Stagno Rossano Ercolini, vincitore del Goldman Environmental Prize nel 2013 (il “Nobel per l’ambiente”) ha presentato il suo libro “Rifiuti Zero” al centro civico di Stagno.
Culmina in questo modo la serie di eventi di informazione e confronto promossi da Cittadini in Comune per Collesalvetti, l’associazione politico culturale presieduta dal dott. Enrico Frontini nata nel maggio 2018 con lo scopo di far partecipare i cittadini alla gestione del proprio territorio e che lancerà la propria Lista Civica, (tengono a precisare: indipendente da tutte le altre formazioni politiche) con una conferenza stampa il 2 Marzo alla sala spettacolo di Collesalvetti.
Ercolini ha esordito partendo da quella che è stata forse la sua più importante battaglia (in una vita di attivismo che parte negli anni ’70): «Noi non siamo NIMBY [Not in My Back Yard ndr], abbiamo sempre connesso i No ai Sì. Quando si disse no all’inceneritore a Capannori nel ’96 si disse Sì al sistema di gestione dei rifiuti che ora è diventata una eccellenza ed un modello a livello internazionale». Ha proseguito il Nobel per l’Ambiente: «a livello aggregato in Italia avevamo il 52% di raccolta differenziata nel 2016 secondo dati Ispra, il 55,5% nel 2017 e nel 2018 ci aspettiamo di sfiorare il 60%, mentre nel 2003 era il 17%. Come è stata possibile questa esplosione di buone pratiche? Non è stato il frutto di una visione politica, un processo top down, non è stato grazie a quei Governi che con l’articolo 35 dello Sblocca Italia permettevano di bruciare le ecoballe campane negli inceneritori del nord, è stato il frutto di battaglie locali come quella di Capannori che hanno spinto le Amministrazioni verso una strada apparentemente in salita, ma che può trasformarsi in una fonte di ricchezza per le amministrazioni che la percorrono fino in fondo, una strada su cui i cittadini non devono stancarsi di pedalare perché ci sarà sempre chi vorrà ampliare un’inceneritore con la scusa di un adeguamento ambientale o estendere la concessione per una discarica oltre i suoi limiti che tanto ormai il sito è già contaminato».
“Riguardo al panorama locale – si legge in una nota di resoconto dell’evento redatta da Cittadini in Comune per Collesalvetti – Ercolini sostiene che che i colligiani sono stati mandati in “serie C” dai loro amministratori con il 41% di raccolta differenziata, mentre Comuni anche vicini avanzavano verso la “Serie A” delle buone pratiche. I cassonetti stradali sono giudicati da Ercolini una cosa da “sfigati”, si notano subito i cassonetti con cumuli di sacchetti e altri rifiuti ingombranti abbandonati lì vicino quando si entra nel Comune di Collesalvetti“.
“Ercolini – si legge ancora nel resoconto dell’associazione-lista civica – accenna anche alla politica nazionale e locale sostenendo che si è persa una grande opportunità con i Cinque Stelle in quanto con la stella dei rifiuti e quella dell’acqua avevano il mandato di porre al centro la questione ambientale, ma non l’hanno fatto“. «Dovevano aprire il Parlamento come una scatoletta di tonno, ma invece di cambiare il sistema sono stati cambiati loro una volta al potere, succede così se non si hanno gli anticorpi. Il problema è che non c’è una nuova classe dirigente, abbiamo vissuto l’onda lunga della costituzione, ma ora che si è esaurita non riusciamo a produrre una nuova classe dirigente, ogni Governo che si succede è sempre peggio. Penso che per valutare una figura politica, più che i titoli gli si debba chiedere di dimostrare di saper fare non il suo interesse personale ma quello della sua comunità».
“Il modello rifiuti zero – si legge ancora nel resoconto di Cittadini in Comune per Collesalvetti – è un modello vincente per tutti, o si vince tutti seguendo questa strada o perdiamo tutti”. Ad ottobre 2019 Ercolini prevede di lanciare Spreco Zero, un movimento che si è dato la regola di non presentarsi alle elezioni per 5 anni per dar modo alla sua classe dirigente di essere selezionata e di crescere, potranno essere fatte eccezioni a livello locale in quanto lì si può controllare chi governa ed eventualmente togliergli la fiducia”.
