalti. Riguardo a quest’ultimo punto, «uno degli obiettivi è quello di garantire la libertà di partecipazione a tutte le gare». Quanto alla questione della segretezza, il parlamentare europeo ha preso una posizione netta: «la non trasparenza sul tema non ha giovato alla causa di chi è favorevole al TTIP», pur precisando che il fascicolo è stato poi desecretato.
Alberto Zoratti nel rendere atto a Danti e ad un altro parlamentare «di essere le uniche due persone che si mettono a disposizione per fare questi incontri pubblici» ha ricordato che la sua opposizione al TTIP «parte dalla lettura di alcuni documenti». Zoratti ha ricordato che la Commissione Europea chiede obbligatoriamente stime d’impatto: «ne sono state fatte diverse di queste stime. Spesso esse guardano in direzioni opposte». «Ci viene detto: “il TTIP serve per uscire dalla crisi”. In verità i tempi non ci consentono di vederlo come una possibile chiave di volta rispetto alla crisi che stiamo subendo in questo momento. C’è poi un altro elemento che non viene considerato: tutte le volte che viene liberalizzato un mercato con un Paese terzo, i flussi commerciali si ristrutturano: si ha un fenomeno chiamato trade creation (si crea commercio), ma c’è un altro fenomeno che viene definito trade diversion (vengono favoriti i flussi commerciali fra i due Paesi contraenti, però si ristrutturano tutti gli altri flussi commerciali fra gli altri Paesi limitrofi). C’è un elemento di preoccupazione che noi vorremmo che il Governo prendesse in considerazione – ma il nostro viceministro tutte le volte che gliene parliamo fa cadere la questione – che è quello per cui nelle stime ufficiali si parla di una trade diversion che diminuirebbe gli scambi commerciali interni ai Paesi europei, favorendo uno scambio con gli Stati Uniti. Fra Germania e Italia per esempio ci sarebbe un crollo del 29% degli scambi; tra Germania ed Inghilterra del 40%. Immaginate il mondo della piccola e media impresa europea. La stragrande maggioranza di queste vendono ai mercati europei, sono questi i loro mercati di sbocco. Capite bene che col TTIP qualcuno sarebbe lasciato a casa: questo “qualcuno” sarebbero le piccole e medie imprese europee che sono quelle che, entrate nella crisi poi escono più faticosamente, ma sono anche quelle che tengono di più».
Questo uno degli argomenti di un dibattito molto più articolato che ha appassionato e fatto discutere il pubblico presente in sala.
Segui Collenews su Facebook, clicca “mi piace” qui
Seguici su Twitter, clicca qui