Torretta Vecchia Una foto che parla più di mille parole. È tutta raccontata in questo scatto la disperazione di una famiglia di Torretta Vecchia. Mobili, oggetti vari… tutto accatastato fuori casa, al bordo della 206. Una casa in cui è entrato un fiume in piena: acqua e fango che irrompono, spaventano, mettono a soqquadro e distruggono quello che si pone dinanzi all’onda impetuosa. Lisa Balducci ha deciso di raccontarci la sua storia, ma mentre lo faceva altre persone si sono aggiunte a raccontare quello che non si vorrebbe mai raccontare. Il viaggio di Collenews in una frazione schiacciata dall’acqua e dal fango.

Il racconto «Domenica mattina mi son svegliata – ci racconta Lisa – e avevo l’acqua al letto. Ho avuto un primo sentore di quel che stava accadendo perché mentre dormivo percepivo un odore come di muffa». Era la piena di acqua e fango che era entrata impetuosa in casa, un appartamento al piano terra, in zona dislivellata rispetto alla strada che costeggia. «Così sono andata ad aprire la porta principale: non lo avessi mai fatto: una valanga di acqua e fango ci ha sommersi; abbiamo provato a richiudere la porta, ma non c’è stato niente da fare: la forza dell’acqua era infinitamente maggiore».

L’interno casa

«Siamo andati alla finestra, mentre mobili e oggetti ci galleggiavano intorno; fortunatamente i miei due figli non c’erano. La signora che abita sopra di noi ci ha sentito urlare e, facendoci forza per non farci trascinare via dal fiume di acqua e fango che aveva inondato anche la strada e il marciapiede, siamo arrivati ad aggrapparci alla ringhiera della scala della nostra vicina, che abita sopra di noi. È stato un incubo! È da domenica che non dormo più dalla paura».

«In casa mia ora non c’è più nulla! Fortunatamente alcuni migranti sono venuti per aiutarci. Assieme a loro devo ringraziare di cuore i miei giovani colleghi, che pure sono venuti ad aiutarci».

Accanto a casa di Lisa, un marciapiede che costeggia la strada, la 206. Un marciapiede su un livello più basso della strada, per cui se la stessa era diventata un fiume in piena, immaginari questo. Un marciapiede che se da un lato ha la 206, dall’altro si ritrova una piccola area verde in prossimità della strada che porta a Castell’Anselmo. La furia dell’acqua ha divelto la recinzione del parco stesso.

Mentre parliamo con Lisa, anche altre persone della piccola frazione colligiana accorrono per raccontare le loro storie. La storia di Carla Mazzoli ha dell’incredibile. Questa insegnante abita dietro a Lisa: per mettersi in salvo dalla furia del fiume di acqua e fango è dovuta passare dal tetto. Accortasi di quel che stava accadendo, è scesa dal piano superiore, ma il piano terra era completamente allagato, così, illuminata dalla sola luce di una candela, col terrore che le si spegnesse, è salita nuovamente; ha strappato la zanzariera della finestra ed è salita sul tetto per raggiungere Lisa che già si trovava dalla comune vicina Giovanna.

Carla ha perso documenti e fotografie («lì ho pianto; i ricordi dei miei ragazzi…»), ha le porte in legno che sono gonfie d’acqua e tanti, tanti oggetti da buttar via. «Fortunatamente si sono salvati i quadri di mio padre. Mi hanno regalato un frigoriferino e mi hanno portato un’idropulitrice, ma all’inizio per togliere acqua e fango io e la mia vicina eravamo “armate” solo di scope, L’impianto elettrico alla fine ha ripreso a funzionare, ma domenica e lunedì sono stata al buio». Peraltro, nella concitazione di quelle ore frenetiche Carla ha dovuto cercare nel lago di acqua e fango le chiavi dell’auto, che doveva spostare per evitare che venisse spazzata via dal fiume di acqua e fango.

Un altro vicino aveva accatastati 50 quintali di legna; il fiume in piena glieli ha spazzati via. Un vero disastro.

diego.vanni@collenews.it

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