“Ed in questo senso – prosegue la nota – strizza l’occhio alle realtà emergenti costruite dal basso come quella di Cittadini in Comune per Collesalvetti: «la politica dal basso è quella che ci salverà, non quella Top Down, bisogna passare dall’era trogloditica dei rifiuti a quella nuova delle risorse, non sono io a dirlo ma ad esempio la UE che ha pubblicato un paper e costruito il proprio modello di economia circolare già da diversi anni. Si va verso la Raw Material Scarcity nella competizione mondiale, ad agosto finiamo le risorse prodotto dal pianeta in un anno intero, l’economia circolare è obbligatoria». «Stagno è vessata da inquinamento, spero che venga abbracciata la strada di Rifiuti Zero, se ci sarà un nuovo sindaco volenteroso in questo senso sarò disponibile a dare il mio supporto gratuitamente», ha detto il Nobel per l’ambiente.
«Ercolini ci ha dato preziosi suggerimenti», commenta Emanuele Marcis, di Cittadini in Comune per Collesalvetti che ha moderato l’evento. «Il porta a porta è l’unico sistema di raccolta che garantisce percentuali di raccolta differenziata superiori al 75% e soprattutto una buona qualità della materia differenziata, bisogna però partire il prima possibile con tariffa puntuale, si chiede uno sforzo in più alle persone e quindi si deve far vedere che c’è un beneficio: si stimano infatti 3 giorni di lavoro spesi dalle persone per la separazione quotidiana alla fonte. Servono più isole ecologiche e centri di riparo e riuso che, a Capannori per esempio, danno lavoro a 18 persone. Le ricadute sul territorio ci sono e sono concrete. Dismeco, Tred, Funghi Espresso sono solo alcuni degli esempi di imprese nate dall’implementazione dell’economia circolare. L’attività di recupero di rame, alluminio e pezzi funzionanti (motori) dagli elettrodomestici è ad esempio molto remunerativa e dovranno necessariamente crescere se pensiamo che in Italia ci sono solo 5 piattaforme per l’estrazione delle terre rare, base per l’industria tecnologica. Il rilancio industriale del nostro territorio può passare anche da questo tipo di economia. Non vogliamo tornare indietro, non siamo contro l’industria ma contro l’industria sporca, vogliamo stare bene».
«Alcuni numeri danno l’idea del potenziale, anche economico, che si nasconde dietro una corretta gestione dei rifiuti e dello spreco di risorse pubblico viceversa indotto da una gestione scorretta, come quella che vediamo nel Comune di Collesalvetti, dove per 10 anni è evidentemente mancata la volontà politica di agire o come dice Ercolini ‘la capacità di fare l’interesse della propria comunità’, così oltre a pagare ingenti penali essendo la raccolta differenziata a Collesalvetti ben lontana dal target di legge del 65% che era previsto per il 2012 (penali che sottraggono risorse ad esempio al verde urbano, le scuole, etc…) si sono condannate frazioni ‘di frontiera’ allo sporco turismo dei rifiuti», così Diego Dal Canto, che continua con i dati: «ci sono Paesi che coprono il 100% dei loro costi di raccolta con i proventi dai rifiuti differenziati forniti ai consorzi di filiera la carta mista vale 40€/ton ma il cartone da solo viene pagato 100 €/ton mentre la carta bianca 150€/ton, il polietilene 400€/ton, il polipropilene 70€/ton… Al cassonetto c’è mediamente il 10% di impurità che in pratica vanifica lo sforzo di separazione e raccolta, la Cina ad esempio accetta materia raccolta con solo 0,5% di impurità, cosa possibile solo con un sistema di raccolta di tipo porta a porta».
«Guardando ancora avanti, si può immaginare tra 10-15 anni la fine del porta a porta per tornare ad una gestione dei rifiuti più domestica. Ad esempio la raccolta dell’umido costa 80€/ton, che possono essere risparmiati con i compostori casalinghi», spiega Alessandra Bonelli che aggiunge: «fa riflettere il fatto che fino al ‘74 non c’erano i cassonetti a Capannori, introdurli fu una questione di civiltà, il passo successivo sarà toglierli del tutto e riportare la gestione dei rifiuti a livello domestico».
Conclude il riepilogo della serata Selena Stagi: «noi non siamo come i Paesi africani ricchi di miniere: non abbiamo giacimenti, il cassonetto è la nostra ‘miniera urbana’, è quindi più circolare recuperare materiali che recuperare energia mediante incenerimento (che produce più polveri sottili e ceneri da smaltire dei rifiuti da eliminare in partenza a causa del consumo di additivi per abbattere gli inquinanti). Come se non bastassero queste motivazioni tecniche ed economiche, dobbiamo fare i conti con un dato inquietante: secondo la Ellen MacArthur Foundation se continuiamo così nel 2050 avremo più plastica negli oceani che fauna, in pratica le isole di plastica negli oceani stanno solidificando il mare. Di fronte a questa prospettiva, quali argomenti possono esserci per non agire con determinazione?».
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