Guasticce Anche ieri ha fatto tappa a Guasticce la tradizionale fiera paesana. Ma – questo hanno notato e lamentato in molti – con sempre meno banchi. Sempre meno, insomma, gli ambulanti che vengono a Guasticce con la propria bancarella per il consueto appuntamento di ottobre. Si può discutere sul perché (se la ragione sia l’esiguo ricavato e dunque un gioco che non vale la candela economicamente, oppure se vi sia un’altra ragione), fatto sta che il numero dei banchi scende di anno in anno.
Via Grocco era semivuota e la stessa piazza Don Giovanni Valeri non è che tracimasse di banchi. Se un tempo le bancarelle occupavano tutta la piazza fino a giungere a fondo campo da gioco, ieri si sono fermate ampiamente prima. Una negoziante del paese ci racconta: «Un tempo c’erano anche delle mini giostre per bambini, poi sempre meno: è andato tutto a peggiorare», mentre un residente della frazione imputa, almeno parzialmente, alla grande distribuzione il trend negativo. «Siamo a due passi da Porta a Terra e da altri importanti centri commerciali: quello che un tempo si comprava comodamente alla fiera paesana, ora lo si trova a prezzo ridotto in questi centri». Di qui, stando a questa lettura, il ridotto introito per gli ambulanti, alcuni dei quali avrebbero rinunciato.
Sia questa o meno la ragione, la lettura da dare, una cosa è certa: o si compra, magari il superfluo, magari sforzandosi, oppure è ovvio che il sistema non sta in piedi. Non si può certo chiedere ad un ambulante di stare tutto il giorno col proprio stand per vedere gente che passa e guarda, senza comprare o comprando poco. Certo, la ragione principale della fiera per i paesani è un’altra: un’occasione di festa e socializzazione, ma – se la lettura dell’intervistato è corretta – forse dovremmo davvero sforzarci tutti, di comprare un po’ di più, dando linfa economica ad una realtà che altrimenti andrà a morire. Quello che talvolta si fatica a capire è che se vogliamo che le realtà perdurino, occorre darsi da fare in prima persona affinché questo accada.
E, da questo punto di vista, sarebbe certamente utile al paese una Pro Loco che si desse da fare per tessere i rapporti con questi ambulanti, per coordinare le realtà del paese e le persone singole della frazione nell’ottica quantomeno di non perdere quel poco che si ha. Insomma, una Pro Loco che faccia la Pro Loco, ossia “valorizzi il luogo”. Sarebbe utilissimo in un’ottica generale e, per quanto riguarda la fiera specificamente, un bel segnale per gli ambulanti che vengono con i propri banchi (e magari un incentivo a ripensarci per quelli che non vengono più).