L’Editoriale Questo 2020 é giunto al termine. Un anno di cui non sentiremo certo la mancanza. È stato l’anno del Covid, una pandemia odiosa che ha spezzato vite, creato sofferenza immane a chi ha perso una persona cara, messo in ginocchio l’economia con cifre da capogiro di imprese e Partite Iva di professionisti che hanno chiuso i battenti, impoverendo il sistema produttivo nel suo complesso, ma – quel che più conta (purtroppo) – impoverendo chi su quei redditi (diretti interessati e relative famiglie) contava per vivere.
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E qui si tocca un tasto dolente: é improcrastinabile che i pubblici poteri e i potentati economici mettano all’ordine del giorno politiche attive per livellare le disuguaglianze. Diseguaglianze che, al contrario, sono state acuite dalle complicanze di questa odiosa pandemia. Fortunatamente, c’è anche chi, come gli scout di Guasticce, in collaborazione con la Caritas del paese (leggi qui), a titolo di esempio (ci sono anche altre iniziative analoghe), ha messo in campo iniziative per i più poveri, per regalare anche a loro, a Natale, un sorriso, un po’ di sana gioia. Lo avete letto su queste pagine, non occorre dilungarsi.
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Già: queste pagine. Anch’esse sono state impoverite, indirettamente, da questa situazione divenuta decisamente pesante ed insopportabile per tutti quanti. Impoverite perché – come tutto il resto del mondo – anche il territorio di cui si occupa questa testata (quello del Comune di Collesalvetti) é piombato nell’impossibilità di organizzare quegli eventi aggregativi che sono rimasti quasi l’unico elemento a vivacizzare il territorio.
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Due gli auspici, in conclusione. Il primo riguarda i prossimi mesi: che possa mutare il tono della comunicazione pubblica perché, oltre a doverosi messaggi di responsabilità, ora é indispensabile cessare ogni comunicazione che induca pessimismo o sfiducia. Il 2021 deve – sì: deve – essere l’anno della ripartenza e non possiamo piú permetterci di concepire anche l’anno appena iniziato come un anno da incubo o semi-incubo. Tutto parte dal pensiero: non ci si può permettere di dimenticare cosa é accaduto o di deresponsabilizzarci, ma nemmeno di iniettare pessimismo o demoralizzazione. Non ce lo possiamo permettere! Il secondo riguarda il futuro un po’ più lontano: che si possa tornare ad una vita normale, anche sul territorio colligiano: a riassaporare la dimensione della socialità, dell’aggregazione; quelle feste, quelle sagre, quella vita associativa che caratterizzano la vita sul nostro territorio. Non sappiamo quando questo sarà possibile, ma sappiamo con certezza che, prima o poi, dovremo tornare ad assaporare tutto questo: é nella nostra natura. Da Collenews.itad ognuno di voi e a tutti i vostri cari l’augurio di ogni bene, serenità e gioia.
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Twitter Vanni cronista 2
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