Stagno Rifondazione Comunista interviene sul caso mense scolastiche. “In ballo – si legge in un comunicato della segreteria politica – ci sono i destini di venti lavoratrici, che per ora, grazie alle trattative tra le parti, sembra abbiano arginato la questione, ma l’insidia della riduzione dell’orario di lavoro e il licenziamento, purtroppo sono ancora dietro l’angolo“.
Un “bando sciagurato” “In questa storia – si legge ancora nella nota di Rifondazione – nostro malgrado dobbiamo dire che le responsabilità sono molteplici e da attribuire ai vari soggetti interessati: ai sindacati, che nonostante abbiano avuto il merito di portare in fondo una trattativa non facile, con la firma di un accordo che tuttavia non garantisce il mantenimento delle stesse ore di lavoro alle lavoratrici, c’è da imputare un enorme ritardo sull’intervento che avrebbero potuto fare in tempi di pre-bando o durante la pubblicazione dello stesso; all’azienda, che ovviamente sta tentando di abbattere i costi del lavoro, forte del fatto che lo sciagurato bando pubblicato dall’Amministrazione Comunale glielo consente ed infine all’Amministrazione Comunale che sicuramente dal punto di vista politico è il principale responsabile di questa situazione visto che ha scelto drammaticamente la via della privatizzazione in un settore particolarmente delicato, come quello delle mense scolastiche”.
“A parte questa scelta, secondo noi sbagliata in partenza, l’Amministrazione non è stata in grado, o non ha voluto inserire nel bando clausole sociali efficaci a tutela delle lavoratrici; clausole che avrebbero potuto incentivare le aziende concorrenti ad una maggior tutela delle dipendenti, rendendo consapevole chi partecipava che sarebbe stato necessario e fondamentale mantenere i livelli occupazionali tenuti fino all’anno precedente. Ovviamente tutto questo non è stato fatto, manifestando un totale disinteresse politico su questa materia e sul futuro di chi aveva lavorato nell’ambito del servizio fino a giugno scorso. L’unico obiettivo politico da parte di chi amministra il Comune è stato quello di sollevarsi da ogni onere e responsabilità riguardante la gestione delle mense, fino ad arrivare ad affidare in tutto e per tutto la gestione del servizio”.
“Le responsabilità graveranno sulla coscienza dell’Amministrazione” Il comunicato di Rifondazione Comunista si conclude esprimendo “preoccupazione per il futuro di queste lavoratrici“; “sia chiaro che, in caso di risoluzione del contratto di lavoro per alcune di loro, le responsabilità graveranno sulla coscienza politica di questa Amministrazione Comunale“. “Oltre al grave problema occupazionale ci chiediamo anche se privatizzando si riuscirà a mantenere gli standard qualitativi del servizio, servizio che fino a ieri era il fiore all’occhiello di questa Amministrazione”. Attendiamo di verificare se il centro di cottura aziendale sito sul territorio di Collesalvetti, più precisamente nella frazione di Guasticce, sarà in grado di gestire i circa mille pasti dei nostri bambini e ragazzi o se dovranno ricorrere a centri cottura più lontani, magari addirittura fuori dalla provincia di Livorno. Sulla base di queste decisioni dipenderà molto la qualità dei pasti che verranno distribuiti nelle scuole. Certamente il Comune rinunciando alla gestione diretta delle mense perderà anche ogni capacità di controllo sulla qualità dei cibi e delle materie prime“.
“Una scelta sbagliata e penalizzante. Solo il pubblico può…” “Per questi motivi riteniamo che la scelta della privatizzazione sia decisamente sbagliata e penalizzante nei confronti delle lavoratrici, dei cittadini ed in particolare dei piccoli studenti. Così come in altri settori della Pubblica Amministrazione, là dove si è deciso di privatizzare, i servizi sono peggiorati, la qualità di questi è drammaticamente scesa e non ci sono stati benefici economici così come qualcuno millantava. Siamo convinti che in una fase come quella che stiamo attraversando solo il rafforzamento del settore pubblico può garantire a tutti servizi a livelli ottimali“.
L’incontro con l’assessore Una posizione forte, quella di Rifondazione Comunista, il cui segretario Alberto Benedetti, assieme ad una delegazione della segreteria politica, ha avuto modo di esporre all’assessore Donatella Fantozzi. «Dopo una serie di scambi di vedute tra i compagni del circolo e l’assessore Fantozzi, quest’ultima – ci racconta Benedetti – ci ha gentilmente invitato ad un confronto presso i locali del Comune. In questa occasione, oltre ad aver ribadito i soliti concetti di tipo politico ed aver piacevolmente scambiato opinioni con l’assessore, abbiamo anche avanzato per la prima volta una specifica richiesta all’amministrazione comunale di Collesalvetti. La richiesta è nata sulla base di due concetti: il primo è che l’attuale Amministrazione è in fase di scadenza di mandato e la seconda è che la gara scadrà solo dopo il primo anno del prossimo mandato amministrativo e, soprattutto per questo, in senso di rispetto per le scelte che dovranno essere intraprese da chi ci amministrerà, la richiesta è stata quella di non smantellare le cucine comunali situate a Stagno e Vicarello. Per noi il significato della richiesta è duplice: da un lato dare la possibilità di ripristinare un servizio in caso di esperienza negativa e dall’altro poter scegliere di tornare ad un servizio di carattere totalmente pubblico, al contrario di ciò che invece, ha scelto l’Amministrazione Comunale. Alla nostra richiesta non è ancora arrivata una risposta ufficiale: l’aspettiamo con ansia e speriamo arrivi nei prossimi giorni».
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