La scuola primaria di Stagno imbrattata dai vandali

Stagno «Abbiamo ottenuto il consenso per effettuare la tinteggiatura alla scuola primaria nell’ambito del Progetto Street Art». A renderlo noto, il presidente della Pro Loco “Vivere Insieme” di Stagno, Emanuele Marcis, che ricorda «l’impegno preso lo scorso anno dalla Pro Loco, dall’Amministrazione Comunale e dall’Istituto Scolastico».

Marcis invita dunque tutti i genitori di buona volontà che abbiano voglia di spendersi in questo senso a farsi avanti per organizzare il tutto «Perché questa opera di volontariato vorrei che fosse eseguita dai genitori, non da nostri volontari impegnati ogni giorno in silenzio alla Pista».

Come è nato il progetto Il progetto fu concepito i primi di giugno dell’anno scorso. Nel gennaio 2016, infatti, le avvolgibili delle finestre della scuola elementare di Stagno furono imbrattate da scritte colorate, così come gli scalini di ingresso al plesso (leggi qui), ma da quell’episodio negativo i piccoli allievi della scuola del Comprensivo Benedettini vollero trarre qualcosa di costruttivo, rispondere insomma ad uno stimolo negativo in maniera non aggressiva, ma costruttiva. In altre parole… dal vandalismo all’arte.

Agli albori dell’estate dell’anno scorso, dunque, a ciascun bimbo fu assegnato un disegno a caso, fu consegnata la fotocopia di una fotografia dello scarabocchio vandalico e i bambini, su di un lucido sopra, ci hanno ricavato dei disegni diversi: studenti che entrano a scuola, la lezione in classe, i laboratori, la ricreazione e altri momenti ancora». Ma non tutto si esaurisce con il disegno. In occasione della presentazione del progetto, infatti, Beatrice De Laurentiis (Esart Hdemy) spiegò: «proietteremo sui muri della scuola, precedentemente imbiancati laddove c’è il mattone rosso, il disegno, ne verranno ricalcati i contorni e poi l’opera verrà colorata dai bambini con dei colori ad acqua».

A spiegare il retroterra dell’iniziativa fu l’assessore all’istruzione Donatella Fantozzi: «la forma più importante di insegnamento non è la repressione, ma il rispondere con il talento all’aggressione. Quando ci aggrediscono la miglior risposta è costruire sopra quell’aggressione e non rispondere con un’altra violenza».

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