Un momento della manifestazione davanti alla sede della filiale

Guasticce Finisce un’esperienza storica. Stiamo parlando della presenza nella frazione di Guasticce della filiale del Banco BPM. Ieri, infatti, è stato l’ultimo giorno di apertura al pubblico, mentre già questa mattina gli addetti ai lavori erano impegnati nel trasloco. La banca se ne va e con essa decenni di storia del paese.

Già, perché sono decenni che l’istituto di credito (prima Cassa di Risparmi Lucca-Pisa-Livorno) è presente nel paese. Due storie che corrono in parallelo: mentre il paese cresceva, mentre nascevano nuovi bambini, nuove coppie si sposavano (e chiedevano un mutuo per compare casa), nuove attività commerciali sorgevano, anche la banca cresceva, scriveva nuove pagine della sua storia. Certamente, un grande istituto bancario scrive la propria storia ben oltre Guasticce, ma non è sbagliato dire che “pro quota” (infinitesimale) anche in questo piccolo paese ha scritto parte del diario della sua vita. Visto che stiamo parlando di una Società per Azioni, potremmo dire che dell’istituto creditizio un piccolo pacchetto azionario era detenuto anche dal paese, dai suoi abitanti.

LA STORIA… ED IL PRESENTE Prima la banca aveva sede dove adesso si trova la pizzeria e un banchiere storico della filiale fu un altrettanto storico paesano. Da quell’epoca tante cose sono cambiate nella banca e nel paese. Una storia di mutazioni che vede la Cassa di Risparmi Lucca-Pisa-Livorno divenire Banco BPM e parallelamente il paese mutare, industrializzarsi… Ed arriviamo ai giorni nostri; ai giorni del trasloco, di una chiusura che a nessuno è riuscito scongiurare. C’è stata una manifestazione di paesani il mese scorso, c’è stato un interessamento attivo da parte del sindaco Lorenzo Bacci, ma anche di deputati di diversi ed opposti partiti, ma… a nulla è servito. E così la chiusura, l’addio, la fine. Una storia triste, una perdita per il paese (nonostante la garanzia della permanenza dello sportello bancomat) cui la banca contribuiva a dare vivacità (economico-finanziaria, certamente, ma anche di movimento, che per un borgo di medio-piccole dimensioni come Guasticce non guasta mai). Così è andata. Rimane il rimorso dovuto al fatto che qualcosa in più avrebbe potuto esser stato fatto, ma tant’è!

E ora al paese e ai suoi abitanti non rimane che guardare al futuro. Che ne sarà di quel fondo? Si insedierà una nuova banca nel paese? Sono le due domande che attendono maggiormente risposta. Ma c’è poco da attendere: al contrario, c’è da rimboccarsi la maniche: ai paesani non rimane che farsi parte attiva per scrivere essi stessi il futuro del loro paese.

diego.vanni@collenews.it

Twitter Vanni cronista 2