Collesalvetti «La politica del PD ha voltato le spalle ai territori per accreditarsi con l’establishment internazionale. Il PD ha perso e la Lega, trattando tematiche reali e più confacenti ai veri problemi delle persone, ha incarnato con maggiore efficacia la vicinanza tra istituzioni e popolo». Questa, in estrema sintesi, la lettura del voto colligiano che dà Lorenzo Gasperini (Lega Nord), candidato alla Camera dei Deputati nelle elezioni del 4 marzo scorso, quando la Lega nelle urne dei territori del Comune di Collesalvetti ha preso il 18,69% dei voti alla Camera e il 17,63% al Senato.
Gasperini, la Lega Nord ha fatto un insolito exploit di consensi sul territorio del Comune di Collesalvetti: è balzata al 18,69% al Senato (vero traino della coalizione di Centrodestra, ampiamente sopra Forza Italia, Fratelli d’Italia e Noi con l’Italia – UDC). Alla Camera, dove lei era candidato nel collegio uninominale, il partito di Salvini è al 17,76%, lasciando ampiamente indietro gli alleati della coalizione. Un risultato assolutamente inaspettato in zona colligiana, (ex) rossa, come se lo spiega?
«Le ragioni credo vadano ricercate nella politica del PD che ha voltato le spalle ai territori per accreditarsi con l’establishment internazionale, con la cultura del relativismo etico e dell’identità liquida, cosa che espone alla dittatura del più forte, tanto nelle nostre vie (si pensi all’esplodere del problema sicurezza, legato a quello immigratorio come dimostrano i dati ISTAT), quanto sul fronte economico internazionale. Questo vuoto pneumatico è sicuramente più sentito nelle piccole comunità, che da “tranquille” diventano “isolate”. È un fenomeno noto, l’America per esempio ne soffre molto già da tempo e da certe realtà vennero difatti fuori i consensi inaspettati di Trump. Il cosiddetto “populismo”, probabilmente, non altro è che la rinnovata vicinanza tra istituzioni e popolo, cosa che il PD ha perso e che la Lega, trattando tematiche reali e più confacenti ai veri problemi delle persone, incarna con maggiore efficacia. Già Bordiga, fondatore del PCI a Livorno, aveva intuito che si sarebbe consumata questa scollatura tra alveo comunista e popolo in seguito alla scelta dei comunisti italiani di imboccare la via del gramscismo e quindi della sostituzione, per mezzo dell’egemonia culturale, della vecchia identità del popolo con la creazione di una nuova cultura svuotata di tradizione, che oggi trova il proprio compimento nel meticciato, nell’adozione omosessuale e in tutto il resto del pacchetto PD di cui anche l’On. Romano, come Renzi, è orgoglioso rappresentante».
Questo risultato cosa significa, a livello nazionale e per il territorio locale, secondo lei? Cosa cambierà?
«Sicuramente abbiamo urgenza di fare squadra con gli elettori coraggiosi e capaci del territorio di Collesalvetti. Il 2019 è alle porte e dobbiamo formare una squadra di governo. Questo credo sia il tema principale del futuro della Lega su Collesalvetti».
Si vocifera molto di possibili convergenze politiche M5S-Lega a livello nazionale. Fantapolitica?
«Mi preoccuperei di più di governicchi PD, Bonino, LeU e M5S. Il Centrodestra è comunque stabile e in armonia».
Prevede una possibile vostra vittoria nel Comune di Collesalvetti alle elezioni comunali del 2019? O un testa a testa M5S-Centrodestra?
«Noi faremo la nostra campagna elettorale e punteremo alla maggioranza, per offrire ai cittadini risposte chiare su sicurezza, stop al degrado e detassazione per favorire l’impresa è quindi l’occupazione. La partita è tra Lega e PD (a queste elezioni però il Movimento Cinque Stelle è risultato avanti alla Lega Nord nel voto dei colligiani di più di 10 punti percentuali, N.d.R.). Purtroppo il M5S col pessimo modello Nogarin ha addirittura fatto tornare la paura del cambiamento, rallentando così la transizione e consolidando, come dimostra il risultato elettorale, la posizione del PD solo nell’area livornese della provincia. In tutto il resto del territorio ho infatti battuto Andrea Romano, Comune per Comune. Dove l’alternativa è rappresentata dalla Lega, l’elettorato non ha più dubbi. Anche a Collesalvetti la sfida è quindi di divenire interpreti di un cambiamento che anche nell’area nord della Provincia è sentito come esigenza e che altri non hanno saputo interpretare».
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