Collesalvetti, città della Lirica. L’intento prende sempre più corpo. Venerdì sera il week-end colligiano è stato infatti nuovamente animato all’insegna dell’Opera. Riprende infatti, dopo la pausa, il format di “Open Opera“, il talent show che dà modo alle giovani promesse del canto melodrammatico di esibirsi e farsi conoscere dal pubblico.
Venerdì sera a salire sul palco scenico della Sala Spettacolo “Dino Formichini” erano in 6, selezionati fra un centinaio di candidati: Taisiya Korobetskaya, Federico Bulletti, Mariia Komarova, Zihao Lin, Lilia Kolosova ed Evgeny Bolotskiy. In tribuna di giuria, a giudicare l’esibizione dei cantanti, l’immancabile Nicola Lischi (agente lirico AC Artist MGT O-PR Communications); Maurizio Morgantini (direttore musicale di “Lirica in Piazza”, Massa Marittima); Vanna Rosellini (Logopedista, vocologa artistica e presidente di “Lucca&Voce”) e Roberto Del Nista (giornalista e critico della rivista “L’Opera”).
LE PERFORMANCE VOCALI DEI CANTANTI Una serata strutturata in due parti; nella seconda, dopo che ciascuno dei cantanti si era esibito anche nella seconda aria, il giudizio tecnico-artistico della giuria. Ad rompere il ghiaccio il soprano Korobetskaya, che ha cantato un’aria dal Mefistofele di Boito e nella seconda parte una dal Così fan tutte di Mozart. La donna ha mostrato padronanza vocale, ha esibito una voce calda e suadente e mostrato delle buone agilità. Poi è stata la volta del tenore Bulletti (che si è cimentato prima con Verdi, cantando un’aria da La Traviata e poi col Gianni Schicchi di Puccini). Il giovane, dalla voce vellutata e squillante, ha mostrato omogenità nell’emissione vocale. A seguire, la Komarova (soprano). Cantante dalla voce calda e voluminosa anche negli acuti, ha mostrato (sia ne La Traviata di Verdi che ne La Wally di Catelani) un’emissione non forzata e una buona padronanza delle agilità. Il quarto ad esibirsi è stato Zihao. Una voce dal timbro basso, la sua (com’è naturale, essendo baritono), ma non cavernosa. Il giovane ha mostrato espressività nella mimica facciale e una buona padronanza del francese nonostante la sua diversissima lingua madre (si è infatti cimentato nella Carmen di Bizet oltre che ne Il trovatore di Verdi). E ancora la Kolosova, classico timbro da mezzosoprano che tanto piaceva a Rossini, si è esibita infatti nell’aria di Rosina da Il Barbiere di Siviglia oltre che ne I Capuleti e Montecchi di Bellini. Espressiva nella mimica facciale, la donna ha mostrato bassi vellutati e acuti decisi. Infine, il tenore Bolotskiy, che ha cantato L’Arlesiana di Cilea e la celebre “Questa o quella” dal Rigoletto di Verdi. L’uomo, che all’inizio ha evidenziato un timbro delicato, ha in seguito mostrato la sua vera voce, capace di ingigantirsi assai. Una voce bene in maschera, capace di acuti voluminosi.
Una serata che fa ben auspicare, nella quale non sono mancati, come al solito, degli sketch, a sottolineare la caratteristica di questo format serio, ma capace di non prendersi troppo sul serio.
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FOTOGALLERY DEI CANTANTI