Collesalvetti Prosegue giovedì 20 febbraio, alle ore 17:00, alla Pinacoteca Comunale “Carlo Servolini“ (Collesalvetti, Via Umberto I°, n. 63) il Calendario culturale “Italia-Belgio 1900. La rivelazione dell’ignoto, promosso dal Comune di Collesalvetti, ideato e curato da Francesca Cagianelli, in occasione della mostra “L’incanto di Medusa. Charles Doudelet, il più geniale interprete di Maeterlinck tra il Belgio e la Toscana” (fino al 12 marzo 2020, tutti i giovedì, ore 15:30-18:30).
A scandire l’intera durata della mostra le sette puntate messe in campo per illustrare gli orizzonti europei del variegato universo creativo di Charles Doudelet verteranno sulle problematiche del rapporto culturale tra l’Italia e il Belgio all’alba del XXI secolo, laddove artisti del calibro di Félicien Rops, James Ensor e Fernand Khnopff sbancheranno letteralmente sui palcoscenici delle più prestigiose esposizioni italiane, provocando una vera e propria epidemia artistica, fino ad essere battezzati da Vittorio Pica quali “campioni di un intelligente e raffinato cosmopolitismo..
Si intitola Da Rops a Toorop: tutta la grafica belga e neerlandese più amata in Italia, la conferenza di Fabrizio Pizzanelli, incisore e collezionista, che costituirà la 4^ Puntata del Calendario prevista per giovedì 20 febbraio 2020, ore 17:00.
Sarà l’occasione per ripercorrere le principali tappe del cruciale fenomeno della partecipazione dei più accreditati protagonisti del Simbolismo nordico alle Biennali di Venezia, nonché la loro diffusa fortuna bibliografica sulle principali riviste dell’epoca, laddove Vittorio Pica decideva di incoronarli nell’ambito dei suoi celeberrimi resoconti critici intitolati Attraverso gli albi e le cartelle (Sensazioni d’arte) apparsi su “Emporium” all’alba del Novecento.
Non sfuggiva infatti a Pica, intento a dipanare il suo lungimirante censimento della grafica internazionale, il fenomeno Doudelet, delineato tra le righe di un articolo intitolato nel dicembre del 1903 agli acquafortisti belgi, ritenuti “campioni di un intelligente e raffinato cosmopolitismo” (V. Pica, Arte contemporanea: acquafortisti belgi, in “Emporium”, vol. XVIII, n. 108, dicembre 1903, pp. 423-435).
“Nell’ambito di una serrata sequenza retorica in cui il critico preferisce sorvolare addirittura sulle stampe di “quel Félicien Rops, che rimane pur sempre l’acquafortista moderno più genialmente originale e possente”, ma soprattutto procede oltre la tentazione di soffermarsi sulle numerose acqueforti e litografie di Armand Rassenfosse, Émile Berchmans, Auguste Donnay, Henry de Groux, rinunciando perfino a esaminare “le originalissime figurazioni” di James Ensor, è proprio a Doudelet e con lui a titani quali Fernand Khnopff, Henri Evenepoel e George Minne che rivolge la sua privilegiata attenzione. Mirabile dunque risultano, a conferma della fulgida fortuna dell’incisione belga in Italia, le lodi tributate a Doudelet le cui xilografie gli appaiono “di una fattura minuziosamente leggiadra e di un ricercato carattere arcaico” da evocare la suggestione dei Quattrocentisti italiani”, si spiega in una nota della Pinacoteca colligiana.
IL PROFILO “Fabrizio Pizzanelli – si legge nella stessa nota – è nato a Pisa nel 1950 dove vive e lavora. Nel 1973 si è laureato in filosofia presso l’Università della stessa città. Proviene da una famiglia di artisti – il nonno Ferruccio Pizzanelli è stato un importante artista pisano della prima metà del ‘900, lo zio Leonardo Pizzanelli ha avuto una significativa carriera artistica – ed ha appreso l’acquaforte grazie agli insegnamenti dello zio, di Giuseppe Bartolini e di Giordano Viotto. Ha esposto in Italia e all’estero ed ha partecipato ad importanti rassegne nazionali ed internazionali. Sue opere sono comprese nelle raccolte promosse dal Gabinetto Stampe del Museo Civico delle Cappuccine di Bagnacavallo (Ravenna), dalla Associazione Nazionale Incisori italiani di Vigonza (Padova), dal Comune di Olzai (Nuoro). Ha realizzato incisioni per Società, amici ed associazioni fra cui la Associazione ex Allievi della Scuola di S.Anna. Su di lui hanno scritto Andrea B. Del Guercio, Riccardo Ferrucci, Sandra Lischi, Pier Francesco Listri, Carlo Alberto Madrignani, Nicola Micieli, Alberto Mugnaini Le lastre utilizzate sono esclusivamente di rame, incise utilizzando il percloruro di ferro e sono stampate, con grande perizia e pazienza, da Umberto Peroni nella sua stamperia “Atelier Antico Torchio” di Reggello presso Firenze“.
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