Valerio Bianconcini, responsabile del dipartimento lavoro RC

Guasticce Rifondazione Comunista torna a puntare i riflettori su di un tema caro al partito: il lavoro. In una nota affidata al responsabile del dipartimento lavoro, Valerio Bianconcini, la critica alla «problematicità degli ammortizzatori sociali» e «all’inadeguatezza delle novità introdotte dagli ultimi governi neo-liberisti».

«Alle soglie del 2018 – si legge nel documento – i dipendenti di aziende in crisi, si trovano oltre ad essere licenziati anche a confrontarsi con una burocrazia ostile per percepire i propri ammortizzatori sociali. Burocrazia che complica e allunga in maniera esasperante le tempistiche di emissione delle risorse. Se ultimamente abbiamo persino assistito inorriditi all’estremo gesto di una donna che si è data fuoco davanti agli uffici dell’INPS perché tardava ad arrivare la propria Naspi, anche nel nostro territorio, per molti/e lavoratori/trici oltre che cadere nell’oblio del licenziamento collettivo (problematica da noi già denunciata), si sono trovati a percepire la Naspi, con forti ritardi, dopo il proprio licenziamento».

«Per legge – scrive ancora Bianconcini – la Naspi si dovrebbe percepire tra i 40 e i 60 giorni dopo l’avvenuto licenziamento, questo ovviamente non avviene quasi mai e visto che in alcuni casi il licenziamento ufficiale tarda ad essere formalizzato, il lavoratore o la lavoratrice si ritrovano senza alcun sostegno per mesi.Tutto questo per noi è inaccettabile».

«In un paese civile – questa la conclusione dei comunisti – si dovrebbero avere della leggi che facilitano e velocizzano il sussidio per chi perde il lavoro,  invece siamo in presenza di Governi che, al contrario, trovano in tempi brevi soluzioni per salvare le banche private e affossano ed eliminano i diritti dei lavoratori. A queste/i lavoratrici/tori va tutta la nostra solidarietà e affetto, per quel che può servire, continuando a lottare quotidianamente contro chi non capisce che in un momento di crisi grave come quello che stiamo vivendo, servirebbero decisioni politiche forti, incisive, sia in economia che nel campo dei diritti. Noi nel frattempo, torniamo a denunciare ad alta voce che viviamo in una nazione dove il neo-liberismo sta dilagando, attuando leggi e politiche portatrici di benefici a gruppi ristretti di potere e finanziari, creando le condizioni  affinché il ricco diventi sempre più ricco ed il povero sia sempre più povero».

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