Guasticce I familiari ed il paese di Guasticce tutto piangono la scomparsa di Giovanni Ughi. L’uomo, conosciuto e amatissimo nel paese, avrebbe compiuto 100 anni nel febbraio prossimo. Marito e padre di famiglia, ha avuto una lunghissima storia d’amore con con la moglie Milena: 55 anni di matrimonio, senza contare quelli di fidanzamento. Lascia la figlia Stefania, il genero Francesco Mura ed il nipote Gian Marco Mura.

Appassionato di arte (ebbe uno stretto rapporto di amicizia con Renato Natali), l’uomo è conosciuto anche per la sua preziosa opera di divulgazione e memoria storica. Giovanni fu infatti fatto prigioniero dei tedeschi

L’uomo non ha mai voluto far mancare il racconto della sua storia ai giovani alunni delle scuole del territorio colligiano perché non si offuscasse la memoria. Più volte negli anni Ughi è stato invitato alla Scuola Primaria “Falcone e Borsellino di Guasticce. Due anni fasottolineò ai suoi giovanissimi ascoltatori l’importanza di «lottare per la democrazia, la libertà e l’uguaglianza» e raccontò alcuni dettagli della sua prigionia, come il fatto che il letto su cui lui e gli altri prigionieri erano costretti a dormire era scomodissimo e ancora: il fatto che «c’era una sola coperta per l’estate e per l’inverno. Ricordo che un ragazzo fu ucciso per averla tagliata in due».

Intervistato da Collenews.it l’uomo raccontò quando fu catturato dai tedeschi, caricato su carri per bestiame, il periodo della prigionia, il calvario nei campi di concentramento, le atrocità dei soldati tedeschi («non ammettevano errori, se sbagliavi infatti erano calci o frustate»), l’inferno di quella cella di 3 metri per 2 che il guasticciano condivideva con altre tre persone, le terribili condizioni nelle quali dovevano lavorare. E ancora il lavoro con i piedi immersi nella neve a -15°, i turni di lavoro che duravano 12 ore al giorno. Clicca qui per leggere l’intervista nella quale Ughi racconta la sua drammatica esperienza.

Il reduce di guerra ha più volte raccontato la sua esperienza anche in occasione della tradizionale cerimonia alla Cappella dei Caduti di Guasticce del 4 novembre. Perfettamente integrato nel paese di Guasticce, ora lascia un vuoto incolmabile nel cuore dei suoi cari e dei compaesani che tanto lo hanno amato ed apprezzato per la sua infaticabile e preziosa opera a servizio della memoria storica.

 

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